Santini Renzo, un valido dirigente
04 agosto 2004
di Giuseppe Manfrin
da Avanti della Domenica - anno 4 - numero 38 - 21 ottobre 2001
Nel corso della Festa socialista svoltasi nella zona di via Marconi di Ferrara dal 23 agosto al 17 settembre c.a., il compagno on. Riode Finessi (già segretario provinciale e regionale del Psi e già senatore della Repubblica) ha ricordato l’on. avv. Renzo Santini (nella foto) da poco scomparso.
Renzo Santini era molto noto e stimato a Ferrara, non solo dai socialisti. Era nato in questa città il 16 agosto 1929 ed apparteneva ad una famiglia della media borghesia. "Conobbi Renzo – disse l’on. Finessi nella ricordata commemorazione – nei primi anni della seconda metà del secolo scorso. Ci siamo trovati in una riunione presso la Federazione socialista che aveva sede in via Mortara. …da quell’incontro, fresco di laurea in giurisprudenza, prese parte del Collegio degli avvocati per la difesa legale dei braccianti che parteciparono ai grandi scioperi per il lavoro della bonifica, i contratti e le paghe, che hanno lasciato un segno indelebile nella nostra provincia e la loro eco si è avvertita in tutta Italia". Per Finessi quest’ultimo aspetto era particolarmente caro, essendo stato un dirigente della lega bracciantile di Codigoro.
Notevole fu l’impegno politico di Renzo Santini: fu segretario della Federazione di Ferrara e del Comitato regionale dei socialisti emiliano-romagnoli. Inutile sottolineare che egli si dimostrò, in ogni occasione, un valido dirigente socialista. In un momento in cui si accentuava la "crisi della sezione" (avvertita da tutti i partiti) egli dette una prospettiva circa i rapporti partito-intellettuali, per una visione più moderna della società. Ed è su "L’idea socialista" del 17 gennaio 1967, che Renzo Santini scrisse: "…ci si dovrà rivolgere non tanto al letterato o al professionista con interessi culturali, ma all’operatore della cultura, sociologo, economista, specialista di settore. È a costoro che il partito deve collegarsi per stabilire nuovi contatti, creare nuove tecniche operative che gli permettano una azione più efficace nella realtà sociale. È chiaro oggi che non basta più la mitica parola "socialismo" e nemmeno la riunificazione per chiamare attorno a noi nuovi ceti sociali e soprattutto i giovani. I partiti diventano ogni giorno di più gruppi particolari e ristretti, incapaci di avere una visione globale della realtà. La cosiddetta società civile consumistica e nel contempo – nel settore giovanile – protestataria non si riconosce negli interessi, nel linguaggio e negli schemi di azione dei partiti. L’attiva presenza degli intellettuali quindi, per la loro particolare posizione e sensibilità, è indispensabile per creare un ponte tra i partiti e la società". Un lucido scritto di 34 anni fa, che sembra scritto appena ieri.
Renzo Santini era stato eletto consigliere comunale della città estense ed ebbe l’incarico di assessore alla pubblica istruzione. Nel 1970 venne eletto al Consiglio della Regione Emilia-Romagna e ricoprì l’incarico di Assessore al Bilancio e programmazione e quello di vice presidente della Giunta regionale. Sua fu l’intuizione del Parco Delta a fini multipli. Per la IX legislatura (1983) venne eletto deputato e nella successiva X legislatura, nel collegio di Portomaggiore, venne eletto senatore della Repubblica. Concluso il mandato parlamentare, gli fu affidato l’incarico di presiedere la Cispel (Confederazione Italiana servizi pubblici Enti Locali).
Personalmente ricordo Renzo Santini presente in diverse manifestazioni dell’Associazione Amici dell’Avanti!, sia a Ferrara che a Bologna. Particolarmente ricordo che assieme tenemmo un convegno sui problemi della stampa socialista, nell’ambito della Festa Avanti! che si tenne in località "Barco" di Ferrara. Infine, pochi mesi prima della sua morte, mi rivolsi a lui telefonicamente per avere alcuni dati che mi mancavano per il pezzo che dovevo fare su Giuseppe Bardellini. Ebbi quei dati con ammirevole sollecitudine. Anche nei momenti difficili e travagliati della vita del Partito (purtroppo non furono pochi), seppe sempre dimostrare doti di grande equilibrio. "…fu proprio in forza del suo impegno tenace – disse ancora l’on. Finessi – nel conservare l’unità dei socialisti, senza impedire mai il libero confronto delle idee, che la Direzione del partito lo inviò, nella veste di commissario, in alcune federazioni turbolente".
Sicuramente la morte del compagno Santini, lascia un grande vuoto doloroso fra i socialisti ferraresi, anche perché si contava sul suo valido contributo per far risorgere il partito, dopo le catastrofiche e note vicende. Infatti, alla fine della sua commemorazione l’on. Finessi, concluse: "…Oggi più che mai diventa imperiosa l’esigenza di operare per incalzare il sorgere di una nuova aurora del socialismo autentico, democratico e liberale, che, con la sua moderazione, possa concorrere a ristabilire quell’equilibrio indispensabile per la pacifica convivenza dei popoli di tutti i Paesi del mondo".
E a questa prospettiva, cui crediamo fermamente, Renzo Santini sarebbe stato sicuramente in prima fila e avrebbe portato un valido contributo, ma, Renzo Santini in questa battaglia non ci sarà, egli è morto in una clinica di Faenza (Fo) il 3 luglio 2001. Di lui ci rimane il suo insegnamento, il suo esempio, la sua grande esperienza, il suo comportamento cordiale e la fedeltà al socialismo con i suoi esaltanti valori ideali che non tramonteranno mai.