I difficili inizi del socialismo in Ciociaria
04 agosto 2004
di Giuseppe Manfrin
da Avanti della Domenica - anno 4 - numero 29 - 22 luglio 2001
La Ciociaria è una regione del Lazio meridionale e, prima del 1927, fu identificata come territorio del circondario di Frosinone, nell’ambito della provincia romana. Dopo l’unificazione del Paese, seguirono gli anni della crisi agraria. Poi venne l’abolizione degli usi civici. Sarà proprio la borghesia rurale, appoggiata dal clero, a cercare di sottrarsi alla crisi per mettere a servizio dei propri interessi le amministrazioni locali, determinando gravi sperequazioni in materia di tributi e volgendo a proprio beneficio l’utilizzazione dei beni dei demani comunali. A causa di questo stato di cose, gravissime erano le condizioni dei contadini. Analfabetismo quasi totale, cattive condizioni igieniche, di abitazioni, di mezzi di comunicazione, la privazione di qualsiasi diritto politico e di vita associata, fecero delle masse contadine, un vasto strato al di sotto d’ogni livello di vita civile. Il costante aumento delle imposte e delle sovraimposte, provocò lotte e ribellioni delle popolazioni dei comuni agricoli (Sgurgola 1898, Castro dei Volsci e Villa S. Stefano 1903, Morolo 1905, Maenza 1911, Pratica e Supino 1912, Roccagorga e Boville Ernica 1913). I contadini erano stanchi di sopportare una condizione resa sempre più gravosa dagli amministratori comunali che in molti casi erano i fedeli rappresentanti degli interessi dei ricchi proprietari terrieri di nobile casato (i conti Lucernari a Monte S. Giovanni Campano, i marchesi Campanari a Veroli, i marchesi Ferrari a Ceprano, i conti Gizzi a Ceccano, i principi Colonna a Paliano, i principi Borghese a Roccagorga).
In tale situazione la penetrazione del movimento socialista, in questa zona, era da ritenersi assai difficile. Nell’ultimo decennio del XIX secolo, in Ciociaria il Psi non registrò alcun serio progresso. In nessuna località ciociara venne registrata la presenza di centri attivi di azione e propaganda socialista. Malgrado ciò, nel circondario agirono isolatamente dei militanti, tenacemente collegati all’"Avanti!", la cui diffusione era lentissima, soprattutto a causa dell’aperta ostilità verso il quotidiano socialista e al Psi, da parte del clero e delle autorità politiche obbedienti alle direttive del governo centrale. Il 30 dicembre 1896, sull’"Avanti!" (che era nato cinque giorni prima) apparve la prima corrispondenza da Ferentino. Infatti, prontamente il sottoprefetto di Frosinone comunicò al Prefetto di Roma che: "… da vari giorni nella città di Ferentino cominciano ad attecchire le idee socialiste divulgate a mezzo del giornale "Avanti!".
Da Ferentino, poi da Frosinone, Ceccano e da Paliano, le prime corrispondenze all’"Avanti!" trattano principalmente di polemiche verso gli antisocialisti locali e contro le autorità municipali o denunciano le incoerenze dell’on. Camillo Mancini che a Roma sostiene l’abolizione dalla tassa del fuocatico mentre nel Consiglio comunale di Ceccano è contro la riduzione della stessa imposta. Si tratta, in fondo, delle prime solitarie scintille di presenze socialiste negli anni che vanno dal 1896 al ’98, ma ancora nulla dell’organizzazione del partito socialista. Le notizie sul primo movimento socialista in Ciociaria le ho potute ricavare dalla minuziosa raccolta di dati, notizie e documentazione, messe insieme nella tesi di laurea di Antonio Esta, un giovane studioso prematuramente scomparso.
Sempre attraverso le corrispondenze dell’"Avanti!", verso la fine del 1899 si ebbe la notizia dell’esistenza di un piccolo gruppo di militanti socialisti a Frosinone, in quello stesso anno anche a Guarcino alcuni socialisti iniziarono la propaganda fra la popolazione contro le angherie degli amministratori comunali. Ma il segno dell’estrema debolezza del partito venne riscontrato nella completa assenza di candidati socialisti nella competizione elettorale del 1900 (assenti anche radicali e repubblicani). Si affermano perciò facilmente, i monarchici della destra reazionaria.
Nel 1901 il 1° maggio venne festeggiato in molti centri della provincia romana, ma non in Ciociaria. L’unica manifestazione di quell’anno, fu un gesto generoso, compiuto da un isolato propagandista del socialismo, lo scultore molto noto, Ernesto Biondi (nel disegno che pubblichiamo), che volle festeggiare il 1° maggio, inviando da Parigi la seguente lettera alla Giunta municipale di Morolo: "Vi partecipo oggi 1° maggio a solennizzare la festa dei lavoratori, quei forti che vanno preparando alla travagliata umanità, con la nuova coscienza, il regno della giustizia, ho messo a vostra disposizione la somma di lire tremila. Regalando questo denaro a sollievo della classe più indigente del nostro Paese, desidero che esso sia impiegato come primo fondo di una cassa rurale dei piccoli prestiti, possibilmente gratuiti, da farsi ai lavoratori poveri che spesso sono costretti a lasciare negli artigli dell’usuraio o del fisco inesorabile, il loro campicello o la misera casetta per poche decine di lire di cui abbisognano".
Ernesto Biondi, nacque a Morolo il 30 gennaio 1855. Scultore di fama internazionale, fu l’autore del celebre gruppo "Nicola Ricciotti e i martiri ciociari" eretto nel 1910 in piazza della Libertà a Frosinone. Biondi fu uno dei primi appassionati propagandisti del socialismo in Ciociaria. Collaboratore del giornale bimensile dei socialisti locali, "Il Popolano", per il quale disegnò anche la testata.
Rifiutò la candidatura del collegio di Frosinone nelle elezioni del 1904 e del 1909. Morì a Roma il 5 aprile 1917. In questa zona, pur restando difficile, ebbe il suo risveglio, ma di questo parleremo in altro capitolo. Mi sono soffermato particolarmente ad illustrare in quale situazione hanno dovuto operare i primi coraggiosi pionieri socialisti. Anche se è difficile oggi capire queste cose, non possiamo esimerci dal ricordare con gratitudine questi, poco noti, pionieri del socialismo.