Gabos, un operaio ligure, a Genova nel 1892

04 agosto 2004

di Giuseppe Manfrin
da Avanti della Domenica - 24 febbraio 2002 - anno 5 - numero 08

Sempre in omaggio ai 110 anni del partito socialista in Italia, che riproponiamo la testimonianza di un operaio ligure che partecipò alla prima fase che portò alla costituzione del partito socialista. Si tratta di Carlo Gabos (nella foto) e la sua testimonianza fu pubblicata nel libretto "Genova 1892" edito dall’"Avanti!" nel 1952, cioè nell’anno in cui il Psi compì sessant’anni.
Carlo Gabos nacque a Borzoli il 2 febbraio 1868. Incominciò molto presto a tirare la corda del mantice nella Fonderia Francesco Novaro di Chiavari (Ge) con la "lauta" paga di una lira a settimana. Poi, nel 1880, andò a lavorare col padre Francesco, a Genova, nella Cava Sivori di Via Venezia, ove vi rimase sino al 1887. In seguito il nostro Gabos lavorò un po’ dappertutto: a Logaccio nel porto, poi nuovamente a Chiavari alle dipendenze dell’Impresa Migliorini, indi in Svizzera, a Griga sino al 1917, poi a Marsiglia fino al 1928, alle dipendenze di Piaggio; sino alla chiusura delle officine.
Nella sua testimonianza del 1952, Carlo Gabos disse: "…compio fra non molto 84 anni; ne ho passati 65 in officina, dal momento che ho iniziato a lavorare sin dalla tenera età. La società mi è stata matrigna: dopo 65 anni di lavoro, percepisco per vivere cinquemila lire mensili. Non ho economie, quel poco che possiedo si è polverizzato. Ma non importa! L’importante è che progredisca il socialismo!".
Durante il soggiorno a Genova per lavoro di Gabos, Ettore Sanfelice, all’epoca segretario della Società Mutuo Soccorso "La fratellanza artigiana" gli fece avere "Fascio Operaio", il giornale del partito operaio e fu lo stesso Sanfelice che nel 1896 ricevette la sua adesione al Psi.
Gabos che era alieno all’accettare prepotenze, quando il partito Operaio venne sciolto, si iscrisse alla sezione dell’Alleanza di Bakunin, diretta da G. Foglia ed Eugenio Pellaco. È storicamente noto che grandi furono i contrasti fra i rivoluzionari anarchici e i socialisti legalitari, circa l’azione di formare un solo partito del proletariato italiano.
Lo scontro fra queste due correnti ebbe il suo punto culminante a Genova dove le forze socialiste, da allora, si poterono identificare, per la prima volta, in un solo partito.
Il congresso di Genova del 14-15 agosto 1892, ebbe, a Sala Sivori, un inizio molto burrascoso. Gli anarchici avevano brigato per ottenere il maggior numero di deleghe e disturbavano continuamente i lavori. Il più acceso ostruzionista fu il noto anarchico Luigi Galleani. Il tumulto era ormai al colmo, quando la maggioranza di Filippo Turati, Prampolini ed altri, decisero di abbandonare Sala Sivori per continuare il Congresso nella Sala della Società dei carabinieri genovesi di via della Pace, senza gli anarchici. Carlo Gabos rimase a Sala Sivori, del resto non poteva fare altrimenti dal momento che rappresentava il gruppo anarchico "Pensiero e Azione" di San Teodoro. In quella Sala i lavori continuarono, ma l’importanza e l’utilità di quel congresso, in quel luogo, erano praticamente finite. Assenti Cipriani, Merlino e Malatesta; contrari, Costa e Monticelli e altri, si giunse in qualche modo ad approvare alcuni ordini del giorno e a nominare una commissione per il giornale, ma tutto, in pratica, finì per essere lettera morta.
In seguito a Genova il nostro Gabos ebbe frequenti contatti e discussioni con il falegname De Giovani e con Pietro Chiesa.
Subito dopo il Congresso clandestino di Parma (1895), Gabos si iscrisse al partito socialista. Tornato a Chiavari per motivi di lavoro, assieme a F. Mariani, N. Bruzzoni e E. Zerega, fondò la sezione socialista.
A quell’epoca Gabos, col pseudonimo di "Tenni", collaborò al giornale "Era Nuova".
Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, assieme all’amico Moraccioli, si iscrisse al partito socialista di Finale Ligure.
Conscio d’essere al tramonto della vita e che bisognava lottare ancora non poco per la causa del socialismo, affidò ai giovani il compito maggiore di questa lotta.
Carlo Gabos alla fine della sua testimonianza sulla sua partecipazione ai lavori di Sala Sivori a Genova nel 1892, con molta umiltà disse: "Non credo di avere altro merito che quello di essere sempre stato fedele militante fra coloro che combattono per ottenere una maggiore equità nei rapporti sociali".

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