FRANCO SEGALE - BRESSO

01 aprile 2008

Commemorazione per la scomparsa di Franco Segale tenuta a Bresso il 29 marzo 2008.

Franco se n’è andato in punta di piedi, in una livida e fredda mattina di marzo, il lunedì dell’Angelo, assistito presso l’Ospedale Fatebenefratelli da Luciana, sua sorella.
Ma è dalla morte della sua cara Amalia, che Franco aveva cominciato a spegnersi giorno per giorno, quasi sentisse l’epilogo di una vita che per lui era divenuta improvvisamente vuota, senza quel sicuro punto di riferimento che Amalia gli aveva assicurato in mezzo secolo di vita insieme. Franco, un amico, un vecchio compagno di militanza politica, un valoroso combattente per la libertà e la difesa degli oppressi.
Non aveva ancora 15 anni quando, sfollato a Caslino al Piano, nei pressi di Lo mazzo, con la sua famiglia, papà Arturo artigiano e mamma Energia Annamaria, un nome che la dice lunga, sfidava la milizia trasportando i volantini per gli scioperi agli operai delle fabbriche del luogo. Quella sua esperienza di porta ordini dei partigiani gli sarebbe sempre rimasta nel cuore e lo avrebbe poi guidato nelle sue scelte politiche negli anni della ricostruzione del dopo guerra. Franco era nato a Sempione, nei pressi dell’Arco della Pace, il 18 ottobre 1929, terzo di tre fratelli: Giuseppe, Luciana e appunto Franco, il più giovane. Aveva respirato socialismo da sempre, un suo bisnonno materno, Luigi Carli, era stato un garibaldino. Al partito socialista si era iscritto nell’immediato dopo guerra, aveva conosciuto e lavorato con Rodolfo Morandi, Libero Cavalli, Renzo Thurner, Michele Achilli.
Aveva militato prima nella sinistra di Vecchietti e Basso e poi in quella di Riccardo Lombardi.
Ricordo ancora con commozione la sua difficile scelta di rimanere nel PSI nella drammatica notte di San Gregorio del 1964, quando alcuni compagni della componente di sinistra, decisero di uscire dal partito e aderire al PSIUP.
A Bresso era approdato poco più che ventenne. Si era innamorato di una ragazza bressese, Amalia Capra e si erano sposati nel settembre del 1953.
Proprio l’anno in cui dalle catene di montaggio della vicina Iso Rivolta cominciavano ad uscire le prime Isette.
Si era occupato subito del lavoro nelle fabbriche e delle lotte operaie. Girava sempre con la sua lambretta. Un po’ sognatore un po’ idealista e anche un po’ sbadato, come quella volta che aveva perso per strada Amalia seduta sul sedile posteriore della sua lambretta. Molti lo ricordano generoso e altruista, sempre pronto a fare qualcosa per gli altri. La tragedia della prematura morte di Dario, l’unico e amatissimo figlio, ha segnato irreversibilmente la vita di Franco e Amalia.
Hanno cercato di sostenersi a vicenda per superare il dolore insopportabile di questa perdita. Amalia concentrata sul lavoro e Franco scegliendo oltre alla collaborazione con Amalia un forte impegno sociale e politico sul territorio. Sindacalista del Confesercenti, dirigente delle sezioni locali del PSI: Matteotti, Morandi e Nenni. Consigliere comunale, assessore e vicesindaco. Sempre disinteressatamente al servizio dei suoi concittadini, del suo sindacato, del suo partito, della sua città. Contava tanti amici tra i lavoratori dell’Ospedale Maggiore di Niguarda.
Puoi andare fiero, caro Franco, per una vita ben spesa e per quello che hai rappresentato per i socialisti bressesi, per il movimento operaio, per il sindacato e per l’intera comunità bressese. Abbiamo tutti sofferto per le vicende drammatiche che hanno duramente segnato il destino del socialismo democratico. Ma in noi tutti sono rimasti intatti i valori cristiani, dell’amore verso il prossimo, della solidarietà, della nobiltà del lavoro, dell’accoglienza e della pace. La terra ti sia lieve e riposa accanto alla tua cara Amalia e il tuo amato Dario.
I tuoi familiari, noi tutti che ti abbiamo voluto bene e che ricordiamo la tua generosità, il tuo altruismo, ti assicuriamo che non ammaineremo le nostre bandiere e continueremo a lottare per gli ideali che tu ci hai indicato.
Ciao Franco!

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