Fioritto Domenico e le lotte socialiste in Capitanata

04 agosto 2004

di Giuseppe Manfrin
da Avanti della Domenica - 10 novembre 2002 - anno 5 - numero 41

La provincia di Foggia, offrì degli atti ribellistici, caotici, sullo sfondo municipalistico, ma si contarono a decine le azioni ben condotte, gli scioperi organizzati. Infatti "…la Capitanata – scrisse il giornalista Salvatore Ciccone su Alle radici del riformismo – offrì le maggiori possibilità ai sorgenti movimenti socialisti. Nei suoi grossi centri bracciantili fiorirono per alcuni decenni il sindacalismo anarchico e il socialismo rivoluzionario". In tale realtà ed in quella zona emerse la figura di Domenico Fioritto. Nato a San Nicandro Garganico (Fg) il 3 agosto 1872 da famiglia borghese benestante, seguì gli studi classici a Foggia e quelli universitari a Napoli dove si laureò in Giurisprudenza. Fioritto aderì al Psi nel 1894, spinto anche dagli ambienti degli intellettuali di sinistra che frequentò a Napoli, ma soprattutto dalle terribili condizioni dei braccianti e dei contadini poveri del Gargano, del Tavoliere e di tutta la Puglia.
Nel 1897, assieme ad altri volontari, andò a combattere in difesa della libertà della Grecia contro i Turchi e partecipò alla storica battaglia di Domokòs in Tessaglia. Rientrato in Italia si dedicò ad una intensa attività di propagandista ed organizzatore di sezioni socialiste e di leghe contadine. Fu tra i socialisti che dettero vita al primo organismo provinciale del Psi e del movimento contadino che terrà a Foggia nel 1902 il primo congresso provinciale.
Eletto nel Congresso nazionale di Reggio Emilia del 1912 a membro della direzione del Psi, partecipò al Congresso dell’Internazionale socialista che si tenne a Basilea nel novembre del 1912 e dove venne lanciata la parola d’ordine: "Guerra alla guerra!". Quella parola d’ordine venne fatta propria e con convinzione da Fioritto che svolse, alla vigilia del primo conflitto mondiale; una intensa opera di propaganda contro la guerra. Al Congresso nazionale del Psi di Ancona (1914); Fioritto venne riconfermato membro della Direzione del Psi, ma subì un duro attacco da parte di Serrati che lo accusò di appartenere alla Massoneria. L’attacco segnò un grave disagio per Fioritto, tale da portarlo a dare le dimissioni dal partito. Tornerà ad iscriversi al partito in occasione del Congresso provinciale di Foggia nell’ottobre del 1919.
Al XVII Congresso nazionale del Psi di Livorno (gennaio 1921), Fioritto venne nuovamente chiamato a far parte della Direzione del Psi e subito dopo il Congresso straordinario (Milano ottobre 1921) diverrà segretario generale del Psi e resterà in carica fino all’aprile del 1923.
Le posizioni di Domenico Fioritto erano quelle del socialismo massimalista, di cui fu uno dei maggiori esponenti. Fioritto, come segretario del Psi si adoperò per tener unito il più possibile il partito e non stabilì, specie dopo la scissione comunista, buoni rapporti con Mosca, anche se, tali rapporti, dopo il Congresso di Roma (1922) migliorarono al punto di vedere il Psi aderire all’Internazionale moscovita. Come Serrati, anche Fioritto, pur "…convinto assertore – come scrisse il citato Ciccone – della conquista operaia del potere politico da conquistare con la rivoluzione e non attraverso la graduale modificazione della società, secondo il riformismo, paventa la dispersione dei valori riformisti; non trova difficoltà ad opporsi – in seno al II Congresso dell’Internazionale comunista (1920), oltre alle tesi agrarie avanzate da Lenin, alle conclusioni emerse dal Congresso medesimo comportanti le 21 condizioni per la adesione del Psi alla III Internazionale, la conversione del "simbolo" del Psi nel marchio comunista, il rifiuto e l’espulsione del riformismo". Fu perciò un antifusionista. Dopo il 1923 e la sventata svendita "sottocosto" del partito a Mosca, Fioritto ebbe un lento e costante distacco ad ogni impegno politico. Intanto si affermò in Italia la violenza e la dittatura fascista e per tutto il ventennio, Fioritto non cedette mai al fascismo.
Dopo la caduta del fascismo, riprese il suo posto nel partito socialista, di cui riorganizzò validamente le fila in provincia di Foggia. Partecipò per conto del Psi, al Congresso di Bari (1944) dei Cln delle regioni liberate; fu presidente dell’Amministrazione provinciale e deputato alla Costituente (1946). La biografia politica di Domenico Fioritto si identifica, per molti versi, con le vive e umane aspirazioni, persino con le titubanze e con quelle lotte che hanno visto i socialisti riformisti della Capitanata difendere, spesso da soli, quei valori di progresso sociale, così insiti nella vita sociale di questa terra.
Domenico Fioritto morì a San Nicardo Garganico il 25 luglio 1952.

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