Cosattini Giovanni: un socialista riformista sindaco di Udine
04 agosto 2004
di Giuseppe Manfrin
da Avanti della Domenica - 18 maggio 2003 - anno 6 - numero 20
Quando il 30 maggio 1924, alla Camera dei Deputati, Giacomo Matteotti pronunciò il famoso discorso che fu una stridente requisitoria contro i fascisti, per le violenze e le frodi compiute nella campagna elettorale, accanto al deputato polesano, segretario del Psu, sedeva l’amico e compagno di partito Giovanni Cosattini (nella foto). Inoltre si vuole che Matteotti si volgesse a Cosattini, dopo il discorso, dicendo: "Ed ora preparate il mio elogio funebre".
Giovanni Cosattini nacque a Cittaducale (Ri) il 5 gennaio 1878. Residente a Udine, in quanto la sua benestante famiglia possedeva dei beni nel territorio dell’Impero Austro-Ungarico. Si iscrisse al Psi nel 1899. Fu chiamato alle armi con il grado di ufficiale di complemento, ma, per la sua appartenenza al Partito Socialista, venne privato del grado.
Nei primi anni del ‘900, Cosattini si occupò soprattutto dei problemi relativi dell’emigrazione, essendo il Friuli una delle regioni tra le più soggette al fenomeno. Nel 1901, grazie all’interessamento di Dino Rondani, sorse a Udine, uno dei primi istituti socialisti per lo studio dei problemi relativi all’emigrazione. Di questo organismo Cosattini ne assunse la segreteria. Cosattini fu molto attivo al I° Congresso Nazionale dell’Emigrazione temporanea, svoltosi a Udine nel 1903, intervenendo a sostegno della mozione del relatore socialista, Angiolo Cabrini, in polemica col delegato cattolico e il deputato borghese R. Luzzato. In quella occasione Cosattini sostenne la necessità di combattere il crumiraggio, attraverso l’organizzazione degli italiani all’estero delle leghe aderenti alle federazioni sindacali locali.
Dopo il congresso nazionale del Psi di Roma (1906) e con la vittoria dell’integralismo di Oddino Morgari, Cosattini venne eletto a membro della Direzione nazionale del partito. Ma, al di là di tale riconoscimento, Cosattini era ormai diventato l’anima del partito socialista di Udine; era collaboratore e poi direttore de "Il lavoratore friulano". Fu presentato nelle elezioni politiche del 1909, del 1913 e alle amministrative del 1914, ottenendo buone affermazioni ma senza venir eletto. Decisamente antimilitarista fu contro la guerra in Libia e contro l’intervento dell’Italia nel primo conflitto mondiale.
Richiamato alle armi nel 1915, partecipò come soldato semplice alla guerra. Finito il conflitto ritornò all’attività politica e venne eletto deputato nelle elezioni politiche del 1919 e riconfermato in quelle del 1921. Di chiaro orientamento riformista, Cosattini non partecipò attivamente al dibattito politico in corso, in quegli anni, all’interno del Psi, tuttavia prese parte nel 1922 al Congresso di Roma e aderì al Psu di Matteotti e di Turati. Candidato per il Psu nelle elezioni politiche del 1924 per la Circoscrizione Udine-Venezia Giulia fu ancora una volta eletto alla Camera dei deputati nell’opposizione, alla secessione dell’Aventino. Con l’avvento del regime fascista, venne dichiarato decaduto dal mandato parlamentare (1926), fu sottoposto ad intimidazioni ed ebbe casa e studio incendiati e devastati. Durante il ventennio fascista, mantenne costantemente un atteggiamento di dignitosa opposizione, per cui, divenne, per i militanti socialista clandestini della sua regione, una specie di simbolo.
Dal 1928 al 1941 si trasferì con la famiglia a Venezia, poi a Trieste per poi tornare ancora a Udine. Durante la resistenza i suoi due figli furono valorosi combattenti antifascisti ed egli rappresentò il Psi nel Cln provinciale di Udine fino al 1945 e per incarico del quale venne, dopo la Liberazione designato sindaco della Città, incarico che manterrà sino al 1948. Fece parte alla Consulta Nazionale e venne eletto nel 1946, deputato alla Costituente. Nel 1947 seguì Saragat nella scissione di Palazzo Barberini e nel 1948 fu eletto senatore. Fin dalla Consulta, Cosattini si occupò a fondo delle condizioni etniche della Venezia Giulia e della distribuzione delle minoranze nei territori di confine. Cosattini, al primo consiglio nazionale del Psiup che si svolse a Roma alla fine di luglio del 1945, presentò il seguente o.d.g. "Il Consiglio Nazionale del Psiup prende atto delle dichiarazioni del segretario del partito in merito alla questione dei confini orientali, richiama l’attenzione della Direzione del partito sull’attuale angoscioso problema della Venezia Giulia, rilevando che la soluzione dello stesso impegna di fronte alla nazione la responsabilità politica di tutti i partiti, e sollecita una più aperta azione di governo; fa voti che la Direzione si adoperi perché, in conformità al Diritto Internazionale e ai principi e ai metodi che in tutta Europa ispirano la lotta di Liberazione: siano ricostituiti in tutta la Venezia Giulia i Comitati di Liberazione con la rappresentanza di tutti i partiti antifascisti italiani e con la rappresentanza di antifascisti slavi in proporzione della distribuzione etnica della popolazione". La mozione prosegue su altri dettagli sempre relativi al problema e conclude affermando che "nonostante gli sforzi del partito, finora rimasti vani, nei quali compagni valorosi hanno perduto la libertà, auspica la possibilità di fraterne intese e di collaborazione con i popoli jugoslavi". La mozione di Cosattini venne approvata all’unanimità.
Giovanni Cosattini, coerente figura di riformista socialista, morì a Udine il 2 agosto 1954.