Baratono Adelchi, il filosofo della direzione
04 agosto 2004
di Giuseppe Manfrin
da Avanti della Domenica - 27 gennaio 2002 - anno 5 - numero 04
Sandro Pertini in varie occasioni ammise che fu il suo professore di filosofia al Liceo di Savona, Adelchi Baratono, che lo attrasse agli ideali del socialismo. È fuori di dubbio che il filosofo fiorentino esercitò una notevole influenza sulla scelta ideale di Pertini. Adelchi Baratono nacque a Firenze l’8 aprile 1875 e trascorse la sua giovinezza a Genova, dove compì i suoi studi. Fu allievo del professor Alfonso Asturaro, filosofo socialista di orientamento positivista, con il quale si laureò in filosofia.
Baratono si iscrisse al Psi subito dopo la fondazione e partecipò, nel 1894, al Congresso socialista ligure che si tenne a Sampierdarena. Nel 1910 venne eletto consigliere comunale a Savona. Baratono appartenne all’ala intransigente del Psi e svolse dure polemiche contro i riformisti. Durante la prima guerra mondiale, Baratono si impegnò nella campagna che il Psi condusse contro l’intervento dell’Italia in guerra e nel 1914 collaborò assiduamente all’"Avanti!" con articoli contro la guerra. Finito il conflitto, Baratono era un docente già famoso e autore di diverse opere, tra le quali: "Sociologia estetica", "Fondamenti di psicologia sperimentale", "Critica e pedagogia dei valori", "Le due facce del marxismo italiano". La personalità politica di Baratono, di spicco nazionale, emerse nel dopoguerra. Fu cooptato nella Direzione nazionale del Psi nel gennaio 1920. Nel Consiglio nazionale socialista dell’aprile 1920, presentò un o.d.g. sulla tattica del partito nelle imminenti elezioni amministrative. In quella occasione, Baratono sostenne che riteneva "…utilissima ai fini politici dell’azione del partito la conquista del maggior numero possibile di comuni e province", attribuendo alla competizione elettorale ed alla funzione delle amministrazioni socialiste "…un significato essenzialmente politico di lotta rivoluzionaria proletaria".
Definito il filosofo della Direzione del partito, Baratono capeggiò con Serrati la frazione comunista unitaria al Congresso di Livorno del 1921. Egli fu favorevole all’accettazione dei famosi 21 punti dell’Internazionale comunista di Mosca, però secondo le condizioni storiche ed ambientali del Paese.
E furono le posizioni come quelle di Serrati e di Baratono che segnarono la scelta di una linea intransigente dell’Internazionale comunista nel dibattito precongressuale del 1921.
"Se i Baratono e i Serrati se ne vorranno andare – commentò Lenin – non occorrerà trattenerli, ma si dovranno poi accogliere di nuovo quando, passate le battaglie decisive, ritorneranno al partito".
Adelchi Baratono diventato deputato nel 1921, intervenne alla Camera con un discorso fortemente polemico nei confronti di Giolitti. Per la terza volta venne confermato membro della Direzione socialista.
Mentre la maggioranza massimalista si orientò verso la scissione dei riformisti, Baratono al Congresso di Roma del 1922, sostenne l’unità a tutti i costi, giustificando tale decisione con l’eccezionalità del momento dovuto alla violenta reazione fascista e accusando la destra e la sinistra del partito di accademismo. Dopo il Congresso di Roma, Baratono aderì al Psu di Turati e Matteotti e dal 1923 divenne un assiduo collaboratore di "Critica Sociale".
Ancora attivo nel 1926, Baratono collaborò alla rivista "Quarto Stato" di Rosselli e Nenni. Poi, con il consolidamento del regime fascista, si dedicò esclusivamente all’insegnamento universitario e agli studi filosofici.
"Le elaborazioni di Baratono – scrisse Nunzio Dell’Erba sull’"Avanti!" – si inseriscono nella tradizione del socialismo neokantiano, iniziata nei primi anni del secolo da Alfredo Poggi. Il ritorno alla ‘sintesi kantiana’ come superamento del positivismo e dell’idealismo assume un particolare significato etico-politico e culturale in seguito al delitto Matteotti e serve da stimolo a una risposta della battaglia socialista contro la dittatura mussoliniana".
Baratono tornò all’attività politica all’indomani della Liberazione e prima della sua morte, avvenuta a Genova il 28 settembre 1947, collaborò sull’"Avanti!" riprendendo i suoi studi di critica marxista.
Baratono fu quindi collaboratore dell’"Avanti!" quando il quotidiano socialista era diretto dal suo ex allievo, Sandro Pertini.