Amaud Serafino: un medico socialista nel cuneese
04 agosto 2004
di Giuseppe Manfrin
da Avanti della Domenica - 4 maggio 2003 - anno 6 - numero 18
Per aver qualche notizia sui primi anni del socialismo nella provincia di Cuneo, mi sono valso dell’opera di Adriana Ellena: "Il movimento socialista nel cuneese – 1892-1914" che fu la sua tesi di laurea e che la Federazione del Psi di Cuneo pubblicò nel 1965.
Ci fu nell’ultimo decennio del secolo XIX una seria difficoltà circa la diffusione dell’idea socialista nella provincia di Cuneo, anche se un rappresentante socialista fu presente a Genova nel 1892 e a Reggio Emilia nel 1893, ed anche se la presenza di Salomone Colombo risulterà per molto tempo, la figura di maggior rilievo nella vita politica cuneese e del primo socialismo nella zona.
"… verificandosi nella campagna - scrisse la Ellena nell’opera citata - una situazione diversa da quella di altre regioni italiane e, in particolare della Val Padana, i contadini cuneesi, pur vivendo forse in analogo stato di miseria e di arretratezza intellettuale, risultano durevolmente refrattari alla propaganda socialista. Innanzi tutto vi manca il fenomeno del bracciantato, almeno in vaste proporzioni; in secondo luogo i lavoratori dei campi, siano essi fittavoli, mezzadri, proprietari, costituiscono in linea generale, una schiera fedele al seguito della classe padronale e del clero".
In tale situazione si rese assai difficile il compito del propagandista e dell’organizzatore del proletariato, Malgrado ciò emerse nitida la figura di un socialista; quella del dottor Serafino Arnaud.
Serafino Arnaud nacque a Cuneo il 4 luglio 1875, da una stimata famiglia della borghesia, di schiette tradizioni cattoliche e nota per il suo spirito umanitario e filantropico. Si laureò giovanissimo in medicina e si affermò ben presto come neurologo di valore.
Lo si ricorda con ammirazione per le sue perizie giudiziarie. Non pochi accorrevano in Tribunale; studiosi, avvocati, medici, per ascoltare con profondo interesse le sue deduzioni. Si era rivelato una sicura promessa della scuola psichiatrica italiana. Il padre di Serafino Arnaud, ing. Alessandro, insegnante per lunghi anni all’Istituto Tecnico "Bonelli", si distinse per la sua attività a favore delle classi più umili. Nel giovane Serafino riemersero sicuramente tutti gli ideali umanitari del padre, concretizzati in una coscienza socialista.
Negli anni dell’Università ebbe per amico e compagno, Giuseppe Cavallera, il cuneese che divenne l’apostolo del socialismo in Sardegna. Arnaud rappresentò l’esempio tipico di coloro che giunsero al socialismo spinti dall’ansia di giustizia e dall’intima ribellione ideale contro la realtà sociale ed economica del loro tempo. Prestò la sua opera presso il manicomio provinciale di Racconigi, poi, nel 1906, esercitò la professione in città, con una edizione e spirito umanitario, inconsueti. Il dottore socialista divenne ben presto una figura notissima, non solo in città ma in tutta la provincia e non solo fra i socialisti.
Arnaud riuscì a stabilire un contatto psicologico con la parte conservatrice; una specie di ponte, assieme ai compagni riformisti, fra le due posizioni politiche avversarie, dove, la parte socialista riformista era più popolata da simpatizzanti che da tesserati. Anche nei piccoli paesi il medico socialista-missionario godeva larghissime simpatie; egli viaggiava in bicicletta, col bel tempo e con la pioggia, per strade polverose e salite montane alla sua missione di fraternità umana univa quella di innata bontà d’animo, perché prima e dopo la conferenza, visitava gratuitamente il bimbo rachitico o il vecchio manovale logorato dal lavoro.
Questi era il dott. Arnaud, legittimamente chiamato il medico dei poveri. Nel 1902 lo troviamo candidato per il Psi e per il consiglio comunale di Cuneo, poi dedicò la sua attività presso la Camera del Lavoro come consulente sanitario e presidente della locale sezione della Federazione dei Postetelegrafonici, dove impresse un indirizzo di piena adesione alla linea turatiana.
Negli anni del periodico socialista "La Scintilla" (1907-1911; cui pubblichiamo la testata di un numero del 1908), il dottor Arnaud fu l’anima del giornale e dal 1908 ne fu il direttore. Sia nell’oratoria che negli scritti egli rispecchiava fedelmente il suo animo. Non passava settimana senza che vi comparisse un suo scritto, limpido, senza ricercatezze stilistiche; tutto idee, tutto cuore.
Eletto nel 1908 al consiglio comunale di Cuneo, vi rimase sino al 1912. Rieletto ancora nel 1914, mantenne la carica sino al 1920. Nello stesso anno fu consigliere comunale ed assessore al comune di Cariglio.
Serafino Arnaud morì a Cuneo nell’aprile del 1922, l’anno prima provò un’amara delusione: venne escluso, a causa delle sue idee politiche, dalla carica di primario all’ospedale civile cittadino, dove per tanti anni aveva prestato la sua opera.
La notizia della morte del Dr. Arnaud provocò una larga ondata di commozione.
Tutti i giornali locali, d’ogni tendenza, furono unanimi nel dedicargli commossi riconoscimenti.
La prova più evidente di questo generale cordoglio, si ebbe ai suoi funerali, dove una folla strabocchevole vi partecipò. Vi fu quindi una partecipazione plebiscitaria che a Cuneo non fu mai registrata.
Un medico socialista nel cuneese
Di Giuseppe Manfrin da Avanti della Domenica -
Per aver qualche notizia sui primi anni del socialismo nella provincia di Cuneo, mi sono valso dell’opera di Adriana Ellena: "Il movimento socialista nel cuneese – 1892-1914" che fu la sua tesi di laurea e che la Federazione del Psi di Cuneo pubblicò nel 1965.
Ci fu nell’ultimo decennio del secolo XIX una seria difficoltà circa la diffusione dell’idea socialista nella provincia di Cuneo, anche se un rappresentante socialista fu presente a Genova nel 1892 e a Reggio Emilia nel 1893, ed anche se la presenza di Salomone Colombo risulterà per molto tempo, la figura di maggior rilievo nella vita politica cuneese e del primo socialismo nella zona.
"… verificandosi nella campagna - scrisse la Ellena nell’opera citata - una situazione diversa da quella di altre regioni italiane e, in particolare della Val Padana, i contadini cuneesi, pur vivendo forse in analogo stato di miseria e di arretratezza intellettuale, risultano durevolmente refrattari alla propaganda socialista. Innanzi tutto vi manca il fenomeno del bracciantato, almeno in vaste proporzioni; in secondo luogo i lavoratori dei campi, siano essi fittavoli, mezzadri, proprietari, costituiscono in linea generale, una schiera fedele al seguito della classe padronale e del clero".
In tale situazione si rese assai difficile il compito del propagandista e dell’organizzatore del proletariato, Malgrado ciò emerse nitida la figura di un socialista; quella del dottor Serafino Arnaud.
Serafino Arnaud nacque a Cuneo il 4 luglio 1875, da una stimata famiglia della borghesia, di schiette tradizioni cattoliche e nota per il suo spirito umanitario e filantropico. Si laureò giovanissimo in medicina e si affermò ben presto come neurologo di valore.
Lo si ricorda con ammirazione per le sue perizie giudiziarie. Non pochi accorrevano in Tribunale; studiosi, avvocati, medici, per ascoltare con profondo interesse le sue deduzioni. Si era rivelato una sicura promessa della scuola psichiatrica italiana. Il padre di Serafino Arnaud, ing. Alessandro, insegnante per lunghi anni all’Istituto Tecnico "Bonelli", si distinse per la sua attività a favore delle classi più umili. Nel giovane Serafino riemersero sicuramente tutti gli ideali umanitari del padre, concretizzati in una coscienza socialista.
Negli anni dell’Università ebbe per amico e compagno, Giuseppe Cavallera, il cuneese che divenne l’apostolo del socialismo in Sardegna. Arnaud rappresentò l’esempio tipico di coloro che giunsero al socialismo spinti dall’ansia di giustizia e dall’intima ribellione ideale contro la realtà sociale ed economica del loro tempo. Prestò la sua opera presso il manicomio provinciale di Racconigi, poi, nel 1906, esercitò la professione in città, con una edizione e spirito umanitario, inconsueti. Il dottore socialista divenne ben presto una figura notissima, non solo in città ma in tutta la provincia e non solo fra i socialisti.
Arnaud riuscì a stabilire un contatto psicologico con la parte conservatrice; una specie di ponte, assieme ai compagni riformisti, fra le due posizioni politiche avversarie, dove, la parte socialista riformista era più popolata da simpatizzanti che da tesserati. Anche nei piccoli paesi il medico socialista-missionario godeva larghissime simpatie; egli viaggiava in bicicletta, col bel tempo e con la pioggia, per strade polverose e salite montane alla sua missione di fraternità umana univa quella di innata bontà d’animo, perché prima e dopo la conferenza, visitava gratuitamente il bimbo rachitico o il vecchio manovale logorato dal lavoro.
Questi era il dott. Arnaud, legittimamente chiamato il medico dei poveri. Nel 1902 lo troviamo candidato per il Psi e per il consiglio comunale di Cuneo, poi dedicò la sua attività presso la Camera del Lavoro come consulente sanitario e presidente della locale sezione della Federazione dei Postetelegrafonici, dove impresse un indirizzo di piena adesione alla linea turatiana.
Negli anni del periodico socialista "La Scintilla" (1907-1911; cui pubblichiamo la testata di un numero del 1908), il dottor Arnaud fu l’anima del giornale e dal 1908 ne fu il direttore. Sia nell’oratoria che negli scritti egli rispecchiava fedelmente il suo animo. Non passava settimana senza che vi comparisse un suo scritto, limpido, senza ricercatezze stilistiche; tutto idee, tutto cuore.
Eletto nel 1908 al consiglio comunale di Cuneo, vi rimase sino al 1912. Rieletto ancora nel 1914, mantenne la carica sino al 1920. Nello stesso anno fu consigliere comunale ed assessore al comune di Cariglio.
Serafino Arnaud morì a Cuneo nell’aprile del 1922, l’anno prima provò un’amara delusione: venne escluso, a causa delle sue idee politiche, dalla carica di primario all’ospedale civile cittadino, dove per tanti anni aveva prestato la sua opera.
La notizia della morte del Dr. Arnaud provocò una larga ondata di commozione.
Tutti i giornali locali, d’ogni tendenza, furono unanimi nel dedicargli commossi riconoscimenti.
La prova più evidente di questo generale cordoglio, si ebbe ai suoi funerali, dove una folla strabocchevole vi partecipò. Vi fu quindi una partecipazione plebiscitaria che a Cuneo non fu mai registrata.