Agostinoni Emidio: un educatore riformista
04 agosto 2004
di Giuseppe Manfrin
da Avanti della Domenica - 21 luglio 2002 - anno 5 - numero 29
Dopo il primo conflitto mondiale, molti furono i contadini caduti nell’immane scontro. A quell’epoca i contadini costituivano i tre quarti della popolazione dell’Abruzzo. I reduci, congedati, erano in gran parte destinati alla disoccupazione. I socialisti organizzarono il sindacato e quelle attive leghe contadine che mostrarono tutta la loro forza in così breve tempo.
Una memorabile adunata di lavoratori della terra fu quella svoltasi a Teramo nell’aprile del 1920. Un imponente corteo, preceduto da tante bandiere rosse, si snodò per le vie della città.
La manifestazione si concluse in piazza Garibaldi, con i discorsi dell’on. Emidio Agostinoni e dell’on. Emidio Lopardi.
È utile anche ricordare il risultato positivo del primo grande sciopero agrario provinciale, condotto vittoriosamente dalla Camera del Lavoro di Teramo, in cui si ottennero patti mezzadrili e bracciantili, molto più favorevoli che nel passato.
Nel 1919 si svolsero le elezioni politiche col sistema proporzionale. Il Psi mandò al Parlamento ben 156 deputati e l’Abruzzo, tre deputati: Emidio Lopardi per l’Aquila; Mario Trozzi per Chieti ed Emidio Agostinoni per Teramo. Nelle elezioni amministrative il Psi teramano conquistò la maggioranza nei comuni di Penne, Castellamare Adriatico, Rosburgo, Campli, Montorio al Vomano, Collonella ed altri comuni minori. Vennero eletti per la deputazione provinciale di Teramo, Nicola Perotti e Paolo Caracciolo.
Emidio Agostinoni nacque a Montesilvano (Pescara) il 13 maggio 1879 da famiglia agiata di proprietari terrieri. Diplomatosi all’Istituto Magistrale si dedicò, in un primo tempo, come maestro elementare, all’insegnamento. Fu autore di testi per la scuola e collaborò al giornale dei maestri e, anche se i suoi scritti erano attinenti a problemi didattici, si poteva notare, sin d’allora, una intonazione democratica.
Si iscrisse al Psi nel 1904 e sviluppò la sua attività pubblicistica sui giornali del partito e sul quotidiano l“Avanti!”, occupandosi preferibilmente dei problemi dell’educazione. Già nel 1911 lo troviamo a Milano fra i fondatori del periodico “La cultura popolare” organo dell’Unione Italiana per l’educazione popolare che caratterizzava l’azione del partito in questo particolare settore (Università popolari, conferenze istruttive, periodici di divulgazione elementare, ecc). Agostinoni era ormai diventato uno degli esponenti riformisti più attivi e preparati ed è proprio nella corrente riformista ch’egli vedeva la tendenza più congeniale ai suoi sforzi di educatore e più vicina alle sue convinzioni evoluzioniste.
Per la Circoscrizione di Teramo venne eletto deputato nel 1919 e rieletto nel 1921.
Adolfo Lalli, nel suo libretto di appunti e ricordi, scrisse: “… Emidio Agostinoni fu una delle più belle figure dell’antifascismo italiano, aveva pubblicato uno studio pregevole sul Fucino, il lago prosciugato nel XIX secolo da Alessandro Torlonia ed era preparatissimo sui problemi della scuola. Il compagno Agostinoni pur essendo un riformista convinto, mantenne sempre un contegno sereno e leale con noi giovani che eravamo per soluzioni estreme”.
Nella lotta fra le varie correnti socialiste, non ebbe dubbi nello schierarsi con l’ala riformista e al momento della costituzione del partito Socialista Unitario (Psu), 1922, di Filippo Turati e Giacomo Matteotti, ne divenne uno degli esponenti più qualificati. Nel 1924 si trasferì a Roma dove ricoprì varie cariche direttive nel Consorzio delle Biblioteche popolari, nell’Unione per l’educazione popolare, nell’Istituto Minerva per film scolastici. In alcuni suoi scritti dimostrò ancor più la sua profonda competenza sui problemi scolastici, come “Il programma scolastico del partito socialista” (1922) e “La più fascista delle riforme fasciste. Il pensiero socialista sulla riforma regalataci dal filosofo del manganello”, opuscolo sulla riforma Gentile con prefazione di Filippo Turati (1925). Con l’affermarsi del fascismo, si ritirò a vita privata, mantenendosi fedele alle proprie idee. Si ritirò a Montesilvano occupandosi dell’amministrazione dei suoi terreni e di un piccolo commercio d’arte, sempre sorvegliato dalla polizia. Nella sua località natale, Emidio Agostinoni morì il 28 settembre 1933.