La Post-Sinistra di Marco Revelli
Marco Revelli È uno degli intellettuali italiani più irriverenti nei confronti della sinistra. Nel 1996 scrisse Le due destre per segnalare il rischio che, chiuso il Novecento fordista, la sinistra italiana si consegnasse al dominio ideologico delle tecnocrazie liberali europee. Erano gli anni di Tangentopoli e dell'Ulivo. Oggi, in pieno postfordismo, Marco Revelli propone la Post- Sinistra. Dice lui stesso del suo libro: "Resta ben poco. Perché resta molto poco della politica, della capacità di offrire un'alternativa razionale a quello che è sempre stato definito l'ordine naturale delle cose, l'immutabile susseguirsi di scelte che privilegiano una piccola parte della società a scapito di una maggioranza subalterna. Nell'Occidente capitalista è così. La destra non propone di mettere regoleall'economia e al sistema sociale. Al contrario, propone di toglierle: non si fa carico di una proposta organica di società ma si limita a suggerire le ricette ideali perché sia il libero mercato con i suoi istinti a plasmare la realtà". Alla domanda, dire che non c'è più la politica, significa dire che ha vinto la destra, lui risponde: “In un certo senso è così. Non ha vinto una destra politica in senso stretto, ma hanno vinto i tecnocrati che applicano le sue ricette. Mi colpì molto, un anno fa, la considerazione che fece il neogovernatore della Bce, Mario Draghi, all'indomani del controverso risultato elettorale alle politiche italiane. Eravamo effettivamente in una situazione di stallo, aperta a tutti gli esiti possibili. Draghi commentò: "Non c'è da preoccuparsi in modo particolare. Chiunque alla fine governerà, sulle grandi scelte c'è un pilota automatico che garantisce la rotta"".
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