Le otto ore in risaia
04 agosto 2004
di Giuseppe Manfrin
da Avanti della Domenica - 13 aprile 2003 - anno 6 - numero 15
Nel vercellese, all’epoca appartenente alla provincia di Novara, zona di monocoltura del riso, le condizioni igieniche e sanitarie della popolazione erano disperate; le abitazioni erano topaie coi pavimenti di terra, prive di riscaldamento e dei più elementari servizi igienici. Le malattie reumatiche e delle vie respiratorie erano assai diffuse, così la malaria.
Quest’ultima malattia era da secoli legata ai "miasmi" delle risaie. Però fu accertato, nei primi anni del XX secolo che era prima di tutto la denutrizione nel propiziare la malaria e fu proprio un grande socialista vercellese, l’avv. Modesto Cugnolio (nella foto) a ribadire, con forza, che la qualità della vita non era disgiunta dal flagello della malaria, tanto che ne fece il principale argomento della sua battaglia politica.
Modesto Cugnolio nacque a Vercelli il 20 marzo 1863, proveniente da una ricca famiglia. Studiò in un collegio e si laureò in legge. Fu proprio per questa condizione di benestante che, quando nel 1898 aderì al Psi, gli permise di esercitare l’avvocatura gratuitamente a favore di contadini e militanti socialisti e di fondare, a proprie spese, giornali come "La risaia" nel 1900 e "La monda" nel 1903. L’avv. Modesto Cugnolio assieme al ferroviere Ulderico Fontana, costituì, già prima del 1898, il primo circolo socialista di Vercelli. Solo nel 1918 si svolse ufficialmente il primo congresso socialista del vercellese. Prima, i socialisti vercellesi partecipavano ai congressi provinciali novaresi (Vercelli apparteneva alla provincia di Novara). "La risaia" rappresentava gli ideali del riformismo socialista che, per merito dell’avv. Cugnolio, seppe essere immune dai velleitarismi massimalistici. I soliti "rivoluzionari" di turno, guardarono con sospetto l’avv. Cugnolio a causa delle sue origini borghesi, ma in realtà era la posizione politica del riformismo turatiano, la vera causa di tali contrasti. A quel punto Cugnolio pubblicò un proprio giornale "La monda", negli anni 1903 e 1904, per poi rientrare nell’alveo naturale del partito. Questo giornale fu l’alfiere del riformismo nel vercellese e stimolò le lotte contadine in tutta la zona risicola. In quel periodo l’avv. Cugnolio perfezionò l’organizzazione dei braccianti, ricostituendo la Federazione dei contadini. Ma la grande vittoria del movimento socialista vercellese fu la battaglia del 1906 che portò, per la prima volta nelle campagne italiane, la conquista della giornata lavorativa di otto ore durante il periodo della monda del riso e successivamente estesa ad ogni tipo di lavoro agricolo e, finalmente, tale clausola venne compresa nei contratti collettivi, inoltre, passò anche il principio che i lavoratori erano rappresentati dalle loro organizzazioni. Le organizzazioni degli scioperi che portarono a questa vittoria, servirono da modello per analoghe lotte in altre parti d’Italia e sarebbe ora che, da un punto di vista storico, tale evento fosse maggiormente valorizzato. Nel 1909 i socialisti si allearono coi democratici e conquistarono la maggioranza al Comune di Vercelli. Nelle elezioni politiche del 1913, i socialisti ottennero una grande vittoria e l’avv. Cugnolio venne eletto deputato. Purtroppo a Vercelli città si ebbe, allo interno del Psi, una sterzata massimalista e nelle amministrative del 1914, il Psi, sia pure per poco, non ebbe la maggioranza che riconquistò nel 1920 e sindaco fu eletto il riformista Lorenzo Somaglino. Nel contado, sempre nel 1914, zona controllata da Cugnolio, si ebbero ben 35 sindaci e oltre tre quarti dei comuni del vercellese con amministrazioni socialiste. Modesto Cugnolio rivestì diverse cariche pubbliche: nel 1907 fu eletto consigliere provinciale; nel 1909 consigliere comunale di Vercelli; nel 1910 membro dell’amministrazione dell’Ospedale Maggiore e nel 1913 eletto deputato al Parlamento. Alla Camera i suoi interventi furono legati ai problemi delle campagne, alla necessità alle bonifiche e sulla difesa della piccola proprietà terriera. Con l’intervento dell’Italia nel primo conflitto mondiale si comportò in linea con gli indirizzi del Psi e i suoi interessi andarono verso il tentativo di alleviare i disagi della guerra sulle popolazioni. Modesto Cugnolio fu sicuramente i personaggio dominante del primo socialismo vercellese. "Egli riuscì – scrisse Giovanni Ferraris – a stabilire un efficace contatto umano con i contadini, cui sapeva esporre le sue idee con semplicità, persuasione. Fiducioso nel potere della legalità, fu riformista convinto e dimostrò la validità dei suoi metodi proprio in occasione della battaglia per la conquista della giornata lavorativa di otto ore, basata su motivi giuridici e considerazioni etiche, intese a sconfiggere una mentalità arrestata sulle tecniche agricole e meschini interessi economici. Anche grazie alla sua umanità riuscì a portare i contadini alla vittoria senza tragici eccessi che hanno caratterizzato altre lotte sindacali, anche di minor conto".
Nel marzo 1917, l’on. Modesto Cugnolio, presentò alla Camera un o.d.g. sul "decentramento del servizio di produzione e distribuzione dei mezzi di consumo" pronunciando, per l’occasione, un lungo discorso nel quale criticò la politica dei calmieri e delle requisizioni, allargando via via la problematica fino all’assenteismo dei grossi proprietari e alla necessità degli espropri delle terre incolte. Morì a Roma pochi giorni dopo questo suo intervento alla Camera, il 18 marzo 1917.