Gennaio 2004 - Testo della conferenza stampa del Primo Ministro Tony Blair, sul nuovo regime fiscale per l'alta educazione- tratto da Critica Sociale, Gennaio 2004.

01 gennaio 2004

Pubblichiamo di seguito un ampio stralcio della conferenza stampa tenuta dal Primo ministro britannico, Tony Blair alla vigilia del voto alla Camera dei Comuni sulla nuova legge voluta dal governo inglese per le nuove tasse dell’Università. Sì tratta di un documento di grande interesse ed utile per una riflessione sul modello di nuova democrazia fondata sul principio della “collaborazione fiscale” tra Stato e cittadini, capace di riformare il welfare valorizzando la libertà di scelta, la qualità dei servizi pubblici, la promozione del capitale umano secondo equità e giustizia sociale.

Primo Ministro.
Buon. pomeriggio a tutti, benvenuti a questa conferenza stampa mensile. Iniziamo con una breve presentazione del progetto sulle nuove tasse universitarie. Penso che valga la pena di approfondire

nel merito la questione e John (un tecnico. ndr) sarà di aiuto per supplire alle mie lacune sugli aspetti tecnologici (il riferimento è ai pannelli elettronici per le tabelle, ndr).
Lasciatemi illustrare di nuovo: lo scopo è avere un giusto futuro per la formazione universitaria, Noi crediamo che il nostro progetto di riforma sia il migliore per tutti gli studenti, perché non avranno più tasse da pagare per andare all’università,
Questo è meglio per gli studenti più poveri, perché ci sarà per loro un nuovo finanziamento di 3000 sterline (4.500 Euro) all’anno. Ed è meglio per le Università perché vedranno un importante incremento delle loro finanze. Perché è necessario fare questo? E’ necessario perché c’è stato un calo del 36 per cento nei finanziamenti per studente nel corso degli Otto anni precedenti al nostro governo.
E’ necessario perché nelle Università sta crescendo la frequenza: oggi siamo al 43 per cento di giovani sotto i trent’anni iscritti, e si pensa che questa percentuale sia destinata a salire ancora, Su questo punto ci sono state delle incomprensioni. C’è chi dice che abbiamo messo a fuoco una sorta di obiettivo arbitrario. Ma la ragione per la quale abbiamo deciso di darci l’obiettivo di aumentare la frequenza universitaria fino al 50 per cento dei giovani britannici è che la frequenza è destinata a crescere fino al 2010 in linea sia con gli standards scolastici, sia con la domanda di impiego. Per questo è necessario fare una riforma che aumenti le possibilità di partecipazione delle famiglie più povere.
Come mostra la Linea Blu (nel grafico esplicativo, ndr) le entrate universitarie dopo il nostro arrivo al governo nel ‘97 sono salite, mentre guardando la Linea Rosa (idem, ndr) i fondi per il sostegno agli studenti sono scesi drasticamente prima che arrivassimo al governo.
Tutto ciò che abbiamo potuto fare a fronte dell’incremento della frequenza, è stato cercare di stabilizzare il calo dei fondi di sostegno, che tuttavia restano al di sotto del punto in cui si trovavano 15-20 anni fa.
Parlando dei supporti agli studenti, cosa bisogna fare?
Ovviamente prima di tutto c’è la “Fee deferral” (tassa differita), una cosa del tutto diversa dalle tasse che ogni famiglia si trova dì fronte per mandare i propri figli all’Università. D’ora in poi non dovranno più cercare questi soldi, nessuna famiglia dovrà più farlo per accedere all’Università.
Abbiamo anche predisposto una soglia più alta per l’obbligo del rimborso dei prestiti ottenuti, da 10.000 sterline (15.000 Euro) a 15.000 sterline (22.500 Euro) di reddito all’anno.
E’ un meccanismo più generoso e lo spiegherò in un momento.
I prestiti dovranno essere estinti dopo 25 anni e tali prestiti di mantenimento saranno accresciuti per coprire il costo della vita: in tal modo avremo un supporto significativo che ci aiuterà per ampliare gli accessi.
Per i più poveri, comunque, ci sarà un sostegno di 3.000 sterline (4.500 Euro) all’anno per chi frequenterà i corsi più costosi. Metà di questo finanziamento sarà gratuito. E nessuno studente che venga da una situazione di povertà avrà bisogno di indebitarsi ulteriormente.
Mettendo a confronto tra loro la prima versione con la nuova del progetto dì riforma, o se volete, i due schemi. Vediamo cosa succede. Bene, prima di tutto con il nuovo sistema non c’è il pagamento anticipato (la tassa d’iscrizione, ndr): è di gran lunga meglio per la gente non dover pagare tasse per entrare all’Università. In secondo luogo per quanto riguarda l’estinzione del prestito, ricordo che circa l’80 per cento degli studenti usufruisce del prestito di mantenimento pieno.. Penso che mediamente ora sì tratti di circa 10.000 sterline di debito a testa, cosa che non è come se fosse sconosciuta, ma si tratta di prestiti che si estingueranno intorno ai 65 anni o in caso di morte. Ora invece sarà automaticamente cancellato dopo 25 anni. Questo significa in particolare che, per esempio, se una donna è andata all’Università ma decide di rimanere a casa per badare ai suoi figli e di non tornare di nuovo al lavoro, in tal caso il debito è estinto e l’effetto è un sistema più giusto.

E infine ci sono i vantaggi per gli studenti più poveri. Questo mantenimento gratuito viene reintrodotto in linea con le originarie Raccomandazioni di Dearing (le leggi inglesi, nelle parti attuative, sì limitano a Raccomandazioni che non hanno un formale vincolo giuridico, ma forza morale. ndr) di alcuni anni fa e questo è un cambiamento sostanziale.
Una sostanziale misura di supporto è che per la prima volta, dopo anni, gli studenti poveri potranno accedere effettivamente al sostegno finanziario che è di 1.500 sterline (2.250 Euro) all’anno, e insieme al restante finanziamento, come ho tetto, giungere ad un sostegno economico complessivo di 3.000 sterline.
Inoltre, per quanto riguarda i prestiti agli studenti, il carico continuo degli interessi non è una vera rata d’interesse, perché è la restituzione (del solo capitale, ndr) da parte dei laureati sul lungo periodo, che è il miglior sistema di pagamento.
E infine se posso mostrarvi ancora due idee che illustrano il nostro nuovo progetto, potete vedere come esso dia molti più benefici del vecchio. In quello precedente il prestito di mantenimento verrà rimborsato dallo studente se guadagnerà 20.000 sterline dopo la laurea e dovrà pagare 17 sterline (circa 25 Euro) alla settimana. Con il progetto attuale, invece, il rimborso sarà circa la metà, cosa generosa, anche questa, nei confronti dei laureati più giovani quando ancora probabilmente avranno pochi soldi.

Domanda lo interrompe (indistinta)

Primo Ministro
Bene, naturalmente dovrai restituire l’ammontare del prestito, questo è vero. Ma quello che voglio dire è che nei primi momenti del tuo lavoro sarai in condizioni più favorevoli non essendo soggetto alla stessa pressione finanziaria di 17 sterline alla settimana per (un reddito, ndr) di 20.000 sterline all’anno. Pagherai, infatti, circa la metà.
Volevo concludere con un’ultima considerazione che ritengo importante e che riguarda la fine di questo dibattito nella Camera dei Comuni, e questo è tremendamente importante.
Intendiamo presentare un provvedimento di legge e naturalmente lo facciamo, ma penso che altre idee siano state recepite dal dibattito che c’è stato nel Paese e penso che questo sia molto interessante e con cifre molto importanti che dimostrano ciò che effettivamente spendiamo nell’educazione dei nostri giovani ad ogni livello e illustra, inoltre, gli ultimi investimenti negli anni recenti, circa 5.300 sterline all’anno per ogni studente universitario, cosa che continueremo a fare sia con denaro pubblico che in questo modo, ed è veramente più di quanto investiamo nella scuola primaria e in quella secondaria.
Ora, la ragione che va sottolineata è che se si vuole incrementare il finanziamento alle Università occorre chiedere allo studente di restituire il prestito dopo la laurea, poiché’ altrimenti le cifre che già’ oggi indicano uno sbilancio negli investimenti a favore dell’università’ a scapito della scuola primaria e secondaria, risulterebbero ancora maggiormente sbilanciate in questo senso.
Dico in conclusione che è giusto, particolarmente nella circostanza in cui l’80 per cento dei contribuenti di questo Paese non è andato all’Università, chiedere ai laureati dì restituire in proporzione l’investimento sostenuto per loro. Questo non significa che il governo ed i contribuenti non abbiano intenzione di fare maggiori investimenti nell’educazione.. Noi abbiamo interesse a farlo, ma bilanceremo i contributi in modo che non provengano solo dai contribuenti in generale, ma anche dagli stessi studenti universitari.
Un ultimo punto in conclusione che vorrei sottolineare, una considerazione interessante: se si guarda al mondo dì oggi verso i paesi che stanno realizzando i maggiori investimenti per i loro sistemi dì educazione superiore, ce ne sono alcuni che hanno schemi simili a quello che stiamo proponendo qui. E’ per questo che penso che questo dibattito sia importante. E’ importante per il futuro del Paese perché l’educazione universitaria è di importanza crescente. E’ importante riformare i pubblici servizi perché abbiamo dimostrato come i pubblici servizi possono essere riformati da progressisti per il mondo d’oggi, e non di 30 o 40 anni fa. E questo è importante perché alla fine ci permetterà di metterle assieme due concetti essenziali: il futuro incontro con i cambiamenti e la giustizia per tutti i cittadini, e non semplicemente per pochi, e per queste ragioni penso che nonostante le difficoltà delle prossime settimane, ritengo che vinceremo la sfida, ma ritengo anche che ogni giorno che passa sia sempre più chiaro come è importante che vinciamo per il futuro del Paese.

Domanda
Se questa riforma dell’Università è veramente così importante come lei afferma, perché molti dei suoi stessi deputati la rifiutano? Può essere che si siano sentiti insultati o piuttosto che vogliano indebolire la sua autorevolezza e sbarazzarsi di lei?

Primo Ministro
Questa è una grande riforma e queste riforme sono sempre difficili. Se guardo indietro alla storia delle grandi riforme sociali, economiche e politiche negli ultimi venti o trent’anni, esse hanno sempre causato controversie, perché stiamo chiedendo ai cittadini di pensare in modo nuovo. Al momento ci sono due argomenti contro dì noi. Uno dice che l’educazione universitaria dovrebbe essere libera e che il concetto di tasse sia sbagliato. Ora, io credo che non è giusto mettere tutto il peso sulla generalità dei contribuenti, e penso che il Paese capirà che se si vuole espandere la frequenza nell’alta educazione è giusto chiedere ai laureati di restituire un contributo al sistema una volta che essi siano fuori dall’Università. Ma su questa questione abbiamo già vinto.
Il secondo argomento è sulla variabilità delle tasse e qui credo che sia importante sottolineare che costringere tutte le Università a far pagare lo stesso per ogni corso e per ogni Università per essere trattati allo stesso modo è semplicemente irrealistico o ingiusto. Ci saranno corsi di due anni che le Università faranno pagare meno di corsi di 3 o 4 anni di scienze o ingegneria o legge., e penso che questo sia perfettamente comprensibile. Quindi favorire la variabilità delle tasse penso sia una buona idea, non una cattiva idea.
Ora, la battaglia su questo è ancora da vincere. Vogliamo essere sicuri che i cittadini capiscano che si tratta di un tentativo genuino di trovare una giusta soluzione ad un problema che è di grandissima importanza per la futura prosperità della Gran Bretagna. Queste riforme sono sempre difficili, ma è interessante (o non lo è?) che quando si leggono i rapporti sulle scuole specializzate e su come hanno funzionato? Anch’io due o tre anni fa dicevo che sarebbero state scuole elitarie che avrebbero finito per portarci ad un sistema discriminatorio. In realtà ciò che è accaduto è che queste scuole di specializzazione hanno ottenuto grandi risultati, perché hanno istruito in modo differente e perché il sistema ha lavorato meglio. Ora, le ragioni di questa riforma hanno vinto. Ma due anni fa era altrettanto controversa. Io credo sarà lo stesso adesso per i finanziamenti all’Università. Anche se non sottovaluto le difficoltà.

Domanda
Cosa pensa delle reali motivazioni di chi si sta opponendo? Stanno cercando pretesti?

Primo Ministro
Penso che sia saggio da parte mia non speculare sulle motivazioni, mentre è meglio cercare di portare i voti nella direzione giusta.

Domanda
E’ stato detto che il Cancelliere ha sollevato questioni sui costi dì questo progetto

Primo Ministro
In realtà pensavo che fosse stata. riportata un’altra cosa.

Domanda
Che cosa, allora?

Primo Ministro
Il modo in cui è stato riportato non è corretto. Non c’è stata nessuna divergenza tra la Segreteria per l‘Educazione e il Cancelliere. Quello che si capisce è una dolorosa gara a cercare chi è d’accordo e chi no.

Domanda
Qual è la sua posizione, allora?

Primo Ministro
(Blair conferma gli obiettivi del suo Segretario all’Educazione e del progetto di riforma. Spiega di nuovo che il prestito di mantenimento all’Università sostituirà le vecchie tasse d’iscrizione, e che per gli studenti poveri ci sarà l’esonero o condizioni più agevoli per la restituzione del prestito di cui una parte, circa la metà, sarà ritenuta a fondo perduto)

Il primo ministro deve prendere una decisione sullo scopo per cui si trova al governo. E lo scopo è. saper prendere decisioni difficili quando si ritengono giuste per l’interesse del Paese e portarle avanti. La ragione per cui ho impegnato tanti sforzi nella riforma dei finanziamenti universitari è che credo sinceramente che nel futuro l’unica via di sviluppo del nostro Paese sia quella di avere forza lavoro sempre più preparata, e per questo dobbiamo pagare per quanto in modo equo.
Quando 6 o 7 anni fa fui eletto e dissi che l’educazione era la priorità, intendevo, e tutti credevano che intendessi, la scuola. Ma se si parla di educazione oggi si deve parlare anche delle capacità degli adulti, di educazione universitaria e anche di educazione dei bambini prima che vadano a scuola. Questa è una parte del tentativo di andare incontro al futuro in modo diverso. Ho grande fiducia in questo progetto. E più questa discussione va avanti e più i cittadini avranno visto che si tratta di una riforma audace, sì, ma anche l’unica importante e l’unica giusta. Non ci sarebbe motivo nell’iniziare un lavoro senza portarlo a conclusione e questo è il perché noi andremo fino in fondo.

Vai all'Archivio