23.07.2001 - CAMERA DEI DEPUTATI - SEDUTA DEL 23 LUGLIO 2001 - INTERVENTO DI UGO INTINI SUGLI EVENTI DEL G8 A GENOVA

23 luglio 2001

Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel villaggio globale mediatico le carte lette dal ministro dell’interno pesano poco. Pesa la carta della stampa internazionale, che dà dell’Italia un quadro disastroso. Pesano, ancor più delle parole, le immagini: quelle delle televisioni di tutto il mondo sono molto più crude delle immagini diffuse dalla televisione italiana.
Ciò che si è visto nelle nostre case ha comunque suscitato sgomento; sgomento per le violenze delle bande criminali vestite dì nero, come è ovvio, e sgomento per gli eccessi dì violenza da parte della polizia, per le bastonate, i calci contro cittadini già a terra ed inermi, per il sangue sul volto dei ragazzi, sui muri e sui pavimenti della scuola che è stata, più che perquisita, assalita. Sono immagini da paese sudamericano, che ci ricacciano Indietro di decenni nella considerazione dell'opinione pubblica internazionale. È un sangue che macchia l'immagine dell'Italia, altro che i panni stesi che urtavano il senso estetico del Presidente del Consiglio !
Dobbiamo allora usare il linguaggio della verità: ci troviamo di fronte ad un disastro mediatico internazionale dal quale deriva un’emergenza nazionale. Non ci si può infatti nascondere dietro un dito: la maggioranza di Governo, a torto o a ragione, non è vista nel mondo come una normale destra europea, per i motivi evidenti che ben conosciamo. L’Italia, a torto o ragione, era sotto osservazione, ed il Governo ha sperato, con il G8, di superare un primo esame, di ottenere una forte legittimazione, ricavando invece esattamente l’opposto.
Purtroppo per il Governo e per l’Italia, le scene di inaudita violenza sulle televisioni di tutto il mondo hanno coinciso perfettamente con lo stereotipo peggiore che l’immaginario collettivo internazionale potesse conservare di un paese governato da post fascisti. L’opposizione potrebbe fermarsi qui, far propaganda e strumentalizzare la delegittimazione internazionale del Governo, ma noi non possiamo fare propaganda; dobbiamo fare politica e dobbiamo farlo nell'interesse dell’Italia, perché la maggioranza parlamentare c’è, è ampia e governerà comunque, ancorché risultasse sempre più delegittimata internazionalmente e ancorché i rapporti di Amnesty International sul nostro paese - già, per la verità pesanti - diventassero ancora. più pesanti. Dobbiamo farlo nell’interesse dell'Italia ma anche nostro, perché a una destra anomala, lungo la strada della propaganda e inevitabilmente della demagogia, finirebbe per corrispondere una sinistra anch’essa anomala, ribellista, massimalista. e strutturalmente minoritaria.
Prima del previsto. purtroppo, dobbiamo allora offrire concretamente quel compromesso storico per gli anni 2000 di cui parlavo nel dibattito sulla fiducia al Governo Berlusconi. Dobbiamo aiutare la maggioranza a diventare una normale destra europea.. per essere anche noi, sino in fondo, una normale sinistra democratica europea, responsabile quando è al Governo e quando non c’è, una sinistra responsabile e soprattutto prudente. Se è vero, com’è vero, che il movimento di Seattle ricorda il sessantotto, dobbiamo anche ricordare che in Italia e soltanto in Italia non per caso il sessantotto degenerò negli anni di piombo. Abbiamo già visto e sentito tutto trent’anni fa. Non vogliamo il replay di polemiche pregiudiziali e troppo prevedibili.
La maggioranza, dunque, accetti il compromesso: se è partita con il piede sbagliato, cambi il passo in tempo e non difenda l’indifendibile. Riconosca la sua catastrofe organizzativa e riconosca i due eccessi opposti: l’eccesso di tolleranza verso le poche bande criminali dotate di armi improprie e l’eccesso dl violenza verso giovani inermi e persino verso giornalisti. Smetta l'esecutivo di dire che Genova era una città inadatta, scelta colpevolmente dal passato Governo. Qualunque città è inadatta se le forze dell’ordine si blindano e si barricano nel centro e se, nel contempo, lasciano bande di guerriglieri libere dl attaccare qualunque punto peri-ferico, senza neppure tenere di riserva i reparti mobili di pronto Intervento. Questo la maggioranza dl Governo deve al paese; la sinistra, dal canto suo, deve uno sforzo dì chiarezza.
Il popolo di Seattle, per fortuna, non è davvero antiglobalizzazione, non è contro la globalizzazione; in. pratica è, all’opposto. per la globalizzazìone per una globalizzazione parallela a quella del potere economico della politica, della solidarietà, della pressione sui Governi da parte dell’opinione pubblica Una sinistra europea è la prima nemica della violenza: isola i violenti certo, ma anche le zone grigie di tolleranza, le ambiguità le incomprensioni e la violenza delle parole. Una sinistra europea non ripete gli errori dei post--sessantotto. Sa che se si sbaglia, arriveranno come negli anni settanta, dopo le spranghe contro il G8, le P38. Una sinistra europea non chiede il disarmo della polizia o come ha fatto irresponsabilmente il Genoa social forum dopo la morte del giovane il ritiro della polizia dalla città.
La destra e la sinistra si aiutino a vicenda nell’interesse nazionale La maggioranza prenda atto dei suo fallimento e consenta di fare chiarezza sino in fondo sull’accaduto. La sinistra sia il principale nemico dell’estremismo e lo sia prima della polizia, perché il giudizio morale e politico viene prima di quello dettato dai codici e l’errore politico viene prima del reato. infine, destra e sinistra - e concludo - evitino di trovare capri espiatori, a cominciare dal carabiniere di vent’anni che ha sparato, spezzando sciaguratamente la vita di un suo coetaneo

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