21 febbraio 2004 - Cossiga risponde a Berlusconi
21 febbraio 2004
Lettera del presidente Francesco Cossiga dal "Il Riformista" del 21.02 04
Caro Silvio,
ho letto con interesse le dichiarazioni da te rese ad Atene su i politici di professione quali “ladri” e sull’incitamento da te rivolto ai buoni cittadini all’indagine privata su beni e fortune ( e perché non anche sugli amori, che a quanto mi dicono, costano anch’essi?) e magari al loro linciaggio ( e perché non anche delle “fidanzate”?) .
A differenza di moltissimi altri, anche di Forza Italia e della Casa delle Libertà, esse non mi hanno assolutamente meravigliato né tanto meno scandalizzato, com’è accaduto ad esempio ad alcuni amici dell’UDC e del centro sinistra. E questo per tre motivi.
Anzitutto un motivo storico. In un primo momento gli organi d’informazione del tuo gruppo si schierarono decisamente a favore del “pool” della Procura della Repubblica di Milano e sostenne la campagna mediatico-giudiziaria denominata: “Mani Pulite”. Ma in questo tu non fosti solo perché anche una parte della DC plaudì, sperando che fossero i magistrati ad aiutarli a sbarazzarsi dello PSI, dato che attraverso di me, capo dello stato e invitato a fare… questo servizio, non vi erano riusciti. E sulle tue posizioni era schierato anche il tuo futuro alleato, il MSI, poi AN, coerentemente con il suo anche attuale “giustizialismo” d’antica ispirazione rocco-gentiliana e inflessibilmente nemico della così detta, e per me e per molti, gloriosa Prima Repubblica. D’altronde, vinte le elezioni politiche che del 1994 e incaricato di formare il Governo, anche tu fosti coerente con queste originarie posizioni, tanto da offrire il ministero dell0interno prima, e poi anche la direzione della “superpolizia” da costituire presso l’allora Ministero delle Finanze all’“Eroe di Mani Pulite”, della Giustizia non proprio! l’ineffabile Antonio Di Pietro.
Vi è poi un motivo ideologico. Tu hai una concezione antitradizionale della politica e vorresti che la società politica, con la sua storia, i suoi partiti, i suoi movimenti e le sue ideologie fosse sostituita dalla “società civile produttiva”, e in altre parole i produttori, i manager d’azienda e anche i consumatori. E’ una concezione economicistica della politica, in cui sembrano risuonare anche temi del così detto “marxismo volgare” e del “populismo” più francese che sudamericano.
Ma poi vi è un terzo motivo, per il quale io non mi sono né meravigliato né scandalizzato: le esigenze peculiari al tuo tipo di propaganda elettorale !
Mi sembra che tu abbia ormau iniziato la tua campagna elettorale mantenendo e rafforzando lo stile e il metodo “populistico-demagogico”, tutto orientato a rispondere alle pulsioni più istintive di una parte della “gente”. E così dopo i riverniciati slogan su “i comunisti sono sempre comunisti” ( anche il tuo amico Putin?) e su “i comunisti mangiano i bambini” ( anche il tuo amico Putin e anche a Villa La Certosa, e quindi anche in tua presenza? Ohibò! ), ecco la tua “comprensione” per gli evasori fiscali e ancora più avanti il nuovo slogan: “Tutti i politici alla ‘vecchia politica’ sono ladri”, che ricorda molto, anche se in chiave generalizzata, il famoso slogan da “agit-prop” vetero-comunista: “Democristiani forchettoni”. E quando, scamiciato e con al collo un fazzoletto “azzurro forza-italia"! ma con una robusta scorta, ti metterai alla testa di una turba inferocita dei truffati dai bond CIRIO e PARMALAT e darai dalla piazza un beninteso finto assalto alle sedi delle banche c che hanno piazzato i bond, e perché no?, anche alla sede della CONSOB e di Bankitalia?, naturalmente dopo aver avvertito e riassicurato presidenti, governatori e direttori generali?
Ebbene, contro di quel che “a caldo” hanno pensato gli sfiduciati, i meravigliati e gli scandalizzati, io mi chiedo se tutto questo invece non ti porti per caso voti, e quindi li porti a “Forza Italia”, che sei tu, e in fondo anche alla Casa delle Libertà e quindi ai tuoi “ scandalizzati” alleati.
Questa era la premessa a due domande che ti rivolgo: una di carattere storico e una di carattere personale. Winston Churchill, Delano F. Roosevelt, Konrad Adenauer, Helmut Schmidt, Alcide De Gasperi che aveva anche una casa in montagna, Giuseppe Saragat, che aveva una villa a Monte Mario, Pietro Nenni, Palmiro Togliatti, Giorgio Almirante, nessuno dei quali “aveva fatto soldi ed era entrato in una azienda “ e che tutti possono considerarsi alla Max Weber “ Politicker als Berufer”, e cioè “politici di professione” o poichè “Beruf” significa tanto “professione” quanto “vocazione”, anche “politici di vocazione”, erano tutti, ma proprio tutti, “ladri” patentati?
Ed io, che non ho mai fatto soldi “entrando in azienda”, né come proprietario né come amministratore né come dipendente, che sono giustamente considerato un “politico di professione”, ma anche, almeno io lo spero, un “politico di professione”, io che non ho barche né aerei né elicotteri, che ho, è vero, tre o quattro medi-piccoli appartamenti a Sassari, ereditati da mia madre e da tre mie zii e zie, io che non abito né a Palazzo Graziali, né a Villa Casati, né a Villa La Certosa, ma a Prati, fino ad ieri in una casa di locazione dalla quale le Assicurazioni Generali mi avevano sfrattato, non per morosità, beninteso! Finalmente, al margine della vita, questa casa adesso finalmente sono messo in condizione di acquistare grazie, al diritto di prelazione e allo sconto che ho maturato e che spetta a me come a tutti gli altri inquilini dello stabile, investendovi più per i miei figli che per me, che ho poco da vivere, tutti i risparmi di una vita. Ma allora anch’io, che tutto sommato per il cinquantennale servizio allo Stato, pur non essendo un Alcide De Gasperi e neanche, non dico il suo, ma neanche uno dei suoi eredi politici, posso, anzi debbo e voglio, si voglio, essere considerato un “politico di professione” ed io spero tanto anche un “politico di vocazione”, dimmi, caro Silvio, ti prego!, anch’io debbo essere considerarmi un “ladro”, anzi dato il mio “cursus honorum”, meglio un “ladrone” o addirittura, essendo arrivato a cinquantasette anni di età al Quirinale ( a proposito, tu quanti anni hai e quanti ora ne dimostri? ) , ancor peggio ( o meglio…) un “ladrone da strada maestra”? Lo pensi veramente o è tutta “bassa “, anche se ahime! fors’anche utile propaganda”? Non so proprio in quale dei due casi, come cittadino e come democratico mi dovrei preoccupare di più!
Permettimi, caro Silvio, per la nostra amicizia, di farti ancora una domanda, della cui risposta non mi potrò certo giovare sia per l’età che ho e che tutta dimostro e voglio dimostrare, si,a per la sperimentata “mancanza di talenti”, i senso reale e figurato. Come si fa, dimmi caro Silvio, ad arrivare ad essere insieme uno degli uomini più ricchi del mondo e anche leader di un grande movimento politico trasversale e presidente del consiglio dei ministri, senza essere e, ciò che in politica è quasi più importante, non essere considerato un “ladro”, e prendere tanti,tanti voti? Anch’io certo ai tempi della “Prima Repubblica” e della “Vecchia Politica del Teatrino” ho preso molti voti, anch’io sono stato presidente del consiglio dei ministri, ma io ero, secondo il tuo originale criterio, un “ladro”, forse anche un “ladrone di strada maestra” !
Dalla tua ben nota cortesia, attendo qualche risposta, mentre ti confermo con i più cordiali saluti, la mia amicizia
Francesco Cossiga