21.09.1998 – MALPENSA NON PUO’ UCCIDERE LINATE. Anche i Socialisti come Kinnock stanno dalla parte dei passeggeri. Roberto BISCARDINI, Avanti della Domenica
01 gennaio 2000
Il Governo italiano ha affrontato la vicenda Malpensa collezionando una serie eccezionale di errori e facendo pagare al Paese una brutta figuraccia sul piano internazionale.
Malpensa segna il punto più basso delle relazioni politiche tra Italia ed Europa, ma come ha spiegato recentemente Neil Kinnock, non c’è una Europa che lavora contro l’Italia, c’è semmai un’Italia (dico io) ancora un po’ troppo “comunista” che non accetta le regole del mercato e che non si propone di difendere gli utenti attraverso lo strumento prioritario della competizione tra imprese.
Dice Kinnock “i decreti Burlando non sono compatibili con il diritto comunitario…. La legge europea varata nel ’93 è chiara. Essa tutela l’interesse dei viaggiatori, delle compagnie aeree e dei Governi. E deve essere rispettata.”
Come avevamo denunciato noi socialisti tempo fa, il Governo con i decreti Burlando ha aperto con l’Europa una battaglia che non poteva essere vinta sostenendo a testa bassa gli interessi di Alitalia anziché quella dei passeggeri e dell’utenza.
Nonostante l’interessamento personale di Romano Prodi (vedi articolo del 25 marzo scorso sul Corriere della Sera), Burlando ha dovuto ritirare i decreti che prevedevano l’apertura di Malpensa con la contestuale chiusura di Linate.
Per ragioni diverse i socialisti di Milano e della Lombardia avevano chiesto da tempo la modifica di quei decreti attraverso alcune importanti iniziative politiche (mozioni, interrogazioni e dibattito in Consiglio Regionale, un convegno a Linate, la raccolta di firme contro la sua chiusura).
Alla fine finirà grosso modo come dicevamo noi, anche se le nostre idee le abbiamo sostenute da soli contro il conformismo sospetto dei grandi partiti e della stampa. Abbiamo sostenuto che l’obiettivo prioritario di aprire Malpensa non passava necessariamente dalla chiusura di Linate e avevamo chiesto che questo aeroporto potesse rimanere un aeroporto internazionale per garantire sia i collegamenti con le altri capitali europee, sia naturalmente quelli con il resto del Paese. Evitando di chiedere agli utenti lombardi di impiegare più tempo per raggiungere Malpensa che per raggiungere in aereo le destinazioni finali, per esempio di Napoli, Palermo o Parigi. Tutelare gli interessi degli utenti significa assicurare più voli a tariffe inferiori, a prescindere dalle compagnie aeree che li effettuano. Aprendo al mercato i propri aeroporti e mettendo in competizione le diverse compagnie aeree. La conferenza di Montreal del mese di giugno ha dimostrato che molte compagnie sarebbero interessate ad utilizzare Malpensa più di quanto si poteva immaginare e ciò conferma che la domanda c’è a condizione di stare nella competizione fuori da qualunque logica protezionistica.
Questa impostazione era ed è secondo noi valida indipendentemente dalla questione dei collegamenti ferroviari e stradali più o meno efficaci tra Milano e Malpensa, anche se il tema dei collegamenti è stato decisivo in Europa per bocciare il decreto del Governo. Decreto peraltro sostenuto stranamente anche dalle Giunte di centrodestra della Regione Lombardia e del Comune di Milano.
Il 3 ottobre prossimo i socialisti lombardi insieme ai compagni del Piemonte organizzano a Gallarate un convegno sullo sviluppo territoriale, sul sistema dei trasporti e sulle opportunità di investimento, di impresa e di lavoro che il futuro aeroporto di Malpensa potrà offrire.
Il convegno di Gallarate guarderà oltre le strategie aeroportuali di Malpensa, oltre il conflitto evidente tra Governo ed Europa, oltre le figuracce delle istituzioni italiane di fronte al resto d’Europa.
I socialisti chiameranno a confronto gli imprenditori, le categorie economiche e gli esperti nel settore dei trasporti e del territorio e chiameranno a confronto le istituzioni perché si assumano le proprie responsabilità entrando in gioco più di quanto non abbiano fatto finora.
Malpensa non è una questione che può essere decisa tra Roma e Bruxelles, senza il peso dei Comuni e delle Regioni. Né le questioni che ruotano intorno a Malpensa possono continuare ad essere affrontate con l’improvvisazione o con l’arroganza strapaesana di questi mesi, fino alla proposta assurda di trasferire i voli Milano-Roma da Fiumicino a Ciampino. Questione che è suonata come una follia per Rutelli, così come per tutti gli utenti del trasporto aereo del nord Italia.
Malpensa è un’importante opportunità da tanti punti di vista, per questo i socialisti circa venti anni fa, l’hanno voluta, ma come pensavamo allora non deve nascere contro nessuno né tantomeno contro le potenzialità esistenti degli aeroporti di Linate, di Torino, di Bergamo e di Verona-Montichiari.