17.02.1999 - UNITA' UNITA' UNITA' - Roberto BISCARDINI, L’Avanti
01 gennaio 2000
l’occasione delle prossime elezioni amministrative ed europee deve essere utilizzata con coraggio e lungimiranza per mettere fine alle divisioni tuttora esistenti tra i socialisti e fare oggi quel passo politico decisivo che ancora non si è riusciti a fare.
Non si tratta solo di trovare le condizioni per presentare un’unica lista socialista alle elezioni europee, ma fare molto di più. Il problema vero è il superamento delle divisioni politiche, lavorando da subito per dar vita ad un unico partito. Se riuscissimo in questo obiettivo la lista unica alle europee non sarebbe il risultato di un accordo, ma la logica conseguenza di uno straordinario fatto politico e trascinerebbe con sè, in modo naturale, la presentazione di liste unitarie nelle 70 province e nei circa 5000 comuni in cui si vota il 13 giugno.
Infatti se è impensabile la presentazione di liste unitarie alle europee e liste diverse, magari in schieramenti contrapposti, alle amministrative, così è impensabile unirsi alle elezioni europee con la riserva mentale o il pericolo di dividersi il giorno dopo. per questo è necessario dare all’unità dei socialisti un disegno e uno sbocco politico utile.
Penso che le condizioni per l’unità siano oggi più favorevoli di quanto non sì creda e se c’è un freno all’unificazione, questo non viene certamente dal “basso”. Prova ne è la disponibilità forte nei comuni e nelle province da parte di tutti i socialisti a presentare liste unitarie, per salvare concretamente una realtà politica che sta riprendendosi anche dal punto di vista organizzativo e per avere nuovamente rappresentanti socialisti nelle amministrazioni locali.
Non abbiamo molti mesi davanti, ma in politica si può fare in pochi minuti ciò che non si è fatto per tanto tempo. Per questo abbiamo due opportunità da non perdere.
Primo: i Socialisti Democratici Italiani terranno nei prossimi mesi i loro congressi provinciali, regionali e nazionale Devono essere congressi aperti e utilizzati come occasione di riunificazione sia dci socialisti che ancora sono nel PS. sia dei tanti socialisti che hanno guardato con favore a Forza Italia, sia a quelli che sono stati in questi anni fuori dalla politica.
Non propongo annessioni allo SDI. ma viceversa propongo, con la maturità necessaria, che lo SDI senza gelosie ed egoismi, nè vantando il fatto di avere "retto" più di altri, sappia offrire a tutti uno spazio politico vero ed aperto. uno spazio nel quale si possono rimescolare energie capacità e voglia di ritornare a fare politica tutti insieme. Il Congresso dello SDI può diventare la vera occasione politica a ridosso delle elezioni del 13 giugno Dare gambe a] nuovo partito dei socialisti recuperando le radici politiche culturali del vecchio PSI facendo giustizia di tante ipocrisie mettendo il coltello nella piaga di una situazione politica disarmante e preoccupante. Con questo respiro si affronterebbero tutti insieme le elezioni europee, non solo nella logica del “salvare il salvabile”, non solo per ottenere il migliore risultato possibile (fatto di per sè importantissimo), ma anche per dare ai socialisti una prospettiva nuova. Il problema che abbiamo di fronte, e che bisogna assolutamente cogliere, è quello di ritornare ad essere un punto di riferimento politico, anche se numericamente ancora modesto, per una sinistra italiana letteralmente allo sbando. Destinata ad essere usata oggi dai poteri forti e liquidata domani dagli stessi poteri. Ma anche un punto di riferimento per una cultura laica e democratica oggi sottoposta a durissima prova. Il progetto Amato sulla riforma elettorale e il voto in parlamento sulla commissione di inchiesta per Tangentopoli, insieme ad altri segnali, rappresentano ormai l’iceberg di disegni pericolosi che bisogna assolutamente contrastare. Non è finito il tempo di chi vorrebbe la nostra totale sottomissione e la nostra scomparsa, a questo bisogna reagire con ogni mezzo e senza timori.
Secondo: in ogni realtà regionale, provinciale e locale, è possibile da subito mettersi intorno ad un tavolo e decidere insieme candidati, alleanze e programmi, per eleggere il maggior numero di socialisti possibili nelle amministrazioni locali che governeranno fino al 2004. Anche da questo punto di vista, le divisioni di oggi non hanno alcun senso, sono destinate a non reggere per molto tempo e non possono ostacolare oltremodo l’unità e la crescita dei socialisti.