10 agosto 2002 - Intervento di Sergio FOGAGNOLO, portavoce dei familiare de "i Quindici", alla manifestazione di commemorazione dei Martiri di Piazza Loreto.
10 agosto 2002
La giustizia di Clio
Cittadini e rappresentanti delle istituzioni milanesi, il 10 agosto di 58 anni fa, sull’angolo dove ora c’è la banca, fronte alla piazza, Quindici Partigiani furono fucilati da un plotone di militi fascisti, zelanti esecutori degli ordini del criminale nazista Theodor Saevecke.
Da allora, questo luogo ha un elevato valore simbolico, non solo per i milanesi, ma per l’I-talia intera. Non casualmente, nell’aprile dell’anno dopo, sempre qui, ma sul lato di corso Buenos Aires, finiva il fascismo. Non morte della patria, come sostiene Galli Della Loggia.
FINE DEL FASCISMO. E FINE DELLA MONARCHIA, complice dei delitti del fascismo, della guerra, dei lutti e delle distruzioni che allora facevano di Piazzale Loreto uno slargo desola-to e deserto, pieno solo di macerie e, talvolta, di milanesi impauriti e affamati. La formaliz-zazione della fine della monarchia avverrà col referendum del ‘46; ma solo con la nascita della Repubblica il cittadino italiano riconquisterà libertà e dignità democratica.
Dovremo invece aspettare 55 anni perché Saevecke sia condannato all’ergastolo dal Tribu-nale Militare di Torino.
Più che con le celebrazioni, il sacrificio di chi ha dato la vita per la libertà e la democrazia del Paese si onora trasmettendo la cultura antifascista alle nuove generazioni. Ma lo Stato, nascondendo i fascicoli delle stragi ne “l‘armadio della vergogna”, ha impedito lo studio di una parte importante della Storia di quel periodo, permettendo le più ignobili speculazioni politiche dei fascisti doc, neo e post; ha vanificato il senso di gesti nobilissimi; ed ha ucciso le vittime del nazifascismo per la seconda volta.
La vicenda de “l‘armadio della vergogna” e caratterizzata da tre periodi con storie e respon-sabilità diverse.
Il primo periodo va dal ‘43 al ‘45. Siamo in piena guerra di Liberazione, è il momento delle stragi ed è chiara la responsabilità nazista e/o fascista. Le vittime sono i partigiani, ma anche una quantità enorme di civili; l’autorità competente a giudicare quei reati nel dopoguerra è il Tribunale Militare Territoriale.
Il secondo periodo. quello de “l‘armadio della vergogna”, va dal ‘45 al ‘94. L’illegale oc-cultamento inizia nel dicembre ‘45, l’indomani della caduta del governo Pari e ne distorce le decisioni adottate appena in ottobre. Anche qui l’attribuzione delle responsabilità è molto semplice: tutti i governi dal ‘48 fino all’8 1, anno dell’autonomia della Magistratura Militare dal potere politico. Le vittime della giustizia negata sono i superstiti ed i familiari; l’autorità giudiziaria chiamata a giudicare la vergognosa durata dei procedimenti è la Corte d’Appello. L’ultimo periodo è quello delle indagini e dei processi che dal ‘94 arriva a ogni. Nel giugno ‘94 il Procuratore Militare di Roma, dr Intelisano, scopre “l‘armadio della vergogna”. Fi-nalmente, i Tribunali Militari Territoriali competenti ricevono i fascicoli ed avviano le inda-gini. Inizia la stagione tutt’ora aperta dei processi e se ne concludono quattro, tutti con con-danne all’ergastolo.
Ma dopo quasi 60 anni, 691 stragi impunite sono ancora alla fase delle indagini per le og-gettive, immaginabili difficoltà. Purtroppo, la maggior parte è destinata all’archiviazione de-finitiva. Paradossalmente, i documenti dei procedimenti ancora aperti sono soggetti a segre-to ... per evitare l’inquinamento delle prove!
I familiari dei fucilati di Piazzale Loreto sono più fortunati: il processo Saevecke è uno dei quattro che, nel giugno ‘99, si conclude con la condanna all’ergastolo. E nell’ottobre 2001 fanno ricorso alla Corte d’Appello di Milano contro lo Stato per lo scandaloso, colpevole ri-tardo con cui si è giunti alla sentenza.
A fine gennaio di quest'anno, la 4a sezione condanna lo Stato per avere illegalmente e frau-dolentemente nascosto per oltre 50 anni il fascicolo della strage di Piazzale Loreto, impe-dendo così l’esercizio dell’azione penale e lo svolgimento del processo. A metà maggio, la 2a sezione conferma la condanna con le stesse motivazioni. Oltre al pagamento delle spese legali e processuali, il Ministero della Difesa dovrà liquidare, complessivamente, circa un milione e 250 mila Euro: un conto salato che sanziona un caso vergognoso di giustizia nega-ta. Naturalmente, il Ministero della Difesa ha fatto ricorso in Cassazione.
Il nostro giudizio di familiari è molto severo.
Poiché lo Stato è venuto meno al debito morale di giustizia e di memoria nei confronti di chi è morto per la libertà e la democrazia del Paese, abbiamo deciso di onorare il sacrificio dei Ouindici per conto nostro: con una parte dell’indennizzo, costituiremo un fondo per finan-ziare ricerche storiche sulla Resistenza milanese e I Quindici, nonché su “l‘armadio della vergogna” e le relative stragi.
Per cominciare, abbiamo affidato a un noto storico l’incarico di effettuare una rigorosa e do-cumentata ricerca su Piazzale Loreto allo scopo di stroncare definitivamente le vergognose speculazioni politiche della destra. Il suo lavoro inizierà il prossimo anno e si concluderà con la pubblicazione entro il 2005. Mentre, per dare un significato politico alla nostra espe-rienza, abbiamo sentito il dovere di metterla a disposizione di chi ha vissuto lo stesso dolore a causa di scelte politiche criminali, insensate e luttuose. Oggi, insieme a quei familiari, stiamo studiando diversi casi di strage: Robecco s/Naviglio, Cefalonia, Corfù, Fossoli, Mar-zabotto, S. Anna di Stazzema, Capistrello, Leonessa e le stragi di Roma e provincia. Solo per citarne alcune.
Per concludere, se vedere condannati gli autori di quei tragici delitti a distanza di 58 anni è difficile - ma non impossibile! - non è più complicato ottenere giustizia per l’illegale e frau-dolento occultamento dei fascicoli da parte dello Stato. Anzi. Le due sentenze della Corte d’Appello di Milano costituiscono precedenti importantissimi e un aiuto straordinario per rag-giungere questo obiettivo.
Insieme al Comitato per la Verità e la Giustizia sulle stragi nazifasciste, di cui facciamo par-te, abbiamo perseguito con determinazione la costituzione della Commissione d’inchiesta parlamentare su “l‘armadio della vergogna”. A metà giugno, con l’aiuto fondamentale dei DS e l’appoggio degli altri partiti de l’Ulivo, compresa Rifondazione, l’abbiamo finalmente ottenuta. Ora sarà più facile sapere in tempi ragionevoli chi, come e perché commissionò quell’illegale comportamento alla Procura Generale Militare e scoprirne le responsabilità politiche.
Purtroppo, resta la difficoltà di sollevare il velo del segreto sulla documentazione dell’epoca per consentirne lo studio, accertare i fatti e permettere la formazione di una memoria storica condivisa, premessa necessaria della libertà di interpretazione dei fatti. E, quindi, della scrit-tura della Storia.
Grazie