03.06.1996 - “RIFORME ISTITUZIONALI E FEDERALISMO” Documento approvato dai segretari regionali dei Socialisti Italiani del Nord Italia. Milano, Consiglio Regionale della Lombardia
01 gennaio 2000
I Segretari Regionali, i Consiglieri regionali e i Deputati socialisti di Lombardia, Liguria, Veneto, Piemonte, Trentino, Friuli, riuniti a Milano nella sede del Consiglio Regionale della Lombardia il 3 giugno 1996 per definire una piattaforma politica sulle Riforme Istituzionali e sul Federalismo da proporre al dibattito nel Partito e al confronto con le altre forze, ha approvato il seguente documento:
1 - I socialisti denunciano i ritardi delle forze politiche nel comprendere e affrontare la delicatezza della questione settentrionale. Ma la questione settentrionale è parte indivisibile della questione nazionale e non è contrapposta alla questione meridionale. Anzi nella tradizione riformista sia Cattaneo che Salvemini, in modi diversi posero la questione del federalismo per superare i guasti che lo "stato accentratore" determinava sia nelle regioni del nord che al sud
2 - Sul piano politico non ci sono scorciatoie. Bisogna avviare al più presto un processo riformatore per rifondare lo Stato in senso Unitario e Federale evitando distorsioni ed iniziative fuorvianti rispetto all’obiettivo principale.. Quindi occorre dire no ai partiti del Nord, no ai partiti dell'Ulivo del nord, no ai partiti dei sindaci ed ai partiti dei Presidenti delle Regioni, si invece ad una grande iniziativa politica ed istituzionale per modificare la Costituzione in senso federale.
Senza modifiche della Costituzione non è possibile nè una grande Riforma dello Stato nè l'introduzione del modello federale.
Il Governo e il Parlamento devono decidere al più presto il percorso del processo costituente, non escludendo dal tavolo delle decisioni in merito alcuna forza politica, compresa la Lega Lombarda. Se tale processo non sarà chiarito in tempi brevi allora l’unica alternativa sarà l’elezione diretta con sistema proporzionale di un'Assemblea Costituente.
3 - Gli elementi essenziali su cui i socialisti ritengono si debba riformare lo Stato sono il Semipresidenzialismo e il Federalismo per affiancare allo Stato centrale, lo Stato delle Regioni e lo Stato dei comuni e per garantire attraverso l’elezione diretta del Presidente della Repubblica un necessario equilibrio di poteri.
4 - Sul modello dello Stato federalista si confrontano tre opzioni prevalenti fra loro in alternativa
- Quella che sostengono anche i socialisti, secondo la quale è matura una riforma dello Stato in senso federalista per dar vita ad uno "Stato unitario federale" che ha come soggetti portanti lo Stato centrale, le regioni e i comuni tutti chiamati alla pari a partecipare ed a determinare le scelte di politica nazionale. Uno Stato che non ammette supremazie di un’istituzione rispetto al un'altra e che assicura, anche attraverso le modifiche costituzionali, alle istituzioni regionali e locali forza ed autorevolezza uguale a quella dello Stato centrale.
Questo modello rifiuta il confinamento delle istituzioni locali dentro poteri amministrativi decentrati e richiede una riforma dello Stato a partire dalle autonomie anziché una riforma delle autonomie a partire dallo Stato centrale
- Quella che intendiamo combattere è quella che, estremizzando i presupposti politici e istituzionali del federalismo e l'esigenza di trasformare lo Stato unitario da centralista a federale, propone la secessione e quindi la nascita di più Stati non necessariamente meno centralisti di uno solo.
- Quella inutile, secondo la quale il federalismo si identifica con il decentramento di poteri e di competenze dallo Stato centrale al sistema delle istituzioni locali, ma il decentramento è l’antitesi del federalismo.
5 - I socialisti chiedono un impegno propositivo particolarmente forte del proprio gruppo parlamentare e grande chiarezza nella volontà di isolare i tentativi che verranno messi in campo, con diversi mezzi, dalla burocrazia statalista e dal sistema di resistenze centraliste per rompere il fronte dell’unità possibile tra Regioni e Comuni e per ridurre la portata politica del problema al puro trasferimento di competenze dallo Stato. In particolare chiedono al proprio gruppo parlamentare di esprimersi contro coloro che:
- propongono il decentramento dello Stato anziché la sua Riforma;
-contrappongono i Comuni alle Regioni e mettono artificiosamente in discussione la loro capacità di gestire il nuovo modello federalista.
6 - In attesa della riforma costituzionale è possibile comunque far da subito alcune cose:
- norme di attuazione del federalismo fiscale
- attribuzione di responsabilità politiche, amministrative e finanziarie in materia di viabilità e trasporti anche in attuazione della legge finanziaria 1996;
- legge per l’abolizione dei controlli governativi degli atti amministrativi e legislativi delle regioni;
- attribuzione alle Regioni degli uffici decentrati delle aziende statali e dei ministeri;
- superare il riparto istituzionale e addirittura aziendale delle risorse statali e delle competenze pietrificate attraverso l’uso generalizzato degli Accordi di programma tra Stato centrale , Stato delle regioni e Stato dei comuni.
7 - I socialisti propongono infine un’iniziativa immediata per la modifica e l’abrogazione di tutte le norme centralistiche contenute nel DPR 616/77 e nella legge 142\90
ed in particolare quelle che riguardano:
- la costituzione delle città metropolitane
- la predeterminazione al di là di ogni intesa da normare con leggi regionali delle competenze che riguardano le Province
- le norme che limitano la libertà di associazione tra i Comuni e quelle che impongono la trasformazione dei Consorzi intercomunali in S.p.A:.
8 - Il Federalismo, nonostante passi in primo luogo sulla ridefinizione del ruolo politico delle Regioni, non esclude in alcun modo i Comuni, anzi in questo senso i socialisti sono favorevoli ad un modello di Federalismo urbano, là dove si intenda la possibilità anche per i Comuni come per le Regioni di compartecipare alle scelte e alle decisioni di competenza dello Stato centrale nazionale e comunitario.
9 - Il federalismo è il rafforzamento del sistema pluralistico istituzionale del nostro Paese e consente ad ogni individuo la doppia identità quella nazionale e quella regionale ed anche la terza quella locale e la quarta quella europea.
10 - I Socialisti Italiani del Nord ritengono che il Partito debba far propri i temi che riguardano la Riforma dello Stato, per tradurli in proposta politica, per riproporre al Paese, anche attraverso queste tematiche, la “questione socialista” e per preparare l’imminente Congresso Programmatico.