VITA DA DS, CORNUTI E MAZZIATI - di Emanuele Macaluso da il Riformista del 30 agosto 2005
12 settembre 2005
Sono trascorsi solo pochi mesi da quando gli ulividti davano vita a una lista unitaria per le europee come premessa dalla formazione di un partito riformista, e oggi la conflittualità tra i due partiti maggiori di quel progetto, la Margherita e i Ds, ha toccato la vetta. E' evidente che l'impianto poltico-culturale di quel progetto era fragile, anche se appariva logico e utile non solo al centrosinistra, ma al sistema bibolare. Domenica Ilvo Diamanti, su Repubblica, ha messo in forte evidenza, con argomenti difficilmente contestabili, che sono i Ds, i più impegnati nel sostegno di quel progetto, a essere penalizzati dal suo fallimento. Lo stesso Diamanti ricorda pure gli sforzi fatti da Fassino per dare un profilo socialista e riformista al suo partito. Un'opzione questa, dice il politologo di Repubblica, che tuttavia non cancellato ai Ds il marchio di "postcomunisti". La scelta della Federazione avrebbe arrecato anche questo vantaggio.
Insomma, i Ds sono oggi cornuti e mazziati: non hanno la copertura della Federazione per una piena legittimazione (ma D'Alema non è stato presidente del Consiglio?) e non hanno acquisito pienamente il voto di un partito socialista. Non è questa la sede per dimostrare, con date e fatti, che dalla svolta dell'89, Occhetto e il gruppo dirigente che era con lui, compì scelte politiche che hanno sempre oscillatotra l'opzione socialista e il suo superamento, tra l'orgoglio della tradizione del comunismo italiano (soprattutto quella che si richiama a Berlinguer) e il suo ingloriioso seppellimento, tra la demonizzazione di Craxi e la sua rivalutazione, tra il partito di Prodi e il partito socialista.
Il nodo Craxi.Nell'articolo di cui discutiamo, si fa riferimento anche all'iniziativa in corso per unificare i socialisti, con un patto che coinvolgerebbe i radicali.
Questa iniziativa, come scrive Diamanti, può essere vissuta come "esterna e concorrente" ai Ds, ma può esserlo in senso opposto, come un'occasione per riaprire un discorso che rimetta al centro in Italia la costruzione di un partito del socialismo democratico europeo. E' vero, i Ds all'ultimo congresso hanno assunto questo nome; ma se uno studioso serio come Diamanti scrive quell'articolo su un giornale amico, se una parte rilevante di elettori che si riconoscono nell'area del socialismo non si riconoscono nei Ds, un problema c'è. Ed esso, a mio avviso, sta nell'equivoco di cui ho parlato, dell'essere e non essere, e di un gruppo dirigente che gira e rigira è sempre quello che fu costruito da Natta e Occhetto, nato e cresciuto con una pregiudiziale nei confronti di quei comunisti, poi diessini, considerati amici dei socialisti.
Infine, coloro i quali pensano di unificare i socialisti spero non si illudano di fare un partito che abbia un avvenire senza l'apporto di nuove generazioni e nuove forze, e senza la prospettiva di unificare tutta la sinistra di ispirazione socialista.
Da questo punto di vista le cose dette da Bobo su come si pone, storicamente e politicamente, la questione Craxi sono un contributo serio, coraggioso, importante. E' questa la strada per dicutere seriamente cos'è oggi, nel 2005, la carta programmatica del socialismo democratico e libertario.