VI RACCONTO CHI ERANO E SONO VERAMENTE I SOCIALDEMOCRATICI di Nicola Cariglia da Pensalibero.it del 23 settembre 2019
23 settembre 2019
Il direttore Nicola Cariglia prende spunto da una lettera inviata all’Espresso da Luciano Belli Paci dopo un ignobile articoletto del settimanale. E ricorda non solo i meriti storici della socialdemocrazia ma anche il coraggio e la determinazione dei suoi militanti che ne portarono avanti le battaglie in condizioni difficilissime.
SARAGAT, NUOVO UMANESIMO E
GIORNALISMO MISERABILE
Caro Cariglia,
Dopo avere visto l’ignobile articoletto a firma S.T. che riporto in calce, ho
scritto questa lettera al Direttore de l’Espresso:
Egregio Direttore,
scrivo a proposito del box a pag. 16 dell’ultimo numero dell’Espresso
intitolato Agenda nuovo umanesimo e firmato S.T. (immagino Susanna Turco).
Mi chiedo cosa possa avere ispirato un intervento così gratuitamente
dispregiativo.
Cosa c’entra con la citazione di un discorso di Saragat del 1946 in veste di presidente
dell’Assemblea Costituente il richiamo delle malefatte di esponenti del Psdi
degli anni ’70-’80 ?
Malefatte che peraltro si sarebbero poi rivelate come prime avvisaglie di un
generalizzato utilizzo delle tangenti che coinvolgeva l’intero sistema dei
partiti della c.d. prima repubblica.
E cosa c’entra il povero Cariglia, persona perbene che viene accostata ai
tangentisti solo perché Fortebraccio lo svillaneggiava per il suo anticomunismo
?
Infine mi chiedo: se il presidente Conte avesse citato De Gasperi, S.T. gli
avrebbe rinfacciato i guai giudiziari di Forlani, le collusioni di Andreotti,
le 65 tangenti ammesse dal tesoriere DC Citaristi ?
E se avesse citato il comunista Terracini, che succedette a Saragat come
presidente della Costituente, gli avrebbe rinfacciato i finanziamenti dall’Urss
o le tangenti della Metropolitana Milanese ?
Francamente sarebbe stato più dignitoso rispolverare le antiche facezie
sull’alza-barbera. Ed è tutto dire.
Cordiali saluti.
Luciano Belli Paci
Caro Belli Paci,
ti ringrazio per la segnalazione e condivido pienamente la tua lettera
all’Espresso. Personalmente sono da decenni indifferente a queste
manifestazioni squallide del peggior “giornalismo” omologato e, ormai,
postdatato. Pensa: hanno paura, per offendere, a usare il termine fascista o
comunista, ma non temono il ridicolo usando quello di socialdemocratico.
Ignoranti, e condizionati dall’opportunismo e dall’conformismo.
Se ci mettessimo allo stesso livello, potremmo dire che noi socialdemocratici li abbiamo fatti arrabbiare per una vita intera. Hanno provato a distruggerci in tanti modi e non ce l’hanno fatta. La loro rabbia ci lascia indifferenti, paghi come eravamo e siamo della loro impotenza. I socialdemocratici sono durati quanto gli altri, grazie a decine di migliaia di attivisti coraggiosi e generosi, che non si sono spaventati a competere in pochi contro tanti, nelle fabbriche, nei piccoli paesi, in tempi nei quali c’era da temere anche fisicamente. Abbiamo vinto storicamente perchè siamo stati decisivi, con la scissione di Saragat, per l’ancoraggio dell’Italia al mondo occidentale, alla democrazia e alla libertà.
Alla fine dei conti fanno tenerezza. Per negare i meriti dei socialdemocratici, sono costretti a dire che non tutti i dirigenti del partito erano come Saragat. Al contrario, proprio per difendere i comunisti, dicono che non tutti i dirigenti del PCI erano come Togliatti, consapevole e complice dei delitti di Stalin. Mentono in entrambi i casi.
Mentre noi siamo ancora in grado di ribadire le nostre ragioni. In occasione del decimo anniversario della scomparsa di mio fratello Antonio Cariglia, già segretario nazionale del PSDI, uscirà, il prossimo anno, un libro che ripercorre le vicende della socialdemocrazia italiana. E’ un libro di storia vera, non di propaganda omologata. Un caro saluto.
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