VERONESI: NON MI CANDIDERO' A SINDACO DI MILANO, 11ottobre 2005
19 ottobre 2005
Umberto Veronesi non si candida per le elezioni a sindaco di Milano. Lo afferma lo stesso oncologo in una lettera, che pubblichiamo di seguito:
''Mi costa molto come cittadino e come uomo, dover annunciare che non mi candidero' come sindaco di Milano. Non e' stata una decisione semplice. Per oltre un mese sono stato al centro di un difficile dialogo con me stesso. Sono stato profondamente attirato dalla prospettiva di potermi mettere alla guida di una città con potenzialità straordinarie per un progetto di grande respiro, ambizioso ed affascinante. Per questa Milano che mi ha visto nascere, crescere, combattere, studiare e lavorare per tutta la vita. Una città che conosco profondamente, a cui mi sono sempre sforzato di dare molto, ma da cui ho ricevuto grandi riconoscimenti, tra cui due lauree honoris causa; una città generosa e illuminata nella sua cultura giansenista manzoniana''.
''Mi sento in debito con Milano e per questo ho considerato molto seriamente la proposta di diventarne il Primo Cittadino, con l'impegno a dare il mio contributo per farne una capitale del pensiero e dell'innovazione. Il mio abito mentale, tuttavia, e' quello della scienza, della ricerca e della medicina, seguendo il metodo razionale dell'oggettivita', spesso percepito come incompatibile con le logiche politiche. Tra migliaia di parole sulla mia possibile candidatura quattro hanno tanto pesato sulla mia decisione: 'Professore, non ci abbandoni'. Sono quelle dei miei ricercatori e dei miei pazienti. Mi hanno fatto capire il significato del mio conflitto: l'impegno in favore della scienza contro la malattia e il dolore non e' una mia attivita', e' la mia vita.
E’ giusto che resti con la scienza.Vado avanti per la strada che ho intrapreso cinquant'anni fa, quando, da studente, entrai all'Istituto Tumori di Milano, e davanti a tanta sofferenza e fatalismo, giurai a me stesso che avrei dedicato la mia vita alla lotta contro la malattia con le armi della ricerca e della razionalita'. Non posso fermarmi proprio adesso che, di fronte ai grandi progressi e le opportunita' offerte dallo sviluppo scientifico, crescono i rischi che la scienza rimanga imprigionata in se stessa. La Carta di Venezia - che da poco ho proposto ed e' gia' sottoscritta da centinaia di scienziati, filosofi, teologi, economisti e politici - ha messo le basi per un 'Alleanza' fra scienza e societa', con l'obiettivo di trovare un terreno comune d'intesa soprattutto fra Scienza e Fede, di riportare i movimenti ambientalisti nell' alveo della Scienza ed inserire piu' contenuti scientifici nei programmi dei Governi. Su questi temi, con Kathleen Kennedy - che negli Stati Uniti, sulle tracce della sua famiglia, si e' fatta promotrice di un gruppo di pensiero a sostegno della scienza - stiamo pensando di costruire un movimento scientifico su scala internazionale che, oltre ad allargare gli orizzonti del sapere, si concentri su obiettivi prioritari : preservare l'ecosistema, eliminare l'inquinamento migliorando l' efficienza energetica, garantire l'acqua per l'agricoltura, combattere l'AIDS, la malaria, la fame e la mortalita' infantile. Tutti obiettivi in linea con il mio pensiero di sempre, che sono convinto di poter perseguire piu' efficacemente da uomo di scienza piuttosto che da Sindaco.
So che questa decisione non sara' condivisa da molti amici, ma so che e' quella giusta per mantenere la coerenza con me stesso''.