VACCINARSI O NON VACCINARSI CON ASTRA ZENECA di Alberto Angeli del 14 marzo 2021

14 marzo 2021

VACCINARSI O NON VACCINARSI CON ASTRA ZENECA di Alberto Angeli del 14 marzo 2021

La stampa ci dà notizia che in molti Paesi dell’Europa sta montando un’ondata di rifiuti a procedere con la vaccinazione con Astra Zeneca.

Un fenomeno che sta dilagando anche in Italia. In Toscana sembra sia stata superata la soglia di oltre il 20% delle rinunce delle prenotazioni effettuate con data di nascita 41/45. Ma anche in altre regioni la paura avanza, nonostante le rassicurazioni degli Organismi sanitari internazionali e nazionali e di molti scienziati della materia.

Preciso che il sottoscritto si è prenotato e non salterà la data della vaccinazione fissata con inoculazione di Astra Zeneca. Ma seguendo il concetto che dire scienza è affermare un principio filosofico, per meglio chiarire il senso logico delle preoccupazioni che anima l’opinione pubblica, ricorro la tesi di Karl Popper “ La

logica della scoperta scientifica”, riportando di seguito una breve sintesi (sicuramente incompleta e me ne scuso), che inerisce le scoperte scientifiche e la legge sulla loro falsificabilità. D’altro canto la scienza parte da asserzioni di base sulla validità

scientifica, senza porsi la considerazione della sua falsificabilità, in quanto teoria, in mancanza di una rilevata contraddittorietà.

Vediamo come Popper sviluppa il tema e perdonate la poca chiarezza espositiva della sua teoria filosofica. Parto dalle dottrine epistemologiche: il problema della demarcazione e il principio di falsificabilità Il problema della demarcazione consiste nello stabilire la linea di confine tra le asserzioni delle scienze empiriche e le altre asserzioni. Secondo il neopositivismo una teoria è scientifica nella misura in cui è verificata o verificabile dall'esperienza. Ma per Popper non c'è possibilità di verificare empiricamente gli infiniti casi compresi in una proposizione universale come quella che enuncia una legge scientifica. Al contrario bisogna prendere in considerazione la falsificabilità di una teoria: "Una teoria o asserzione è falsificabile se e solo se esiste almeno un falsificatore potenziale, almeno un possibile asserto di base che entri in conflitto con essa". Per esempio l'asserzione: "Domani pioverà o non pioverà" non è empirica né scientifica poiché non esiste una proposizione tratta dall'esperienza che la può falsificare. Una teoria che non possa venir contraddetta da nessuna osservazione e che non vieti l'accadimento di alcunché non ha contenuto empirico e dunque non è scientifica.

Ma che cosa sono le asserzioni di base? Esse sono enunciati elementari che riguardano singole esistenze, che hanno dunque forma singolare, relativi ad oggetti individuali che esistono in un dato spazio/tempo o no. Un'asserzione di base quindi descrive il verificarsi di un evento, intersoggettivamente osservabile, in una regione definita dello spazio/ tempo. Un'asserzione di base a carattere scientifico è per esempio la seguente: "Qui domani pioverà". Tale asserto di base è scientifico perché preciso, circostanziato e relativo a un fatto che può accadere o no e quindi falsificabile: se domani non piove l'affermazione non è vera. Gli asserti di base, insomma, devono essere intersoggettivamente controllabili. Ciò avviene tramite un accordo tra gli scienziati. L'accordo tra i ricercatori, e dunque il loro linguaggio comune, è fondamentale per definire che cosa sia un asserto di base in una data epoca. Infatti la cosiddetta base empirica del sapere non è assoluta. Certo bisogna osservare cose che esistono, ma bisogna essere anche d'accordo sui concetti con cui descriviamo quelle cose, cioè su i resoconti del linguaggio. Quindi bisogna descrivere

fatti, ma bisogna anche essere d'accordo su che cosa sia un fatto empiricamente rilevante. A causa di questa dipendenza dall'accordo dei ricercatori la scienza appare una costruzione precaria.

Al proposito delle rinunce che in Toscana raggiungono oltre il 20%, nel commentare questo dato e queste prese di posizione dei suoi cittadini il Presidente Giani ha dichiarato alla stampa (lo traggo in sintesi dal Corriere  della Sera) si vaccineranno dopo, per ultimi.

Alla domanda se condivideva il metodo De Luca, Presidente della Campania, il quale ha disposto di contattare tutti coloro che sono stati vaccinati con Astra Zeneca del lotto requisito allo scopo di raccogliere dati utili per la scienza, il Presidente Giani ha risposto: non ho tempo da perdere per fare indagini psicologiche. Dopo avere preferenziato gli avvocati nella vaccinazione, rispetto alle categorie più bisognose di protezione, si scopre che la mancanza di una sorveglianza penetrante, ha consentito che si vaccinassero figli, parenti di gradi diversi e anche amici senza che rientrassero nelle categorie previste, come ha riportato la stampa, violando palesemente le deliberazioni e indirizzi  in materia di vaccinazione del Governo e della Regione. Non esprimo giudizi, poiché ogni commento sarebbe spazio sprecato, dopo avere sprecato il voto.

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