Un'altra testimonianza su Vittorio Foa - CON FOA SCOMPARE UN GRANDE GARANTISTA dalla Agenzia Fuoritutto 23 ottobre 2008

19 novembre 2008

Un'altra testimonianza su Vittorio Foa - CON FOA SCOMPARE UN GRANDE GARANTISTA dalla Agenzia Fuoritutto 23 ottobre 2008

Pubblichiamo questo articolo che ripropone la storia dei rapporti di Foa con il Partito Socialista, uniti nel difendere le battaglie di libertà, a partire da quelle promosse dai movimenti studenteschi del ’68.
La scomparsa di Vittorio Foa ha offerto l'occasione per rievocare molte vicende della sua lunghissima vita ricca di lotte politiche, sempre pronta ad un incessante sforzo di rinnovamento culturale e di profonde revisioni di pensiero oltre che di scelte anticonformistiche. Pochi però hanno ricordato una caratteristica costante ed invariabile, delle sue convinzioni e della sua azione: un inalterabile garantismo che lo portò giovanissimo a schierarsi senza esitare contro la dittatura fascista, e che proseguì sempre per tutta la sua quasi secolare esistenza su ogni fronte laddove si manifestassero forme di repressione o di violazione della legalità democratica. A ciò lo conduceva la sua formazione intellettuale legata al socialismo liberale di Carlo Rosselli, la sua attenzione verso la condizione operaia che lo aveva condotto - lui, raffinato intellettuale - a compiere una prestigiosa partecipazione ai vertici della vita sindacale, e la perenne sensibilità verso le vicende umane e sociali delle generazioni che si susseguivano. Per tali motivazioni egli assunse un ruolo essenziale negli eventi che partirono dai movimenti sessantottini ed in tutto il decennio degli anni settanta, quando il PCI abbandonò il garantismo che aveva proclamato come partito d'opposizione, ed una volta avvicinatosi alle soglie del potere aveva abbracciato all'epoca del compromesso storico la nefasta politica della fermezza. A questa svolta Foa reagì, e promosse insieme al leader storico del comunismo italiano Umberto Terracini, al parlamentare del ‘Manifesto’ Aldo Natoli ed all'esponente della segreteria nazionale del partito socialista Antonio Landolfi, un Comitato per la Difesa dei Diritti, che fu incoraggiato e sostenuto soprattutto dal1'allora segretario del PSI Giacomo Mancini. Per oltre un decennio questo Comitato, operò intensamente per salvaguardare i diritti di giovani studenti ed operai che partecipavano alle lotte per le riforme e per l'ammodernamento della società italiana (a cominciare dall'”autunno caldo” alle battaglie referendarie per il divorzio e per l'aborto, all'opposizione sulla legge Reale, alle iniziative per la riforma sanitaria, per l'abolizione dei manicomi, per il rinnovo dell'Università e della scuola). Senza alcuna condiscendenza per tendenze eversive che pure si manifestavano nei movimenti giovanili e nelle lotte sociali, e con una netta chiusura verso ogni forma di violenza che in quegli anni si palesavano, l'attività del Comitato Foa, Terracini, Natoli e Landolfi operò attivamente per salvaguardare i diritti di tanti che venivano colpiti da forme repressive ingiuste, fino a subire illegittime detenzioni, pur non avendo espresso altro che opinioni politiche o compiuto atti che non violavano la legge penale. Di questa opera di difesa garantistica Vittorio Foa fu impagabile animatore. E la sua coscienza di garantista non si oscurò mai, neppure, in seguito, all’epoca di quel tripudio del giustizialismo che fu l'operazione di Mani Pulite.

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