UNA RIFLESSIONE A POCHI GIORNI DAL VOTO di Roberto Biscardini

23 maggio 2014

UNA RIFLESSIONE A POCHI GIORNI DAL VOTO di Roberto Biscardini

A pochi giorni da voto del 25 maggio cresce tra i socialisti la profonda delusione di non essere presenti con il nostro simbolo alle elezioni europee. Manchiamo solo noi: la lista Tsipras dà uno sbocco politico alle componenti della sinistra non PD, i Verdi hanno fatto ciò che dovevamo fare noi, hanno avuto coraggio e sono riusciti a presentare la propria lista senza bisogno di raccogliere le firme, gli altri partitini di centro in qualche modo si sono messi insieme e persino Tabacci a confronto del PSI è diventato un gigante. Va in televisione e si vede.

Come è stato già sottolineato da altri compagni: le scelte del PSI in queste circostanze hanno deluso e demotivato gli elettori socialisti, prima con la rinuncia ad una lista socialista, che sarebbe stata ben utile, anche considerando la probabile caduta dello sbarramento del 4%, quando la Corte Costituzionale si pronuncerà in merito, e poi la mancata candidatura dei massimi esponenti del gruppo dirigente del Partito, specialmente parlamentari, che hanno voluto con forza la confluenza nelle liste del PD, salvo poi ritirare la mano e far scendere in campo altri candidati, quasi a voler indicare un impegno non condotto fino in fondo e persino un certo disimpegno.

Riflessioni da riprendere dopo il voto di domenica prossima, ma che evidenziano, già oggi, la gravità della situazione e le troppo taciute responsabilità della nostra segreteria nazionale. L’assenza della lista del PSI alle politiche del 2013 e alle europee del 2014, sembrerebbe avere già chiuso ogni partita per il futuro. Il PSI anziché porsi come punto di riferimento della difesa della cultura socialista in Italia con l’obiettivo di ricostruire una posizione autonoma nella sinistra italiana, così come era stato indicato sia al congresso di Montecatini che in quello di Perugia, sembra aver rinunciato a svolgere qualsiasi ruolo politico, se non quello subalterno ad altri. Ciò ha prodotto l’esatto contrario di quello che secondo noi doveva accadere. Il PSI invece che favorire la riunione dei socialisti vecchi e nuovi e rafforzare la posizione di chi al PSI e al socialismo ancora crede, ha creato disagio e continue frustrazioni, contrassegnate nei fatti da continui abbandoni, fughe e dimissioni. Dal congresso di Venezia ad oggi, già alcuni membri del Consiglio nazionale hanno abbandonato il partito o lo stanno per fare, o non hanno rinnovato la tessera per l’anno in corso. All’insegna di una frase terribile: “Non esistiamo più. Per quale ragione dovrei rimanere”. Ma noi di fronte a questa che sembrerebbe una segnata agonia, dobbiamo reagire, così come si fa di fronte ad una grave malattia che si vuole allontanare e sconfiggere. Chi crede ancora nella funzione della politica e del socialismo, chi in questi anni ha sempre rifiutato e lottato contro il declino, ha il dovere di ribellarsi e di costruire un’alternativa con sempre maggiore convinzione e forza.

Cari compagni diamoci già oggi un appuntamento al dopo voto, per fare quello che il partito non ha fatto in questi ultimi due anni. Ricostruire un movimento socialista, ripartendo da zero. Nella convinzione che in questa fase delicata non può bastare avere qualche compagna o compagno socialista nelle liste del PD alla elezioni europee del 25 maggio, per salvarci la faccia. E ciò indipendentemente dal meritevole coraggio che questi compagni hanno avuto e dal sostegno che, in mezzo a mille difficoltà e cercando di superare le perplessità dei più riottosi, alcuni di noi sono impegnati a dargli e gli stiamo dando. Così come non basta, ma a loro va tuta la nostra gratitudine, l’impegno dei tanti socialisti che in occasione delle elezioni amministrative si impegnano con i nostri simboli e con la loro faccia.

Da domani ripartire da zero con chi ci sta. Per superare una fase buia e dolorosa del nostro partito.

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