UN RICORDO DI RICCARDO LOMBARDI A 30 ANNI DALLA MORTE
20 settembre 2014

Il 18 settembre 1984, esattamente 30 anni fa, moriva a Roma, assistito dalla sua inseparabile compagna Ena Viatto, Riccardo Lombardi . Ricordarlo a 30 anni dalla sua morte è un atto dovuto verso un uomo che ha fermamente creduto nei suoi ideali e in quei valori cristiani prima e socialisti poi che caratterizzarono il suo percorso politico. Agli inizi infatti militò nel Partito Popolare di Luigi Sturzo e più avanti fu tra i fondatori del Partito d’Azione, allo scioglimento del quale nel 1947, aderì al PSI partito a cui dedicò tutta la sua esistenza sino alla sua morte nel solco di quei valori socialisti che facevano parte del suo patrimonio e del suo bagaglio culturale e politico e per cui sacrificò se stesso e la sua vita. Della sua lotta irriducibile al fascismo, di cui ne pagò con aggressioni e pestaggi pesanti conseguenze e che lasciarono tracce sul suo fisico compromettendone più avanti la funzionalità di un polmone,ne fece insieme a tanti altri compagni di lotta una ragione di vita. Una ragione di vita che lo vide in quegli anni difficili in prima linea nella lotta al fascismo e nelle fila della resistenza nel CNLAI prima e poi protagonista di primo piano nella ricostruzione del paese uscito a pezzi dalle macerie della guerra. Spesso noi parliamo con grande enfasi e troppo spesso con molta retorica dei padri della Patria come Vittorio Emanuele , Cavour, Garibaldi, ma troppo spesso ci dimentichiamo dei padri fondatori della nostra Repubblica. Ebbene Riccardo Lombardi per la sua opera meritoria come combattente,come politico, come uomo di Stato può definirsi a pieno titolo, assieme ad altri meritevoli Statisti e politici che contribuirono alla rinascita del paese, uno degli autorevoli padri costituenti e fondatori della nostra repubblica nata dalla resistenza al Fascismo e dal fallimento di più di 80 anni della monarchia Sabauda che, assieme, avevano precipitato e ridotto l’Italia alla rovina. Riccardo Lombardi, che fu tra l’altro valente giornalista e per qualche tempo anche direttore dell’Avanti , va ricordato per il rigore morale e la coerenza dei suoi comportamenti nel rispetto dei suoi ideali finalizzati alla costruzione di una società più giusta e di eguali alla realizzazione di una società socialista attraverso quella che lui propugnava e che si augurava si realizzasse. L’alternativa di sinistra. La storia, è uso comune dire, non si fa con i se ne con i ma. Ma se rileggiamo la storia di quelle che furono le battaglie, le intuizioni, le analisi di Riccardo Lombardi nel contesto della società italiana dal dopo guerra in poi sino ai giorni della sua morte, si può dire che gli avvenimenti in gran parte gli hanno dato ragione sulle giustezza delle sue tesi e sulle battaglie fatte purtroppo non sempre vincenti dentro e fuori dal suo partito. Una serie di ragioni che nel 1948 lo portarono assieme a Vittorio Foa e Ferdinando Santi a contrastare il fronte popolare con i comunisti che, come poi vedremo, sfocerà nella sonore sconfitte elettorali di quegli anni. Un frontismo che finiva poi per accettare e legittimare da parte del PSI lo stalinismo e il mito dell’URSS. I fatti gli diedero ampiamente ragione quando nel 1956 in Ungheria e poi ancora nel 1968 a Praga i carri sovietici schiacciarono sotto i loro cingoli ogni anelito di libertà e d’indipendenza di quei popoli. Ancora una volta rivendicando l’Autonomia del PSI rispetto al PCI Riccardo Lombardi aveva visto giusto. Ma malgrado queste sue ferme prese di posizioni, in politica estera ed interna, si può ben dire che Lombardi non fu anticomunista ma come amava definirsi lui a-comunista, sottolineando la sua estraneità culturale al comunismo, non pregiudicando con ciò ogni ipotesi di collaborazione con il PCI Si può dire poi che negli anni della ricostruzione del paese ed in quelli che seguirono con le sue intuizioni fu il rigoroso interprete del riformismo socialista in una stagione esaltante di programmazione e di riforme per il paese. Nazionalizzazione delle fonti energetiche, statuto dei lavoratori, sistema pensionistico, scuola media unica e molto altro. E a proposito del suo impegno nei confronti del mezzogiorno e della sua terra la Sicilia in cui era nato , il 16 agosto del 1901 a Regalbuto, va ricordato quando nel 1947 ottenne la costituzione dell’Ente Siciliano dell’Elettricità (ESE) di cui per un breve periodo ne fu presidente al fine di promuovere l’industrializzazione dell’isola tramite interveti pubblici che ne potenziassero le infrastrutture. In quel periodo sotto la sua presidenza fu realizzata la centrale idroelettrica di Troina e gli impianti termici di Termini Imerese e di Augusta. Il Lombardi riformatore fu l’ispiratore della politica riformatrice del PSI con la quale questo partito si riproponeva di operare dentro la società capitalistica per modificarne gli equilibri di potere e di reddito a favore delle classi lavoratrici. La nazionalizzazione della Energia Elettrica e una nuova legge urbanistica avrebbero dovuto distogliere il capitalismo italiano da una posizione di rendita a favore delle classi lavoratrici e per la realizzazione di una società diversamente ricca e più giusta. Riccardo Lombardi va per questo ricordato, oggi nell’anniversario della sua morte, come significativo e degno rappresentante di una stagione politica forse irripetibile in cui la politica era intesa come missione e come spirito di servizio nei confronti dei cittadini e nel caso di Riccardo Lombardi da socialista a servizio delle classi più deboli e disagiate della società. Ricordarto come un grande uomo ed insigne statista padre fondatore della nostra Repubblica che diede grande lustro alla politica ed al nostro paese. Di quella buona politica fatta di analisi,di strategie, di confronti schietti e serrati tra i partiti, ma soprattutto di rigore morale, di cui , dopo vent’anni di Berlusconismo e di mala politica fatta di sperpero di denaro pubblico e di pressapochismo, se ne sono perse le tracce. Quando un giorno gli chiesero: Ha mai pensato di avere più soldi ? rispose :”Non avrei mai saputo che farne non ho neanche una casa”. E qui viene da pensare a chi una casa con vista sul Colosseo l’aveva ma non ricordava che gli l’avesse comprata e regalata. Ma quelli di Lombardi erano altri tempi. E quando ancora gli chiesero: “Cosa le ha insegnato la vita?” –“Ad essere onesto- rispose- prima di tutto l’onestà è essere coerenti e rigorosi con se stessi” E Riccardo Lombardi lo fu in tutta la sua vita. Ed ancora quando qualcun altro gli chiese: Cosa è una società socialista? Quella società-rispose- che riesce a dare a ciascun individuo la massima libertà di decidere della propria della propria esistenza e di costruire di costruire il proprio futuro. Il realizzarsi di quella civiltà socialista per cui Riccardo Lombardi si era battuto in tutta la sua vita e con tutte le sue forze e che, nel nostro paese, alla luce di un recente passato e di un incerto presente ricco di incognite è rimasta un’utopia E a questo punto sorge legittima una domanda se l’intera sinistra italiana avesse dato più retta a Riccardo Lombardi le cose sarebbero andate diversamente anziché ritrovarci a fare i conti non con il socialismo sognato da Lombardi ma con la barbarie della politica di oggi.
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