Un ricordo di Carlo Rosselli, quando commemora Antonio Gramsci il 23 maggio 1937, quindici giorni prima di essere assassinato
06 maggio 2019
Gramsci e Mussolini: quale contrapposizione tra di loro! Non
solo di destino e di fede politica, ma di tempra morale. Sono due mondi che si
contrappongono, due concezioni antitetiche della vita e dell'uomo.
L'uno, Mussolini, esteriore, irrazionale, improvvisatore, demagogo,
avventuriero, traditore dell'ideale della sua giovinezza, trionfante sulle
piazze, con tutta una schiera di poliziotti per salvarlo dall'odio del popolo.
L'altro, Gramsci, intimo, riservato, razionale, severo, nemico della retorica e
di ogni tipo di faciloneria, fedele alla classe operaia nella buona come nella
cattiva sorte, agonizzante in una cella con una schiera di poliziotti per
sottrarlo alla solidarietà, all'amore del popolo.
Per l'uno niente vale se non il successo, niente conta se non la forza. Purché
si arrivi al vertice del potere, purché si domini, ogni mezzo è buono. Le idee,
i principi, gli uomini non sono che mezzi per l’affermazione del proprio io,
strumenti del successo individuale.
Per l'altro al contrario niente vale se non la coerenza, la fedeltà a un
ideale, a una causa che vive per sé medesima, indipendentemente dal successo,
dall'interesse della propria persona; tutto è in lui ispirato da questo
universalismo, da questo distacco che è proprio degli esseri superiori, nei
quali il sociale prevale sull'individuale, l'altruismo e l'umano sull'egoismo e
la bestia.
L'ideale lo si serve, non ci si serve di esso. E, se necessario, si muore per esso,
con la semplicità di un Gramsci, piuttosto che continuare a vivere perdendo la
ragione di vivere. Chi dei due vincerà ?
Non c'è che da tornare alla storia, alla vostra storia francese. Le dittature
passano, i popoli restano. La libertà finirà sempre per trionfare.
Centinaia, migliaia di giovani, formatisi alla scuola di Gramsci, di Gobetti,
di Matteotti, riempiono oggi le prigioni e le isole d'Italia. Una opposizione
nuova, una Italia nuova è in procinto, silenziosamente, di sostituirsi alla
vecchia. Ciò che impressiona è la sua semplicità, la sua calma. Giovani,
soprattutto operai, intellettuali partecipano alla lotta clandestina sapendo
che un giorno la polizia verrà e li arresterà. Dopo uno, due, tre anni di
isolamento, davanti al tribunale speciale. Nessuno parlerà di essi. Spariranno
nel gorgo, entreranno nella grande legione dei precursori. In prigione,
studieranno, divideranno fraternamente il poco di vettovaglie che
l'amministrazione fornisce. Quando usciranno, ricominceranno.
Qualche giorno fa il tribunale speciale ha condannato per la seconda volta un
giovane compagno di nome Scala. Egli era stato arrestato una prima volta come
studente, con altri studenti e condannato a cinque anni. Questa volta è stato
condannato a dodici anni. E con lui c'erano degli operai. Il legame storico tra
proletariato e intellettuali è fatto.
E' questa nuova opposizione, questa nuova Italia che vincerà finalmente il
fascismo, che noi vi domandiamo di conoscere, di appoggiare, di difendere,
compagni di Francia.
Essa lotta non soltanto per la libertà d'Italia, essa lotta per la libertà e
per la pace del mondo. Essa muore in prigione, essa muore, armi in mano, in
Spagna.
Ma essa vivrà domani, essa vincerà domani, quando sulle rovine del fascismo,
sorgerà il mondo nuovo sognato da Gramsci.