UN COINTO APERTO CON LA STORIA di Bobo Craxi dall’Avanti della Domenica del 29 aprile 2012

06 giugno 2012

UN COINTO APERTO CON LA STORIA  di Bobo Craxi dall’Avanti della Domenica del 29 aprile 2012

I socialisti che celebrano i propri centovent’anni hanno un conto aperto con la Storia. Fragilità e debolezze della struttura organizzata del PSI non giustificano una così larga indifferenza nei riguardi del primo movimento politico organizzato del nostro paese; l’Italia democratica deve un tributo più grande ai Socialisti e non c’è ragione e realismo politico che tenga per stendere ipocritamente un velo di ignoranza sulla lunga, complessa e affascinante Storia del Socialismo Italiano. Cosa resta del tortuoso percorso del Partito Socialista Italiano, al di là delle sue icone, dei suoi indiscutibili meriti sociali, delle sue battute d’arresto, delle sue divisioni? Scomparsa ed entrata in crisi la forma organizzativa dei movimenti che si facevano Partito animati e plasmati attorno all’ideale della società libera e giusta il Socialismo contemporaneo non ha smarrito la sua ispirazione vitale verso la realizzazione di società che, pur tenendo conto dei cambiamenti strutturali e sociali, conservino i principi dell’uguaglianza fra gli uomini, radicando e consolidando lo spirito della solidarietà sociale della protezione e della tutela dei bisogni, della valorizzazione e dell’inclusione dei cittadini dotati di un merito. I nostri programmi d’azione rimangono ispirati dalla visione di un Socialismo liberale, umanitario, ed anche cristiano, e al rispetto doveroso verso le nostre tradizioni nazionali ed internazionali che ancora oggi indicano le strade da battere e da percorrere. E’ vero che l’intero Occidente è attraversato dalle difficoltà di carattere economico e sociale che finiscono per riverberarsi sulla democrazia, sul suo effettivo funzionamento, sulle sue fonti di legittimità; in questa crisi trova naturalmente spazio la critica e l’accusa rivolta ai partiti ed alla politica genericamente intesa. Il continente Europeo è frastornato dalle speculazioni finanziarie e dalle guerre commerciali che mettono in ginocchio unità e conquiste secolari, per questa ragione il messaggio, il programma e l’azione del Socialismo democratico, che sono figli della razionalità, della fiducia, della solidarietà e del senso di giustizia, ritornano più che mai di attualità e colmano il vuoto di idee, di valori e di proposte da cui è circondata la politica Europea. In Italia nella difficile e delicata situazione sembrano riproporsi con eguale vigore le stesse questioni che esattamente vent’anni orsono non risparmiarono la riflessione di noi socialisti che ci trovammo a dover festeggiare il nostro centenario nelle condizioni che tutti ricordano. Ed oggi come allora si ripropongono in forme più acute le questioni che avevano circondato l’Italia alla fine di un lungo ciclo politico e l’Europa che ne stava aprendo uno. Una questione morale, una questione economica, una questione nazionale alla quale sembra aggiungersi una questione europea, il rischio della sua dissoluzione in seguito all’esplosione del caso determinato dalla fragilità della sua unita economica. Oggi come allora la risposta resta quella di restare coerenti con i principi e gli orientamenti di fondo delle culture democratiche che in tutto l’occidente hanno garantito il progresso nella libertà di società un tempo oppresse, che hanno saputo mantenere vivo l’impegno per le garanzie di pace e di benessere nelle aree più a rischio nel pianeta, che, ispirati dai valori universali del socialismo democratico ed umanitario hanno lavorato e lavorano per ridurre le distanze nelle moderne società. Un messaggio nazionale ed internazionale che non può per nulla essere scambiato, come si pretende, per un alfabeto morto, per una difesa ad oltranza di un identità perduta. L’errore che viene commesso innanzitutto nel campo nel quale per ragioni storiche noi apparteniamo, ma per il quale per nessuna ragione i socialisti intendono farsi guidare o egemonizzare nel nome di un generico e retorico democraticismo. Il nostro centoventesimo non è solo un retorico omaggio alle molteplici Storie nelle quali i Socialisti in Italia hanno saputo indicare le strade del progresso, delle libertà e, quando hanno assunto responsabilità di Governo lo hanno saputo fare sapendo rappresentare gli interessi generali del paese e dei lavoratori, è un atto di fede e di speranza verso il futuro che in Europa ed in Italia non potrà prescindere dalla grande tradizione Socialista che noi continuiamo a rappresentare.

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