UN CANDIDATO DI TUTTA LA COALIZIONE PER VINCERE LA PARTITA DI MILANO, di Stefano Rossi, da La Repubblica.it del 29 luglio 2010
02 settembre 2010
Massimo Cacciari e la partita pre-elettorale: "Serve una persona autorevole e autonoma dai partiti"
Massimo Cacciari, un veneziano doc, già sindaco della città lagunare, che si impegna per trovare un candidato per il centrosinistra alle elezioni Comunali del 2011.
"Nulla di strano, a Milano do una mano come ho sempre fatto, è qui che sono stato eletto parlamentare europeo nel 1999. Faccio degli incontri con i possibili candidati".
Finora hanno detto tutti di no.
"È vero, ma sono dei no molto articolati. Non parlo di colloqui riservati, però nessuno ha rifiutato perché scettico rispetto all'ipotesi politica o per disinteresse o disimpegno. Sono no molto nobili e comprensibili, certo non dettati dalla convinzione che la partita sia perduta".
Quali caratteristiche ha la persona giusta per battere la Moratti?
"Deve rappresentare l'imprenditoria, la borghesia, le categorie professionali. Non essere "centrista", che non vuol dire niente, ma "centrale", in quanto autorevole e riconoscibile. Non dev'essere del Pd o di un altro partito, bensì della coalizione. La soluzione ideale è un Giorgio Orsoni, che a Venezia ha battuto Brunetta tenendo insieme tutti, da Rifondazione all'Udc. A Milano c'è una probabilità su mille di trovare uno così, tuttavia abbiamo la possibilità concreta di individuare un candidato autonomo, rappresentativo, conosciuto per la sua passione civile".
A molti, anche dentro il partito, il Pd sembra un po' fermo.
"A me non pare si stia muovendo male. Parlo della dirigenza locale giovane: Maurizio Martina, Pierfrancesco Majorino, Roberto Cornelli. A livello nazionale non saprei, Bersani non lo sento da una vita. Con Filippo Penati ho parlato e mi pare abbastanza su questa linea. Il metodo è giusto, poi tra il dire e il fare c'è di mezzo il solito mare. Non è facile trovare una persona credibile e conosciuta disposta a correre il rischio. I nomi sono stati fatti e non li voglio rifare, si sta cercando".
Il tempo stringe.
"Il tempo non è molto ma la strada è quella, bisogna essere catatonici per non capire che è l'unica possibile. Dunque lavoriamo con pazienza. Mal che vada, un uomo di partito si trova anche all'ultimo momento. È chiaro che vorrei che il candidato fosse già in strada con la gente".
Giuliano Pisapia alle primarie ci sarà.
"Pisapia può rappresentare un'opinione pubblica più ampia della sinistra alla quale appartiene ma lui per primo sa che non vincerebbe mai. Per far leva sullo stallo del centrodestra occorre trovare qualcuno su cui Pisapia possa convergere. Meglio se lo fa subito, ma è lo stesso se c'è un apparentamento successivo. Il più è portare la Moratti al secondo turno".
In questo caso cosa succede?
"Che al 60% si vince. La Lega non vota un candidato non suo e poi Milano ha voglia di cambiare. La Moratti è debolissima. Troppi ribaltoni in giunta (prima Sgarbi dentro, poi licenziato), Expo fallimentare, perdente il confronto con Albertini. La partita di Milano è decisiva anche in chiave nazionale, per liberarsi di Berlusconi con la politica e non con l'illusione della via giudiziaria. Ma è necessaria una interlocuzione con l'Udc".
L'Udc è divisa fra trattativa con il Pdl e corsa solitaria.
"Se il centrosinistra trova il candidato giusto, l'Udc finirà per starci. Se invece il candidato sarà solo del Pd oppure Pisapia, l'Udc non ci starà mai e sarà grasso che cola se si presenterà da sola. Credo di poter escludere che l'Udc al primo turno vada con la Moratti, vogliono cambiare anche loro".
A Milano esiste una questione morale?
"Non lo so, facciano i magistrati, mettendo in galera chi ci deve andare. Ho sempre voluto fare finta che la politica sia politica, che si prevalga con i programmi e le idee".
Cosa serve alla città?
"Connettere sinergicamente e con la massima forza alcune straordinarie eccellenze che chi vive altrove riesce ad apprezzare di più: i centri di ricerca, tutto il settore della creatività. Milano è l'unica città europea in Italia".
Ha citato Gabriele Albertini. L'ex sindaco è tentato dalla prospettiva di ripresentarsi alle elezioni.
"Personalmente me lo auguro e non per motivi strumentali, vale a dire perché toglierebbe voti alla Moratti. È stato un buon amministratore, è popolare, conosce la città. Una sua candidatura dimostrerebbe che anche lui ritiene conclusa la fase berlusconiana a Milano e nel Paese".
Qualcuno dice che alla fine si potrebbe candidare Cacciari.
"Neanche durante le feste di Carnevale".