TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE di Maria Grazia Vinciguerra
27 aprile 2013
Le insormontabili difficoltà incontrate da Bersani nel raggiungere una coesione tra le forze politiche su intese che portassero all’accordo su alcuni punti programmatici, la conseguente impossibilità di formare un nuovo governo, hanno portato il presidente Napolitano a prendere una decisione che non ha precedenti nella storia del nostro paese. Ha dato incarico a “due gruppi ristretti di personalità tra loro diverse per collocazione e per competenze di formulare … precise proposte programmatiche” su temi di carattere istituzionale ed economico sociale, tali da poter essere condivise dai partiti, in modo da creare “le condizioni più favorevoli allo scopo di sbloccare una situazione politica irrigidita tra posizioni inconciliabili”.
Questa decisione, contestata da diversi fronti, presenta due visioni fondamentali, diverse, ma interrelate tra di loro:
1. aspetto costituzionale – il ruolo del Presidente della Repubblica, definito dall’art. 69 della Costituzione, è stato interpretato dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 1/2013 : il Presidente “è stato collocato dalla Costituzione al di fuori dei tradizionali poteri dello Stato e, naturalmente, al di sopra di tutte le parti politiche. Egli dispone pertanto di competenze che incidono su ognuno dei citati poteri, allo scopo di salvaguardare, ad un tempo, sia la loro separazione che il loro equilibrio”. Non può adottare decisioni su specifiche materie, ma ha il potere / dovere di indirizzare gli organi a prendere i provvedimenti necessari ad avviare il regolare processo costituzionale di formazione del governo.
2. aspetto politico - l’iniziativa dei 10 saggi rappresenta una svolta, i cui effetti sono destinati a cambiare i rapporti di forza tra i partiti, nell’immediato e nel lungo periodo. La centralità del ruolo svolto dal Presidente non riguarda solo i poteri di indirizzo, ma entra nei contenuti, definiti nelle due aree chiave (istituzionale e socio – economica). Si va verso una trasformazione presidenzialista della Repubblica? Sarà allora opportuno un aggiornamento del sistema delle garanzie costituzionali.
I 10 saggi, chiamati per tentare di sciogliere una situazione di stallo istituzionale, rischiano di aprire una falla nelle modalità democratiche di investitura del nuovo governo. D’altra parte però offrono alla politica l’opportunità di voltare pagina ed affrontare i contenuti dei problemi, cercando il modo e i mezzi per risolversi. Diversamente dal “governo di scopo”, questa modalità non implica connivenze tra partiti, ma convergenze su soluzioni concrete utili al Paese.
Questa svolta rappresenta la sconfitta dei partiti? Di certo viene fatto fare loro un passo indietro: il PDL vede svanire la possibilità di restare aggrappato al potere attraverso un governo di larghe intese col PD e ugualmente vede allontanarsi le elezioni a giugno; il PD rimane “congelato” e il M5S riceve considerazione commisurata all’entità delle proposte.
Una cosa è chiara, che gli uomini del Presidente dovranno affrontare quei temi sociali che sono le fondamenta del socialismo e che, se perseguiti, potrebbero creare un’Italia migliore.