SULLA STRAGE DEI GIOVANI SOCIALISTI NORVEGESI
24 luglio 2011
Oggi ci sentiamo molto vicini ai nostri compagni laburisti e socialdemocratici norvegesi. Ai giovani che si trovavano nell’isola di Utoya per un meeting politico dell’organizzazione giovanile del partito. “Noi eravamo il bersaglio, ma gli attacchi di ieri cambieranno il paese, possibilmente in meglio". Lo ha detto Eskil Pedersen, leader del movimento giovanile del partito laburista norvegese in una conferenza stampa tenuta a Sundvoll durante la quale ha affermato che la sparatoria sull'isola di Utoya è stato "un attacco contro i giovani democratici che hanno un credo, ma non ci faremo zittire." Bastano queste parole per confermare e rafforzare anche le nostre convinzioni: giusto difendere le nostre idee, giusto essere socialisti, giusto credere nelle libertà di cui il socialismo è garanzia. Giusto combattere ogni forma di integralismo, compreso quello cristiano, e non dimenticare che la xenofobia, di cui l’assassino di Oslo andava orgoglioso, è un male sotterraneo e pericolosissimo di questa nostra moderna società.
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