SUL PROPORZIONALE LE LEGGI ELETTORALI di Gianfranco Astengo, da Valdo Spini
03 giugno 2017
La proporzionale usata tra il 1948 e il 1992 (non si deve usare mai il termine
Prima Repubblica perchè del tutto impropria) non era un proporzionale puro che
esiste soltanto in Israele e Olanda. Esistevano due soglie di sbarramento: un
quoziente pieno in una circoscrizione e 300.000 voti su tutto il territorio
nazionale per essere ammessi alla divisione dei resti. Esisteva anche una
correzione maggioritaria in quanto il divisore in ogni
circoscrizione era aumentato di 2 unità per favorire i quozienti più alti. In
questo modo i partiti maggiori pagavano ogni deputato circa 50.000 voti e
quelli minori 100.000. Questo per la Camera. Pregherei di diffondere queste
semplici verità ed evitare di diffondere notizie inesatte. I 23 gruppi ricevuti
dal Quirinale sono il frutto del sistema elettorale con premio di maggioranza
usato nel 2006, 2008 e 2013, attraverso micro – scissioni personali di
parlamentari eletti nei grandi partiti (in particolare in FI): sistema
elettorale giudicato incostituzionale della Corte. Nel periodo cui abbiamo
fatto riferimento in precedenza in parlamento non trovavano spazio più di 7 – 8
gruppi: un gruppo a sinistra del PCI (PSIUP poi PdUP), PCI, PSI, PSDI, PRI, DC,
PLI, MSI (che dal 1972 aveva inglobato i monarchici). Poi dal 1987 lo
squagliamento del sistema aveva favorito l’ingresso di Verdi e Lega frutto di
“fratture” inedite nella società. Il proliferare di gruppi nati in parlamento e
non dalle urne nasce con il maggioritario dal 1994 in avanti e dalla
richiesta, con il Mattarellum, di costruire coalizioni spurie in un bipolarismo
forzato dove ognuno cercava di trovare un proprio spazio di ricatto: ripeto era
la logica del maggioritario di un finto bipolarismo e di una altrettanto
posticcia alternanza (la frequenza nella caduta dei governi è rimasta
inalterata: tra il 1994 e il 1996 due governi, Berlusconi centro – destra; Dini
larghe intese (dalla Lega al PDS); 1996 – 2001 tre governi, Prodi, D’Alema,
Amato:i governi D’Alema e Amato sostenuti da una duplice rottura, a sinistra
del PRC, a destra con il gruppo di Cossiga – Mastella; 2001 – 2006 due governi
Berlusconi; 2006 – 2008 governo Prodi dell’Unione (dall’UDEUR al PRC); 2008 –
2013 governo Berlusconi, ricerca dei responsabili scissione di FIni; governo
tecnico Monti sostenuto dalle larghe intese; 2013 ad oggi, governo Letta di
larghe intese; governo Renzi con scissione di Forza Italia, governo Gentiloni
ancora sostenuto dagli scissionisti di Forza Italia). Un bel quadro di
stabilità del maggioritario non c’è che dire. Con risultatoni sul piano
economico – sociale, 2 leggi elettorali giudicate incostituzionali, 3 progetti
di riforma costituzionale falliti: uno in Aula, due dal corpo elettorale: Prego
davvero di diffondere queste incontestabili verità e non si facciano circolare
menzogne alimentate da una stampa disinformata e tendenziose. Grazie per
l’attenzione Franco Astengo"
(Thank to V.Spini)