STO PENSANDO A EUGENIO SCALFARI di Alberto Benzoni, 2020

26 marzo 2025

STO PENSANDO A EUGENIO SCALFARI di Alberto Benzoni, 2020

La sinistra è stata distrutta e la sua incapacità di rispondere concretamente ai problemi del Paese è stata la causa principale del successo della destra fino all'arrivo del governo Meloni.
Abbiamo recuperato un testo di Alberto Benzoni di qualche anno fa, esemplare per capire che non si può stare fermi al partito di Repubblica.
STO PENSANDO A EUGENIO SCALFARI
di Alberto Benzoni, 2020
La distruzione della sinistra nel nostro paese ha avuto molti complici attivi o inconsapevoli. Ma è da almeno quasi quarant'anni che trova la sua principale fonte d'ispirazione in Repubblica e nel suo fondatore.
Suo il sogno di governi tecnici retti da esperti e liberi dai condizionamenti della politica politicante. Sua la contrapposizione farlocca tra società civile e società politica. Sua, ancora, la scelta dei socialisti e di Craxi come capri espiatori di una corruzione divenuta sistemica. Sua la polemica contro le imprese a partecipazione statale. Suo soprattutto il patto faustiano offerto alla dirigenza postberlingueriana del Pci/Pds: rinunciare al suo passato e alla sua anima in cambio della sua promozione a guardiano del sistema. Suo l'europeismo senza se e senza ma. Suo un antiberlusconismo tutto basato sulle magagne del personaggio ma non sulle sue scelte politiche ed economiche. Sua, infine, l'esaltazione dei governi accompagnata dal crescente disprezzo per il popolo bue e per lo stesso suffragio universale.
Invecchiando, però, si diventa sempre più incontinenti, e non solo in senso fisico.
Un esempio clamoroso di questa infelice condizione è stata l'indicazione di voto nella recente trasmissione di Floris. Sollecitato a rispondere su di una ipotetica scelta tra Berlusconi e Di Maio in veste di presidenti del consiglio si è precipitato ad indicare il suo apprezzamento per il politico saggio e sperimentato contrapposto al salto nel buio verso il grillino ignorante e populista.
Nulla lo obbligava a questo vero e proprio sbracamento. Poteva rispondere che, nel quadro del Rosatellum (e di qualsiasi altro sistema a base proporzionale), il M5S non aveva alcuna possibilità di essere maggioranza di governo; e che quindi il quesito di Floris era improprio. Poteva rifiutare di scegliere tra "la peste ed il colera". Poteva ricordare già che in pista c'erano anche il Pd e Renzi; esaltati senza ritegno appena qualche tempo fa.
Poteva. Ma non ha voluto. Perché è l'esemplare, forse personalmente il più odioso, di quelle élite nostrane ed europee, produttrici a getto continuo di pronostici sbagliati e di consigli non richiesti ma incrollabili nel rivendicare le loro condizioni naturali di superiorità e il loro sconfinato disprezzo per noi poveri mortali e per quel suffragio universale, estremo ricorso della democrazia.

Vai all'Archivio