SOCIALISTI IN MOVIMENTO PER RIACQUISTARE IL DESIDERIO DELLA COMUNITA’ di Alberto Angeli

19 luglio 2017

SOCIALISTI IN MOVIMENTO PER RIACQUISTARE IL DESIDERIO DELLA COMUNITA’ di Alberto Angeli

Il confronto che si è aperto tra i sostenitori dell’area culturale “Socialisti in Movimento”, con l’intento di ridefinire identità e ruolo del socialismo, si svolge in un momento in cui la crisi sociale, politica e economica ha raggiunto livelli di seria preoccupazione per la tenuta del sistema. Per dirla con Bauman : “le politiche neoliberiste degli ultimi vent'anni hanno posto le condizioni per lo sgretolamento del tessuto sociale, esaltando la libertà dell'individuo a scapito della dimensione collettiva. Ma una simile libertà, basata sull'assenza di limiti, sul disinteresse al bene comune e sul conformismo, è in realtà illusoria per la sua sudditanza ai modelli e ai consumi imposti dal mercato, e ha come conseguenza l'aumento dell'impotenza collettiva e la paralisi della politica, diventata sempre più locale e insignificante”.

Da qui prende corpo la sfiducia e il senso di solitudine e di precarietà che spinge il cittadino ad una sorta di rivolta contro il sistema, di cui denuncia con rabbia l’incapacità a mettere in atto i necessari meccanismi di protezione dalla crisi economica vissuta attraverso la disoccupazione, in specie tra i giovani, dalla profondità ed estensione  della povertà, dalla mancanza di un reddito minimo garantito. Con la fine delle ideologie, che consegue a questa crisi, la rivolta travolge ogni senso di solidarietà, di umanità e spinge l’uomo a manifestare diffidenza e preclusione verso forme aperte di accoglienza, in specie nell’attuale momento storico in cui il fenomeno della migrazione è divenuto drammatico.

Albert Camus, nell’Uomo in rivolta, dà un’antologia di questa filosofia della ribellione, che percorre la storia dell’uomo, dalla Grecia fino a noi, intesa come ribellione contro ogni oppressione e contro ogni ordine umiliante per l’uomo. Su questo terreno, l’uomo rimane prigioniero della sua solitudine se non si ribella e per questa via trovare le forme di una nuova solidarietà sociale.  Quindi, passare dall’Io di Max Stirner dell’Unico e la sua proprietà, al NOI della solidarietà.

Si tratta di una passaggio difficile, se si considera la portata della crisi in cui siamo intrappolati. Circa 240 guerre si svolgono quotidianamente in numerosi paesi, milioni di bambini soffrono la fame e sono in pericolo di vita; milioni di donne e uomini cercano di fuggire dalle guerre, dalla fame e dalle carestie, mentre il pianeta terra è sottoposto alla depredazione delle sue risorse con gravi ripercussioni sul clima e sulla tenuta del sistema climatico globale. Il capitalismo finanziario è il dominus di questo sistema globale; l’occidente e le grandi potenze sono asservite al suo dominio e alle regole che presiedono la governabilità del sistema. Non occorre qui richiamare Karl Marx per descrivere il concetto del feticismo delle merci, ma pur semplificando quanto Engels ha completato di tale pensiero, ad esso si deve la forza e la portata teorica del materialismo, cioè dei rapporti che costituiscono la struttura economica della società, in cui determinanti sono le forze produttive e i rapporti di produzione.

Il fenomeno, di cui sinteticamente abbiamo parlato, cioè della ribellione dell’uomo, nel nostro Paese assume un rilievo ancora più marcato. La crisi della sinistra è un dato ineludibile. I tentativi di trovare una risposta mediante aggregazioni alla sinistra del PD Renziano, avanzano con difficoltà, e non paiono offrire un richiamo elettorale convincete, come riportano gli ultimi dati elettorali. Quello che però interessa al cittadino ribelle sono le proposte, che la sinistra deve formulare per recuperare il consenso; per l’occupazione, per il diverso modello economico, per una vera riforma della scuola, dell’Università e rilancio della ricerca. Come sostenere uno sviluppo economico industriale compatibile con la difesa dell’ambiente e del clima globale, come abbattere il debito pubblico e sostenere con forza una politica di solidarietà sociale, abbattere le disuguaglianze e affrontare i temi della sicurezza e dell’accoglienza con seri progetti politici. Impostare un’educazione civica e storica tesa a valorizzare la Repubblica e recuperare il senso della democrazia e del rispetto delle istituzioni.

Qui il ruolo del socialismo diviene il marcatore della diversità politica. La storia del PSI è parte della storia del Paese. Non è questo il tema che i “Socialisti in Movimento” intendono valorizzare, poiché l’identificazione del PSI è limitata alla figura di un piccolo e insignificante raggruppamento che sta perdendo il senso della storia e della sua funzione. Nella nostra prospettiva si colloca la ricerca di un socialismo che è si storico, ma per il fatto che appartiene ad un filone filosofico e sociologico su cui si è impegnato l’interesse di studiosi ed economisti di grande rilevanza culturale.
Engels, è dopo Marx, il pensatore più acuto che ha dato un senso teorico allo studio del socialismo scientifico, alternativo a quello utopico e riformista.

Non è questa la sede per approfondire le linee percorse dal lavoro Engelsiano sulla definizione del socialismo scientifico, poichè intendiamo limitarci solo a considerare come il socialismo debba oggi rispondere ad una crisi che non può più essere affrontata usando le vecchie formule del passato, o ricorrendo a tentativi pasticciati di una sinistra che gioca nell’ambito del sistema capitalistico per portare correzioni. Il socialismo, per il quale intendiamo lavorare, deve guardare oltre e porsi l’obiettivo di una società nella quale l’uomo riacquisti il desiderio della comunità e della socialità, si senta libero e partecipe del benessere che è chiamato a produrre, liberandosi dalla schiavitù del consumismo e dallo sfruttamento capitalistico.

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