SFIDE TERRIBILI E RISPOSTE POPULISTE di Angelo Sollazzo
05 aprile 2017
L’umanità si troverà nei prossimi anni di fronte a sfide epocali e con classi dirigenti costituite da dilettanti e non all’altezza della situazione.
La superficialità con la quale i vertici politici di alcuni Paesi, compresi quelli dell’opulento occidente, affrontano questioni preoccupanti per il futuro dell’economia e delle stesse popolazioni, lascia sbigottiti.
Il rifugio non può essere quello della speranza nell’uomo della provvidenza, della soluzione forte e tantomeno, per una falsa etica del potere, affidarsi a sprovveduti ed impreparati che solo per essere nuovi dovrebbero essere anche capaci. I populisti a distanza mostrano tutte le loro carenze e ne sappiamo qualcosa in Italia con Berlusconi, Di Pietro,Renzi e Grillo. Siamo stati e siamo messi proprio male, prima con uno showmen, quindi con un manettaro , poi con un giullare ed infine con un comico.
La prima sfida da affrontare sarà quella di porre argine alla aggressività della finanza. Economisti di fama prevedono nel prossimo anno una crisi economica uguale se non superiore a quella del 2008. Diventa sempre più urgente la supremazia della politica sull’economia, un controllo serio della finanza, regole chiare anche in economie capitaliste, uno Stato sempre presente per la salvaguardia del bene comune e per una ridistribuzione della ricchezza dove i ricchi non lo diventino sempre più ed i poveri non si impoveriscano ulteriormente. Le politiche protezionistiche di alcuni Paesi, a cominciare dagli USA, diventano preoccupanti e l’Europa non può rispondere solo con le celebrazioni, consentendo alla finanza speculativa di scorazzare liberamente nel vecchio continente.
Un solo Ministero dell’economia, una sola Banca centrale, una sola tassazione , una sola difesa, darebbero un senso all’Europa, altrimenti non avrebbe neanche l’euro avrebbe motivo di essere. Assistere a celebrazioni vuote ed ipocrite è diventato un rito che la gente comune non sopporta più.
La seconda sfida è quella delle migrazioni che stanno diventando di dimensioni bibliche. Verso l’Europa, ora dall’Africa, poi dall’Asia, potrebbe essere una moltitudine di circa un miliardo di persone in arrivo, stravolgendo economie, abitudini, luoghi e certezze che il vecchio continente non può e non vuole permettersi. Volersi prendere cura di chi ha più bisogno significa accoglienza ma soprattutto trasferire una parte, anche piccola della nostra opulenza verso quei popoli che, se messi nelle condizioni di vivere decentemente a casa propria, non avrebbero alcuna intenzione di affrontare i rischi del mare e del banditismo per fuggire. Bloccare le guerre è possibile, basterebbe volerlo, non vendere armi e garantire sicurezza per tutti, invece di fare da padrini a questo o all’altro gruppo.
L’opulento occidente destini veramente quanto deciso dalle Nazioni Unite a favore dei Paesi poveri e le migrazioni avranno termine oppure ridotte in misura significativa. Anche per loro combattere o fuggire con la pancia piena diverrebbe problematico.
La terza sfida è rappresentata dall’ambiente e dal suo peggioramento.
La natura quando viene rispettata è madre benigna, ma quando viene deturpata ed aggredita diventa matrigna cattiva. Non si può scavare dove non si dovrebbe né costruire in posti da salvaguardare e tantomeno bruciare ciò che andrebbe conservato. I risultati sono la desertificazione in grandi colture o terreni, che potrebbero produrre, provocando carestie e fame, il territorio ferito si ribella con dissesti idrogeologici, con incendi, con alluvioni e con terremoti.
Occorre prevenire per non piangere poi i morti provocati dall’incuria dell’uomo. Per ricordare all’umanità la gravità dei disastri subiti dalla natura è stata necessaria la voce di un papa argentino e di alcuni attori americani. Con rare eccezioni il potere politico fa finta di non conoscere la serietà della situazione e quando se ne occupa tutto finisce in dichiarazioni di principio con provvedimenti che vengono rinviati di anno in anno.
La quarta sfida è quella della lotta al terrorismo e della minaccia nucleare.
E’ semplicistico affermare che non si può prendere sul serio qualche dittatorello pittoresco se questi possiede una arma nucleare o vi è vicino. Le implicanze possono essere molte e le armi atomiche possono finire anche in mano a terroristi di qualsiasi specie e religione.
Il terrorismo si combatte con la buona politica, eliminando alla radice le ragioni del malessere e della protesta sociale, della fame e dei soprusi, ovunque avvengono, nei confronti degli uomini e delle donne. Si crea terrore anche costruendo armi, consentendo a ragazzi adolescenti di comprare e possedere pistole e fucili, educando, nelle scuole, al nazionalismo becero e non alla tolleranza ed al rispetto delle diversità.
Queste quattro sfide hanno bisogno di essere affrontate da società politiche forti, preparate ed illuminate. I populisti anche quando hanno valide ragioni della protesta, non sono mai capaci di gestire le difficoltà del governo della cosa pubblica.
In Italia hanno dimostrato tutti i loro limiti i governi dei Renzi, Nencini ed Alfano, ma anche all’opposizione non c’é da restare molto allegri. Grillo, Salvini e Meloni non sono migliori di essi.
Per tali e tanti altri motivi tutti gli uomini della sinistra vera si devono impegnare per ricostruire una sinistra laica, progressista e socialista, partendo proprio dall’unità dei socialisti, ovunque collocati, chiamandoli a raccolta per ricostruire una grande casa comune che, unitamente a tutte le forze della sinistra democratica, possa finalmente governare il Paese.