“SE QUESTO E’ IL LIBERISMO E’ MEGLIO ESSERE CONSERVATORI” Di Alberto Benzoni del 8 dicembre 2022
08 dicembre 2022
“SE QUESTO E’ IL LIBERISMO E’ MEGLIO ESSERE CONSERVATORI”
Il titolo è
virgolettato perché si
tratta di una, diciamo così, dichiarazione conclusiva di un articolo di Ross Douthat,
autorevole “columnist” del New York Times (l’organo più autorevole dei “liberals”
americani).
Il Nostro si riferisce al Canada di Trudeau, terra d’elezione del liberalismo/liberismo. E, nel
caso specifico, al fatto che è stata varata, e costantemente aggiornata in senso permissivo,
fino a consentirlo “a
domanda”,
se non addirittura a sollecitarlo, come già avviene in vari ospedali, una legge sul suicidio assistito. Una
legge in base alla quale sono state aiutate (o magari anche incoraggiate) a
morire, nel solo 2021, circa diecimila persone; cifra in netto aumento rispetto
all’anno
precedente e, presumibilmente, inferiore rispetto a quella di quest’anno. E, comunque, pari al 3% dei decessi
complessivi registrati nello stesso 2021.
C’è
chi protesta, naturalmente. Ed è significativo che, a farlo e in prima fila, non siano gli
oscurantisti clericali regolarmente evocati qui da noi in qualsiasi
circostanza, ma gli operatori del ramo. Medici e quanti accompagnano e
sostengono, con cure palliative, i malati terminali. In linea generale
silenzio/assenso. O, più
esattamente, assenso e basta.
Siamo, naturalmente, di fronte a un caso estremo. Che trova
riscontro, parziale, solo in Europa e nel caso del Belgio. Ma anche di fronte a
un trend che, una volta superata la barriera legislativa (leggi l’applicazione a casi estremi, malattie in
fase terminale o degenerazione fisica senza speranze) porterà, nel corso del tempo, a passare dal
suicidio generalizzato per quanti ritengano che la loro vita non meriti di
essere vissuta, all’eliminazione
surrettizia per coloro che, agli occhi della società, conducano una vita che non meriti di
essere vissuta. E rappresentano, soprattutto, un peso sempre più insopportabile per la società.
C’è
chi ha pubblicamente paragonato questa linea all’eugenetica di stampo nazista. Ma anche chi
ha ricordato che l’eugenetica
era una pratica adottata dai socialdemocratici svedesi, come corollario
inevitabile del disegno di welfare generalizzato.
Ma qui, purtroppo, non abbiamo a che fare né con la Germania né con la Svezia ma con il mondo occidentale
nel suo insieme. E con una cultura sempre più dominante, mistura micidiale di liberismo incontrollato e di
cultura calvinista. Una cultura in cui i poveri sono colpevoli e i “disadatti”, per qualsiasi ragione, un peso sempre meno sopportabile.
E, allora, faccio totalmente mie le conclusioni di Douthat: “se questo è il liberismo è meglio essere conservatori”, anzi è un dovere.