SE LA DESTRA VUOLE UN GOVERNO CHE NON GOVERNI di Emanuele Macaluso

10 febbraio 2012

SE LA DESTRA VUOLE UN GOVERNO CHE NON GOVERNI di Emanuele Macaluso

Fabrizio Cicchitto ha detto: «Questo governo non deve mai dimenticare di avere una missione fondamentale sul terreno economico». Questo è vero se si pensa ai caratteri della crisi che attraversa l’Italia e l’Europa. Ed è quello che fa Monti. Ma l’ammonimento del presidente dei deputati del Pdl ha un significato più preciso e lo sintetizza Massimo Franco sul Corriere: «Ogni ipotesi che tocchi temi come la cittadinanza, le misure per alleggerire il sovraffollamento delle carceri, la lotta all’evasione o peggio la questione dei costi della politica è (per il Pdl) lacerante». E chiarisce: «Viene vissuta come sconfinamento inaccettabile». Insomma, la destra vuole un governo che non governi: le carceri restino nel letamaio in cui vivono tante persone, i furbi continuino ad evadere il fisco e così via dicendo. Ma come si fa a separare l’esigenza di adottare misure per fronteggiare la crisi economica, dall’altra, fortemente avvertita dai cittadini, di dare soluzione a problemi che rendono la vita più pesante e la società più ingiusta? La situazione, invece, richiede più governo, più incisività, più giustizia. Ieri, il Foglio, in uno dei suoi editoriali, scrive che «i controlli dell’Agenzia delle entrate sono sacrosanti», anche quelli «simbolici» come a Cortina. E fa due considerazioni: «È inevitabile - scrive Ferrara - che si cerchi di porre rimedio a uno stato delle cose molto simile al malaffare e alla malavita»; «i politici del Pdl e altri vari nordisti che si sono scagliati contro i controlli a campione a Cortina possono avere ragioni astratte dalla loro, ma debbono ricordarsi di essere parte di una classe dirigente che ha fallito la riforma fiscale». Ho ripreso i pensieri di una persona che è in trincea contro il governo, ma non ha perso lucidità per capire come stanno le cose, per sollecitare una riflessione nel campo del centrodestra. Massimo Franco dice che iniziative del governo, come quelle accennate, nel Pdl, «danno corpo al fantasma di un gioco di sponda col Pd». Sciocchezze, anche perché nel Pd c’è chi pensa e dice che oltre le iniziative del governo - il mercato del lavoro ecc. - fanno gioco di sponda con la destra. I partiti, invece, dovrebbero usare questi mesi e l’opera del governo per una riflessione politica e anche per una riconversione di piattaforme programmatiche al fine di dare al confronto elettorale del 2013 un carattere e uno spessore diversi rispetto al passato. A questo proposito al Pdl e al Pd chiediamo: volete o no dire ai cittadini cosa pensate e cosa fate per la modifica della legge elettorale? C’è o no un testo di riforma come ha scritto il nostro giornale?

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