SE LA COSTITUENTE AVRÀ SUCCESSOTUTTO IL CENTROSINISTRA NE BENEFICERÀ di Valdo Spini - il Riformista 27 ottobre 2007
20 gennaio 2008
Man mano che si va avanti, talune certezze che venivano date per assiomatiche si dimostrano più labili di quello che non si credesse. Avevamo detto che la formazione del Partito democratico non era di per sé un elemento di stabilizzazione. E i fatti di questi giorni non mi sembra che ci smentiscano. Difficile è dire che la formazione del Partito democratico in sé e per sé abbia modificato i dati di fatto a favore del governo Prodi e contro le difficoltà che sta incontrando, come avevano preconizzato i suoi fautori. Anzi, quello che chiediamo al Pd è di esprimersi con chiarezza e con forza su quei nodi dell'attualità politica che possono rischiarare una situazione altrimenti molto oscura. Intendo dire che una pronuncia chiara sulla riforma elettorale potrebbe essere un contributo al rasserenamento del clima politico. Non va sottovalutato peraltro il successo ottenuto, all'interno del Pd, della lista «A sinistra con Veltroni». Credo che se i rappresentanti di questa lista porteranno avanti delle iniziative concrete in questo senso, debbano essere guardati con attenzione. Infatti il loro successo sembra il frutto di un voto prevalentemente di opinione: quello di quei militanti dei Ds che trovandosi di fronte la parola «sinistra» l'hanno votata come ultimo, speriamo non disperato, tentativo di sottolineare necessità di una collocazione a sinistra del nuovo partito.
Dall'altra parte, la formazione unitaria della sinistra sta mettendo in evidenza una serie di difficoltà politiche. Si parla ormai di una Federazione, il che, se potrà consentire a Sinistra democratica di mantenere una individualità, dall'altro lato si presterà alle critiche di chi vi vede un elemento di conservazione, cioè di rapporto tra vertici, più di che apertura democratica. Si è espunto dalla costruzione della Cosa rossa il tema socialista, limitandolo a un riferimento ideale di Sd, ma si è visto che il tema comunista è riemerso nella posizione del Pdci. Quanto ai Verdi, essi sono portatori di un simbolo e un nome che ha caratura europea e non potranno non far valere queste loro posizioni. Vi sarà poi chi, metterà in luce, come al Pd bisognerà contrapporre un soggetto unico della sinistra e quindi incalzerà criticamente la Federazione in un dibattito non facile.
Insomma, le classificazioni astratte, devono fare i conti con una realtà dei fatti più difficile che deriva proprio dal fatto di non aver portato fino in fondo il necessario dibattito. In altre parole, dopo che era avvenuta sul socialismo europeo una drammatica lacerazione dei Ds, bisognava dipanare con coerenza questo filo di ragionamento, costituendo una rappresentanza ampia del socialismo europeo in Italia e forti di questa base di partenza, affrontare il dialogo con la sinistra. Non è detto però che questo non possa comunque avvenire. In buona parte il compito è sulle spalle del nascituro Partito socialista, cioè del processo costituente che proprio giovedì 25 scorso ha avuto inizio formale con la costituzione dal notaio dell'Associazione di scopo per arrivare a questo risultato. Un atto di coraggio politico e morale quello di procedere in questa direzione. Un atto che deve trovare il suo logico sviluppo nella valorizzazione in positivo della costituzione di una nuova forza politica del socialismo europeo, che superi, non solo nelle intenzioni, ma anche nei fatti, la semplice ricomposizione della diaspora socialista.
Tutto questo non preclude, anzi, rende necessario il dialogo e il confronto con chi spera di portare il Pd a un chiaro schieramento nel socialismo europeo o con chi pensa che nella Federazione della cosiddetta Cosa rossa si possa comunque preservare un'affiliazione morale e anche se non formale al Pse. Al contrario, tanto più la Costituente socialista avrà successo, tanto più gli uni e gli altri potenziali interlocutori sia nel Pd che nella cosiddetta Cosa rossa verranno di conseguenza a essere rafforzati politicamente. È proprio quanto chiede Emanuele Macaluso, quando si domanda il perché non si sia formata nel nostro Paese quella «sinistra larga» da lui giustamente auspicata.
Condizione necessaria di tutto ciò è il successo della Costituente socialista e l'affermazione del nascente Partito socialista, collocato in un'area politica, che sia quella di un riformismo rigoroso, laico e socialmente orientato a sinistra. Gli stessi emendamenti presentati al Senato dai senatori della Costituente socialista, in occasione del dibattito in atto sulla finanziaria, dimostrano che la collocazione di questa formazione politica si muove su questi binari e non è quindi emarginabile dal dibattito nella sinistra. Prima ce se ne accorgerà e meglio sarà per l'intero centrosinistra, cui non è sufficiente la collaborazione-competizione o anche il logorante confronto tra Pd e Cosa rossa, ma è necessaria una componente riformista del socialismo europeo che sappia buttare la palla del gioco politico in avanti e prospettare al Paese mete più ambiziose di quelle che l'attuale unione di centrosinistra è in grado di prospettare.