SBARRAMENTO, UNA LEGGE AD DUAS PERSONAS di Andrea Romano del 30 gennaio 2009
17 febbraio 2009
È una vocazione irresponsabile quella che spinge Veltroni e Berlusconi a blindare il voto europeo con una soglia di sbarramento tagliata su misura di reciproca convenienza, appena pochi mesi prima delle urne. Perché questa leggina ad personam (ma più esattamente “ad duas tantum personas”) confermerà nell’elettorato la convinzione che le regole del voto siano determinate solo e unicamente dalle mutevoli convenienze del momento. Oggi quelle convenienze impongono la soglia del quattro per cento, prima delle elezioni del 2006 l’orrido Porcellum fu varato per altre esigenze ma con lo stesso metodo frettoloso e opportunistico, domani saranno forse altri i bisogni da soddisfare per portare un altro colpo alla dignità del voto popolare. A fare le spese di questa disinvolta gestione delle regole del gioco non saranno solo i piccoli partiti, spinti definitivamente fuori dalla rappresentanza parlamentare anche a Strasburgo dove pure non esiste alcun imperativo di governabilità, ma la stessa possibilità di una qualsiasi innovazione dell’offerta politica. Che da domani dovrà percorrere una via non elettorale per provare ad imporsi all’attenzione del pubblico, diversamente da quanto è stato concesso ormai molti anni fa persino alla Lega dell’allora senatore unico e rivoluzionario Umberto Bossi. È un’irresponsabilità condivisa dai due poli, con Berlusconi che fa un altro passo verso il traguardo del partito unitario del centrodestra, ma che appare particolarmente utile al Partito Democratico. O meglio, utile all’equilibrio di potere che mantiene in vita il Partito Democratico così come esso è concretamente percepito dagli italiani. E dunque alla leadership traballante di Veltroni, con la sua corte di colonnelli e generali tutti mugugnanti ma tutti privi di autentiche alternative. Perché possiamo anche apprezzare il gesto retorico di Dario Franceschini (che intervistato da Stefano Cappellini ha sostenuto che “la riforma serve al paese e ai nostri figli”) ma è evidente anche ai suoi più tenaci sostenitori che la toppa dello sbarramento europeo non porterà alcun giovamento né al paese né tantomeno ai nostri figli. Rimane da vedere se il Veltronellum sarà utile almeno a Veltroni, che accantona una volta per tutte l’ambizione di qualificare politicamente la propria leadership per abbracciare la strategia degli espedienti come metodo di sopravvivenza. In questo caso l’espediente è una nuova scommessa sul voto utile, che lo scorso aprile non bastò a garantirgli la vittoria e che il prossimo giugno confida di vedere resuscitato in condizioni generali assai meno favorevoli. Perché nel frattempo la sinistra radicale non ha smesso di frantumarsi ma l’effetto novità del PD ha fatto la fine che conosciamo, con il rischio che alle europee una parte decisiva dell’elettorato faccia scattare una sorta di operazione “salviamo il panda”. Con tanti saluti alla soglia del trenta per cento, che pure rappresenterebbe una ben misera linea di galleggiamento per questo PD. È dunque una scommessa avventurosa quella di Veltroni. Avventurosa e senza neanche la nobiltà residua della “vocazione maggioritaria”, che tale non è mai stata perché fin dall’inizio sostenuta dall’alleanza con Di Pietro. Oggi questo sbarramento artificioso non sarà compreso dal paese e verrà letto come un tentativo di uccidere nella culla qualsiasi tentativo di discutere alla luce del sole la missione del PD. Ma il surreale spirito bipartisan da cui è animato produrrà qualche ricompensa per entrambi i contraenti. Certamente non saranno quelle riforme condivise che l’incedere della crisi rende sempre più urgenti, ma forse qualcosa di più vicino alle sensibilità di Veltroni. Ad esempio la Rai, dove c’è da scommettere che il pantano nel quale il suo PD si è cacciato con i propri piedi sarà magicamente dissolto nel giro di pochi giorni.
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