SALVINI È IL CATALIZZATORE ... di Nicola Cariglia del 9 Dicembre 2019
09 dicembre 2019
SALVINI È IL CATALIZZATORE DELLE SARDINE NON LA VITTIMA IL MOVIMENTO OLTRE CHE DALLA DESTRA TUTTA È AVVERSATO DA QUELLA SINISTRA AUTOREFERENZIALE CHE IN NOME DELLA PUREZZA NON HA MAI ESITATO A FARE VINCERE LA DESTRA
Oggi abbiamo l’esplosione di un movimento con caratteristiche diverse rispetto al ’68. Gli anni della contestazione, soprattutto studentesca, proprio perché “contestazione” avevano di mira il potere. Il potere dello Stato, dei professori universitari, delle fabbriche: erano questi gli obbiettivi da abbattere. Era inutile chiedere loro cosa proponessero. Rispondevano che quando la casa è fatiscente occorre abbatterla. A come ricostruirla ci si pensa dopo. Il movimento delle sardine ha caratteristiche diverse. Rubo la definizione di Fabio Martini, bravissimo giornalista de La Stampa: “sono tradizionaliste (viva la famiglia!), pragmatiche, avvertono i pericoli della virtualità e soprattutto della demagogia. Potenzialmente una rivoluzione generazionale. Ma in Italia tutto finisce nei talk show, dove la triturazione, l’omologazione sono dietro l’angolo”.
Concordo in pieno con Martini, anche sulla possibilità che tutto si risolva in un fuoco di paglia. Eppure traspare a destra come a sinistra fastidio, anzi preoccupazione per il fenomeno. Disturba i seguaci consapevoli e inconsapevoli di Salvini e Meloni vedere che non hanno più l’esclusiva delle piazze: anzi, a giudicare dai numeri, ne hanno perso l’egemonia. E disturba ancora di più che ciò avvenga in nome di valori positivi, ben diversi da quelli della destra: il reale opposto al virtuale; la gioia contrapposta alla rabbia e all’odio; il pragmatismo delle azioni concrete al posto delle rutilanti e vacue promesse di palingenesi; l’inclusione sociale invece del razzismo sempre più scoperto.
Talmente rapido e inatteso il fenomeno, che li ha mandati in ciampanelle. Dicono che “manifestare contro l’opposizione significa volerle tappare la bocca, e dunque è antidemocratico”: E perché mai? Vi sembrano pochi gli spazi in TV concessi a Salvini e Meloni? Senza considerare che anche Mussolini ed Hitler prima di andare al governo erano opposizione. Magari qualcuno, manifestando, lo avesse loro impedito! Esilarante, poi, lo scagliarsi contro la giovane sardina che ha detto che “Salvini non ha diritto di essere ascoltato” perché questo sarebbe un atteggiamento illiberale. E che si vorrebbe, l’obbligo di ascoltare tutte le cose intelligenti o le cazzate di questo mondo? Sarebbe questo il nuovo concetto di democrazia liberale?
C’è poi, non meno rabbiosa, la reazione di una certa “sinistra” autoreferenziale, quella che ha sempre preferito le sconfitte pur di non lasciare ad altri l’opportunità di tentare dove essa ha sempre fallito. Una sinistra invidiosa, che da sempre nello scegliersi gli avversari fa fronte comune con la destra. Il fatto che il movimento si trovi tra questi due fuochi, già di per se accresce la simpatia che provo. Magari non durerà e si scioglierà come neve al sole. Non riuscirà ad elaborare soluzioni per i complessi problemi del Paese (ma qualcuno ci dovrà pur dire chi ci sta riuscendo). Però, con la presenza nelle piazze di tantissime città, ci ha fatto capire che è possibile una concezione della politica meno squallida e meno appecoronata di fronte alla volgare demagogia dei tribuni del momento.
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