Ruffolo vuole far dialogare i socialisti e prova a lanciare la sua Fabian Society - il Riformista 30 ottobre2007
16 novembre 2007
A confronto esponenti che hanno aderito al Pd e al Ps «Non si tratta di discutere su ciò che è alle nostre spalle, ovvero della collocazione dei socialisti nel Pd o nella Costituente socialista o altrove. Qualunque sia la scelta fatta esiste la possibilità che persone che in vario modo si riconoscono nel socialismo europeo dialoghino sui contenuti, sui programmi e sui problemi». Uno che la cultura ma anche la politica socialista la mastica da una vita come Giorgio Ruffolo non vuole sentir parlare del dibattito sulla forma partito del Pd, o di come vanno i vari cantieri della sinistra. Vuole invece provare a discutere con i socialisti di ogni dove sui problemi, possibilmente volando alto. Per promuovere questo confronto ha dato vita a una "Consulta socialista" che ha organizzato per il prossimo 6 novembre un incontro con diverse personalità che provengono dalla cultura socialista e che ad essa vogliono continuare a fare riferimento. Il modello, spiega Ruffolo, è la «Fabian Society», l'associazione da cui nacque il partito laburista: «L'obiettivo è far rivivere la questione socialista non come rivendicazione parrocchiale ma come esigenza storica». Anche perché, per Ruffolo, sebbene Pd e Costituente socialista sembrino, almeno ad oggi, così lontani ci sono due elementi di fondo che a suo giudizio proprio irrilevanti non sono. Primo: «L'appartenenza di entrambi allo schieramento di centrosinistra». Secondo: «Il riferimento di molti esponenti dei due partiti alla realtà socialista europea». Non è un'impresa da poco, di questi tempi, far dialogare i socialisti di varie sensibilità (ci saranno, tra gli altri, Ranieri e Spini, Turci e Manca, Benvenuto e De Michelis) ma Ruffolo è ottimista: «Il socialismo è una realtà storica che ha bisogno di essere discussa e rifondata. Una cosa è certa, non è affatto morto. Ma per tenerlo vivo servono luoghi di incontro, di ricerca, dove si parli senza l'ossessione dell'attualità politica». Poi l'ex ministro elenca i temi di discussione, a partire dall'economia, su cui terrà una relazione Nerio Nesi: «Dobbiamo ripensare il rapporto tra lo Stato e il mercato, tra la politica e l'economia. Per ricorrere a un vecchio slogan diciamo "economia di mercato sì, società di mercato no". Ovvero dobbiamo provare a pensare a forme nuove di autorganizzazione della società oltre la dicotomia classica tra Stato e mercato». Si dibatterà anche di laicità, a partire dall'intervento di Gennaro Acquaviva, anche in questo caso cercando di uscire dalla polemica quotidiana. Ruffolo prova a tracciare il perimetro: «La laicità non è solo un tema italiano riducibile ai rapporti tra Stato e Chiesa, alla questione romana per intenderci. È qualcosa di più ampio che riguarda l'ambiente, la ricerca, il capitalismo». E si discuterà, ovviamente, di lavoro (presenti tra gli altri Epifani e Angeletti) traendo spunto da una relazione di Covatta: «Il tema è rovente - sostiene Ruffolo - e non va mischiato con le votazioni parlamentari e con gli emendamenti al Protocollo. Dobbiamo parlare delle nuove forme di cittadinanza. Perché se è vero che il cittadino non è più solo lavoratore, è anche vero che non dobbiamo considerare il problema del lavoro come roba vecchia». Anche perché, prosegue l'ex ministro socialista, «si parla tanto di sistema politico ma molto poco di come è cambiata la costituzione materiale della società, stravolta dalla globalizzazione e dalla finanziarizzazione». Last but not the least, lo stesso Ruffolo terrà una relazione sul ruolo dell'Europa: «Non si capisce cosa sia questa ultima riforma del trattato di Lisbona. Certo è stata superata un'empasse dopo il voto contrario di Francia e Olanda, e ora il processo si è riavviato ma i problemi restano. Su tutti quello dell'essenza politica dell'Europa». (de angelis)
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