ROMA - APPUNTAMENTO 21 GIUGNO 2014 PRESSO FONDAZIONE NENNI
28 luglio 2014

Crediamo inutile ripetere ragionamenti che, con diverse angolature, tutti stiamo facendo, per spiegare a noi stessi quanto siano preoccupanti lo stato e le prospettive del Paese. Non solo per quanto riguarda le regole di funzionamento della democrazia e la manomissione istituzionale già avviata, ma anche osservando il progressivo degradarsi di quelle basi sociali ed economiche, venendo meno le quali una democrazia degenera verso oligarchia o populismo, ed una società si divide sempre più nettamente tra chi prende e chi da, tra chi può e chi non può. Crediamo anche inutile spender troppe parole per spiegare quanto grande sia il bisogno che il Paese ha di una sinistra nuova, aperta e plurale; e come, per chi ritenga necessaria questa presenza, i partiti attuali -nessuno escluso- non possano più rappresentare un adeguato punto di riferimento. Se nelle democrazie industriali la sinistra politica annaspa, in Italia, e più per errori propri che per altrui responsabilità, essa è ridotta ad un campo di macerie, sul quale sia anche stato sparso il sale: senza rivoltare profondamente il terreno, ben poco potrà ricrescervi sopra, anche perché oramai essa parla un linguaggio comprensibile, e non sempre, solo a se stessa. Quest’opera di dissodamento non può essere avviata dai partiti oggi esistenti: si rende necessario che la composita galassia dei “sans papiers” di una sinistra critica e non irreggimentata, fatta di associazioni, gruppi, circoli, realtà territoriali, tra cui si collocano quelle-i di cui siamo esponenti, nonché da individualità significativamente impegnate, inizi a farlo col cercare una via comune e nuova, dandosi una consistenza culturale, politica, operativa che vada oltre le capacità ed i meriti dei singoli, che devono diventare patrimonio comune e non individuale o di piccoli gruppi sovente litigiosi. Non è pensabile che un tale patrimonio di idee, tradizioni, esperienze, vada disperso in inutili rivoli, in personalismi, in disquisizioni sul sesso degli angeli e miranti a stabilire il tasso di socialismo, di liberalismo, di comunismo, di questo o di quell’altro dei nostri antenati (i quali probabilmente si sarebbero profondamente annoiati e disinteressati a tali esegesi), in un’attività che, grazie all’avvento dei computer, trova il modo di svolgersi solo sui loro schermi, ma che, in assenza di tali strumenti, sarebbe pressochè nulla. Esistono, ben più vivaci della sinistra organizzata politicamente, al di fuori di questa, e da questa trascurate, capacità culturali, intellettuali, amministrative, di proposta e di organizzazione, di lavoro politico e nella società, nei campi del diritto, dell’economia, della tutela dei diritti, della comunicazione, insieme alle quali si può ripartire, a condizione che queste vedano in atto percorsi che, in termini di volontà di ripensamento e di aggregazione, siano credibili nell’evitare gli errori e le incomprensioni del passato. Ricominciare non implica affatto l’abbandono di tradizioni, storie, esperienze, riferimenti culturali e politici che nella storia della sinistra si sono sviluppati attraverso percorsi non di rado in conflitto tra di loro. Implica però, necessariamente: • L’attitudine ad una visione critica e relativistica degli stessi come premessa per comprendere le ragioni di un arretramento comune a tutti e per aggiornare e valorizzare quelle esperienze; e, in definitiva, per definire una comune base di partenza da cui muovere. • La rinunzia a visioni escatologiche ed alle conseguenti “reductiones ad unum” che la storia del secolo scorso ha sconfitto, per riappropriarsi invece del termine di “riformismo”, abbandonato a chi lo ha interpretato in termini di pura manutenzione ordinaria della società, ridandovi il significato di metodo finalizzato alla trasformazione della società e dell’economia che questo termine ha avuto sino a qualche decennio fa. • Metodi di lavoro culturale e politico atti a superare le vecchie abitudini e le ricorrenti tentazioni al considerarsi depositari del vero, che si concludono in velleitarismi che cercano inutilmente di nascondere frustrazioni soggettive e debolezze oggettive. • Nella consapevolezza che una sinistra “nuova” non possa oggi realizzarsi attraverso un micropartito, né col perorare l’entrismo nei partiti esistenti, provare a costituire un terreno comune ed una base di partenza a partire dalla quale sia possibile avviare elaborazioni, proposte, confronti, iniziative. E quindi: definire una base concettuale; selezionare le priorità di campagne ed iniziative comuni; avviare laboratori di progettualità politica a livello territoriale. Avvertendo da un lato le difficoltà dell’oggi, e dall’altro la necessità ed il dovere di avviare una prima esplorazione e verifica in tal senso, abbiamo convenuto di incontrarci a Roma, presso la Fondazione Nenni (Via Alberto Caroncini,19), il 21 Giugno dalle 10,30 alle 16,00 in un incontro non pubblico ed informale al quale Vi proponiamo di intervenire. Incontro che può avere un senso ove questo: • Sia concepito e nasca senza primogeniture, come la comune autoconvocazione di gruppi e persone che condividono la necessità di superare frammentazioni e di collegare strategie ed iniziative. • Non sia concepito come sovrapposizione, contrapposizione, o sconfessione nei confronti di iniziative già in essere o in fase di avviamento. • Vi si verifichi, tutti insieme, la sussistenza o meno di una comune volontà di confrontare e collegare esperienze, capacità, volontà, linee di indirizzo; e, nel caso, e per chi sia disponibile, le condizioni minime per procedere e le prime iniziative da avviare. Franco Astengo, Alberto Benzoni, Felice Besostri, Roberto Biscardini, Maurizio Caserta, Gim Cassano, Francesco Postiglione, Francesco Somaini, Lanfranco Turci, Giovanni Vetritto.
Vai all'Archivio