Rivoluzione socialdemocratica altro che raccolta differenziata delle firme! Di Nicola Cariglia 5 agosto 2019

05 agosto 2019

Rivoluzione socialdemocratica altro che raccolta differenziata delle firme! Di Nicola Cariglia 5 agosto 2019

Un progetto esplicitamente e marcatamente socialdemocratico potrebbe colmare in Italia un vuoto che la presenza di un partito dalla identità incerta (il PD) e una miriade di partitini dalla identità confusa da tempo non riescono più a nascondere.

Altro che raccolta differenziata delle firme per invitare Salvini a smammare dal Viminale dove, peraltro capita saltuariamente. Il caldo di luglio e di questi primi giorni di agosto deve essere stato letale per il PD che, non volendo fare cadere il governo per non affrontare subito gli elettori, ha preso a sparare rigori dentro la propria porta. Le due distinte raccolte di firme contro Salvini, vanno al di là di qualsiasi nefasta immaginazione nella corsa verso il ridicolo. E quel che è peggio, fanno venire a galla che il PD non ha la benchè minima idea di dove cominciare il suo cammino verso il consenso degli elettori.

Capita perciò a puntino la lunga intervista al Manifesto del prof. Luciano Canfora che da intellettuale e storico comunista invita il PD a prendere atto della realtà a trenta anni dalla caduta del muro di Berlino. Il Manifesto sintetizza il pensiero di Canfora con questo titolo: “Serve una vera socialdemocrazia, solo così la sinistra tornerà rivoluzionaria”. Chiaro? Se non lo fosse, ecco un brano dell’intervista, secondo me il passo centrale: “Se gli avanzi della sinistra, che non vogliono stare in quel calderone assurdo che è il Pd, avessero senso politico, dovrebbero riproporre le parole d’ordine fortissime della vera socialdemocrazia: giustizia sociale, restituire ai sindacati la loro funzione, contrattazione nazionale e non la frantumazione che piace a Confindustria. Sarebbero definiti radicali ma farebbero quello che faceva Willy Brandt”.

Contrariamente a chi dice che la socialdemocrazia è superata, io penso che invece le condizioni per un suo rilancio in grande stile ci sono tutte: in considerazione della situazione internazionale e di quella interna.  Nel mondo ci sono inquietanti manifestazioni di autoritarismo, dalla Cina alla Russia, dalla Turchia ad alcuni paesi dell’ex est europeo, passando per molti deplorevoli comportamenti del presidente Trump.  In Italia i segnali di un sempre maggiore deterioramento della democrazia, dei diritti dei cittadini e delle garanzie si susseguono: attacchi alla stampa, alle autorità indipendenti, alla dignità del Parlamento. Sono tutti cascami delle due tragiche esperienze del secolo scorso, fascismo e comunismo che la crisi di valori e cultura di questi tempi ha rimesso in circolo. Un progetto esplicitamente e marcatamente socialdemocratico potrebbe colmare in Italia un vuoto che la presenza di un partito dalla identità incerta (il PD) e una miriade di partitini dalla identità confusa da tempo non riescono più a nascondere. Con due partiti al governo dei quali uno, i 5Stelle, ha preso voti finchè non ha fatto nulla e li ha persi appena ha fatto qualcosa e l’altro, la Lega, li prende senza che si sappia cosa esattamente voglia fare, è inutile stare alla loro agenda. Meglio proporne agli elettori una con identità e contenuti totalmente diversi. L’una e gli altri, se di sinistra, come dice il prof. Canfora non possono che essere offerti da una rinnovata e moderna Socialdemocrazia.

 

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