REFERENDUM LOMBARDIA, la posizione ufficiale di Socialisti in Movimento

20 settembre 2017

REFERENDUM LOMBARDIA, la posizione ufficiale di Socialisti in Movimento

PERCHÉ VOTARE NO O BOICOTTARE IL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA DELLA LOMBARDIA

Il quesito referendario proposto dal Consiglio Regionale della Lombardia e sostenuto in particolare dalla Lega è una Truffa.

Il quesito è un autentico inganno! La richiesta di maggiore autonomia parte dall’assunto della “specialità” della Lombardia nel quadro dell’unità nazionale. Quale sia la “specialità”, individuata per “richiedere allo stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia con le relative risorse”, non è  dichiarato. Né si dice per quale materie si vorrebbe più autonomia: non è lo stesso avere maggiore autonomia nella “ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi” o averla sull’ “alimentazione”.

Ma è soprattutto una truffa perché il referendum non vincola nessuno, ed è esclusivamente consultivo, Nessuno per altro avrebbe impedito alla Lombardia già oggi di esercitare il proprio peso politico per attuare quella maggiore autonomia che si rivendica sulla carta.

Con questo falso Referendum si lascia intendere all’elettore che più “attribuzioni” si chiedono, più risorse si ottengono, il che non è vero e non è scritto da nessuna parte. Tradotto vuol dire che la Regione, intenzionata a valorizzare la sua enunciata “specialità”, potrebbe dover ricorrere a nuove tasse senza avere risorse maggiori dallo Stato.

Si parla di 27 miliardi di euro che deriverebbero da un Sì al referendum. È una invenzione di fine estate, non fondata su alcuna indagine, neppure su alcuna considerazione plausibile. Le cose non stanno così! Sostenere che il giorno dopo il referendum, i lombardi potranno spendere sul loro territorio decine di miliardi di euro che oggi prendono la strada di Roma è una bugia. Il giorno dopo il referendum non succederà proprio nulla!

Il tema delle competenze rafforzate non è una novità leghista. Appartiene alla mania di grandezza già manifestata dalla giunta Formigoni che aveva avanzato richieste nei seguenti settori: ambiente, energia, ricerca, rapporti internazionali e commercio con l’estero, grandi infrastrutture, aeroporti, sanità, istruzione, giudici di pace. Quando il Celeste si rese conto che avrebbe dovuto imporre nuove tasse lasciò scivolare nel silenzio quanto aveva richiesto.

Il referendum è consultivo e quindi non produrrà alcun effetto immediato. Per chiedere ai lombardi, se sono d’accordo nel sostenere future richieste della giunta regionale al governo, per una maggiore autonomia regionale, si spendono (fra tablet, manifesti e costi per i seggi) più di 45 milioni di euro; 

La crisi del regionalismo non si risolve con l’invenzione di referendum truffa. Il sistema lombardo a partire dalla sanità è fatto di sprechi e di inefficienze come si è visto in questi anni. Regione Lombardia è lontana dai cittadini quanto le altre istituzioni. Non è introducendo maggiore autonomia in Lombardia che riduciamo gli sprechi delle anacronistiche regioni a Statuto speciale. Come pure, bisognerebbe interrogarsi sul senso di mini regioni come Valle d’Aosta, Umbria, Basilicata, Molise. Riaprire il dibattito sul regionalismo: è questo che bisognerebbe fare.

La Costituzione assegna già ora alle Regioni la possibilità di avviare intese “con altre Regioni per il migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni”, opportunità che Regione Lombardia non ha mai utilizzato. Lombardia e Veneto, retti da esponenti della Lega Nord, tengono oggi due referendum consultivi nello stesso giorno per chiedere nuove e maggiori attribuzioni, quando non hanno saputo sfruttare al meglio le competenze di cui già dispongono.

Dietro la gran boutade di Maroni c’è il rischio di nuove tasse per i lombardi.

Noi non siamo abituati a votare cose inutili, né ad assecondare inutili iniziative di propaganda politica ed elettorale.

Quindi IL 22 ottobre SOCIALISTI IN MOVIMENTO indicano di Votare NO o boicottare questo referendum non andando a votare.

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