REFERENDUM. DOCUMENTO COMUNE CON I LAICI, RESTA FUORI LA ETEROLOGA. Da IL Riformista di Martedì 1 febbario 2005.

01 febbraio 2005

REFERENDUM. DOCUMENTO COMUNE CON I LAICI, RESTA FUORI LA ETEROLOGA. Da IL Riformista di Martedì 1 febbario 2005.

Finora il dibattito tra i cattolici sul referendum è stato polarizzato tra la posizione ufficiale tattico-spregiudicata del cardinal Ruini (si può vincere solo usando l'astensione, il fine giustifica i mezzi) e quella testimoniale Scalfaro-Andreotti (i valori si testimoniamo comunque, anche sapendo che si perde). Ma nella Chiesa italiana non c'è solo questo. Per una settimana, in gran segreto, si sono scambiati mail laici e cattolici che condividono la proposta Amato e che, sulla base di quella, non solo sono contro l'astensione, ma si pronunciano anche per il sì in tre referendum su quattro. Per l'eterologa vorrebbero una mediazione come quella di Amato, ma il quesito li costringe a una scelta secca che ognuno farà in coscienza. Ci hanno lavorato per i “laici” del centrosinistra Claudia Mancina, Michele Salvati e vari altri, ma la grande maggioranza dei promotori proviene dall'area cattolica. Agli ottantenni Andreotti, ex-presidente della Fuci, e Scalfaro, che porta tuttora il distintivo dell'Azione Cattolica, che voteranno no, risponderanno tra gli altri sul fronte del sì numerosi quarantenni: gli ex-presidenti della Fuci Stefano Ceccanti, Gialnluca Salvatori, Maria Rita Rendeù (oltre al loro collega Giorgio Tonini, già relatore di minoranza al Senato), il leader dei giovani di Azione Cattolica di Milano ai tempi del cardinal Martini, Giovanni Colombo, oggi presidente della combattiva associazione “Rosa Bianca”, l'avvocato Paola Moreschini che fu segretaria dei giovani di Ac ai tempi della presidenza Monticone e l'allora direttore del settimanale dell'Ac Vittorio Sammarco. Si ritrovano insieme i ragazzi che facevano la Fuci a Palermo con don Pino Puglisi loro assistente (da Luigi Gerbino, oggi impegnato nella cooperazione, all'ex-Presidente dell'Antimafia Giuseppe Lumia), il filosofo Marco Ivaldo che ha presieduto i Laureati cattolici negli stessi anni e il leader della Cisl e delle Acli Gabaglio. Il pluralismo sin qui nascosto emerge in tutta la sua ampiezza, come avevano avvisato da tempo gli osservatori più avvertiti, a cominciare dallo storico Alberto Melloni,nel suo libro Chiesa madre, chiesa matrigna di qualche mese fa. Lo scarto generazionale è il dato più evidente: questi cattolici del sì (ancor più dei cattolici per il no al referendum sul divorzio) sono abituati sin dall'inizio a ragionare e arrivare a posizioni comuni coi “laici”, non a concepirsi come portatori di un'identità compiuta che solo dopo dialoga e accetta mediazioni. Anche grazie a loro, oltre che agli atei devoti, il referendum non sarà comunque uno scontro tra laici e cattolici. E sarà comunque un bene per il paese.

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