RAZZISMO E LOTTA AI MIGRANTI di Francesco Bochicchio
11 luglio 2018
Il razzismo di Salvini è inaccettabile:
lo stesso Salvini lo ha ben mascherato grazie all’ipocrisia dell’Europa che
critica i suoi atteggiamenti inaccettabili di Salvini nel respingere alcune
navi, ma ben si guarda dal realizzare una distribuzione equa di migranti e
vuole scaricare il tutto sui Paesi esposti del Mediterraneo, Italia, Spagna e
Grecia. La Francia di Macron brilla in tal senso, vale a dire in tale posizione
di ipocrisia.
L’Europa è insussistente così che i razzismi
nascenti da egoismi sovranisti trovano buon gioco.
Ma il razzismo xenofobo tale è e tale resta:
gli alibi che gli forniscono gli altri non lo giustificano e non rendono
diversa la sua abnorme natura. La non accettazione dei migranti in via
intrinseca è inammissibile. L’intento di respingere in via aprioristica i
migranti anche in presenza di alti rischi in mare per la loro integrità fisica e
per la sicurezza rivela un atteggiamento non solo antiumanitario ma anche tale
da porsi in aperta ed eclatante violazione dei diritti fondamentali.
La lesione dei diritti
fondamentali, anche di non cittadini è contraria alla Costituzione, che
non a caso ripudia la guerra non
difensiva –art. 11, e la difesa deve essere proporzionata all’offesa, con
l’invasione pacifica che non legittima quindi la lesione di diritti
fondamentali- e, anche quando non priva di elementi sostanziali e significativi
a conforto, come nel nostro caso, si rivela
pertanto sempre propria di uno Stato totalitario.
Salvini sta gestendo in
maniera accorta il problema accollando la responsabilità sull’Europa e sugli
altri Paesi ed in particolare su Macron,
ma l’oltranzismo nel rifiutare i migranti è inaccettabile non solo eticamente
ma soprattutto giuridicamente e politicamente: sono eccessi da totalitarismo ed
incompatibili con una democrazia costituzionale.
Proprio
perché l’atteggiamento di Salvini ha elementi a conforto non banali, anche se
non esaustivi e non sufficienti, non ci
si deve fermare ad una condanna netta, pur irrinunciabile, ma occorre andare
nel vivo della problematica politica sottostante.
In primo luogo, la linea di
Salvini trova consensi tra i ceti deboli perché sembra concretizzarsi nella
tutela dei lavoratori interni dall’esercizio industriale di riserva di cui ai
migranti e dal relativo abbassamento dei
diritti degli stessi lavoratori interni: è una tutela solo apparente ed anzi fittizia, alla luce della possibilità
di appaltare i lavori all’esterno e di delocalizzazione (concetto non a caso
richiamato dall’ineffabile Tremonti per opporsi alle tutele dei lavoratori per la
prima volta in via di introduzione, con
la proposta di Di Maio, in Italia dopo oltre vent’anni ed in controtendenza
rispetto al “trend” di tali anni).
La tutela dei lavoratori e
dei loro diritti dall’esercito industriale di riserva si realizza rendendo realmente
imperativi i diritti: contro il rischio di delocalizzazione ed anche di
utilizzo di migranti a condizioni peggiorative si risponde opponendo la
sovranità popolare e l’unione tra popoli, che al contrario di quanto possa
apparire non è affatto irrealistica, come si accennerà appena “infra”.
Altro elemento fotte della
posizione di Salvini è rappresentato dalle enormi difficoltà ed addirittura dei
forti rischi che i migranti apportano ai cittadini in condizioni di sicurezza e
di abitabilità. Ma la reiezione dei migranti -oltre ad essere originata da una
loro criminalizzazione intrinsecamente sbagliata in quanto ogni migrazione ha
prima introdotto fenomeni criminali e poi ha contribuito allo sviluppo del
Paese di ingresso, basti pensare agli italiani in America-, renderebbe il
Mediterraneo una polveriera con rischio molto concreto di conflitto vero e proprio
da cui l’Italia non riuscirebbe a rivelarsi indenne. La risposta, e si tratta
dell’unica risposta possibile, è rappresentata dall’integrazione a livello di
comunità, comunità dei migranti nei Paesi di destinazioni ed a monte comunità
nei Paesi di origine. L’integrazione completa tra popoli acquisisce
concretezza.
In definitiva, il razzismo
è nazionalista e così divide i vari Paesi tra di loro, ma nel contempo è intrinseco al
nazionalismo, che viene da esso rafforzato e che pur nella disunione realizza
un’unificazione abnorme, in grado di rendere priva di opposizione quel mix
perverso rappresentato da globalizzazione, delocalizzazione, dematerializzazione
e Enti sovra-nazionali inermi al riguardo ciò ’Europa.
L’opposizione di Salvini
all’Europa è fittizia. Il razzismo impedisce la coesione tra ceti deboli.
E’ la negazione della lotta
di classe.
Ma l’opposizione ad esso va
condotto al momento, sul piano non della lotta di classe, dove ora si è
assolutamente perdenti e minoritari, ma della democrazia.
Esso è contro la democrazia
in quanto fa emergere ed addirittura trascina gli istinti peggiori della
popolazione, contro i migranti, ma anche contro gli oppositori interni –si
vuole levare la scorta a Saviano, si prendono in giro lo stesso Saviano e
Veronesi, si proteggono i neonazisti e neofascisti annullando definitivamente ogni
ragionamento e confronto e dibattito. Da un’ottica di lotta politica a mezzo
“spot” ed in un’ottica meramente semplificata atta a far passare in seconda
linea i contenuti, si è passati, in un crescendo rossiniano, ad un annullamento
dei contenuti. La politica è diventata utilizzo dei peggiori sentimenti
popolari invece che lotta su contenuti, oramai irrilevanti. Ed infatti, i
contenuti vengono rimessi al capitale finanziario senza contrasto se non
nominale: e quando il contrasto non è nominale come in certe proposte
economiche dei 5Stelle è ovvio e scontato il tentativo devitalizzarle. In tale
ottica rientra il tentativo di presentare Salvini come un cittadino qualunque,
buono ed attento ai migliori valori, riprendendolo con la sua compagna o mentre
fa il bagno in piscina,sempre sorridente e bonario, in modo da presentare la
sua inciviltà quale necessità di difesa. E’ il buono che diventa duro per colpa
degli altri, come John Wayne in “Un uomo tranquillo”. E’ così completato lo
smantellamento della democrazia costituzionale: i contenuti sono imposti dal
capitale finanziario e non si discute sugli stessi, inevitabili; inoltre, ci
dobbiamo difendere a tutti i costi contro i diversi, che costituiscono l’unico
problema; infine, se si diventa duri in modo esagerato, la colpa è degli altri.
Il razzismo si combatte non stando sulla
difensiva o su posizioni moderate, ma opponendo una vera democrazia basata
sulla sovranità popolare, ed a questo punto la divisione dei ceti deboli che
esso produce non sarà più sufficiente.