"QUELL'EUROPA SENZA SINISTRA" di Anthony Giddens da "La Repubblica" del 3 maggio 2008.

26 maggio 2008


Il successo del partito laburista si è protratto per circa 11 anni. Mentre in Italia, in Francia, in Germania, e altrove in Europa, nello stesso periodo, i governi di centrosinistra subivano fasi alterne, in Gran Bretagna, il Labour teneva la sua forte posizione. Anche dopo la disastrosa decisione di Tony Blair di unirsi all' invasione in Iraq.Blair ha lasciato l' incarico di primo ministro nel giugno 2007 ed è stato sostituito da Gordon Brown, già ministro delle Finanze. Ma il Labour, dopo un lungo periodo in cui è stato il partito dominante, ora si trova in una situazione difficilissima. Nelle elezioni municipali tenutesi l' altro ieri ha ottenuto i peggiori risultati degli ultimi 40 anni. La sua percentuale è stata leggermente inferiore a quella dell' eterno "terzo partito" della politica britannica, i democratici liberali. Nei primi tre mesi circa, dopo aver assunto l' incarico di premier, Gordon Brown ha riscosso un certo successo - era preferito a Blair, la cui popolarità era andata diminuendo nell' ultimo periodo. Lo stile di Brown è alquanto diverso da quello di Blair: serio e misurato il primo, accattivante nei modi il secondo. Inizialmente, questo cambiamento è stato ben accolto dalla gente, stanca del sempre sorridente Blair. Brown ha descritto se stesso come un «leader serio per tempi difficili» e, in generale, è stato ritenuto essere lui l' abile stratega politico, la cui agenda politica avrebbe avuto una portata ben maggiore rispetto a qualsiasi agenda che Blair avrebbe potuto elaborare. Buona parte del successo del Labour in quel periodo felice è da attribuirsi, difatti, a Brown. Con lui al Tesoro, il Paese aveva vissuto un periodo di continua espansione dell' economia britannica che, a sua volta, aveva reso possibile una massiccia spesa pubblica per scuole, ospedali e welfare. Una gestione riuscita delle finanze di una nazione non sono sempre garanzia, tuttavia, di una buona preparazione per il più alto incarico. E vi sono dei precedenti. Il canadese Paul Martin era stato un eccellente ministro delle Finanze, prima di diventare primo ministro del Canada all' inizio del 2003. La sua attuazione come primo ministro si rivelò invece profondamente insoddisfacente. I guai di Brown sono cominciati lo scorso settembre, quando, trovandosi in vantaggio nei sondaggi, Brown ha cominciato a considerare la possibilità di indire elezioni nazionali. Ma non si è deciso e ha girato a vuoto. Quando finalmente ha deciso di non procedere su quella strada, la sua reputazione di decisionista era già stata intaccata. Brown ha commesso anche altri errori che hanno rafforzato questa impressione. Brown ha parlato spesso della sua «visione» del centrosinistra, ma non è affatto chiaro quale sia questa visione. Personalmente, sono stato tra quelli che si aspettavano che sarebbe salito al potere con un programma preciso su come fare procedere il partito laburista dopo gli anni di Blair. Ma quando è diventato primo ministro, è sembrato persino che Brown, per esempio, non avesse chiara la misura nella quale avrebbe dato seguito al tentativo di Blair di introdurre una maggiore diversità e concorrenza nei servizi pubblici, né quanto avrebbe adottato una visione più tradizionale dello Stato. Se i risultati delle elezioni di ieri si ripetessero nelle prossime elezioni nazionali (che devono essere tenute nel maggio o prima del maggio 2010) i conservatori riprenderebbero il governo con larga maggioranza. è poco probabile che i laburisti abbandonino Brown come leader prima di quella scadenza, ma Brown ha davanti a sé un compito enorme, se non vuole seguire la stessa sorte di Paul Martin. A questo punto, è probabile che il Labour si aggiunga agli altri partiti europei di centrosinistra che hanno dovuto cedere il potere. La domanda è: sta accadendo qualcosa di più generale? Se i laburisti perdessero il potere in Gran Bretagna, solo un Paese, la Spagna, tra i 15 più grandi paesi della Unione Europea, avrebbe un governo di centrosinistra. In effetti, è una situazione molto lontana da quella degli anni Novanta, quando i governi di centrosinistra erano al potere in tredici su quindici Paesi della Ue. Tutti i partiti di sinistra hanno cercato affannosamente di rispondere in maniera coerente alle preoccupazioni che più assillano gli elettori in questo momento. L' immigrazione, la criminalità, il terrorismo e il venir meno delle identità nazionali, ad esempio. E sono questi i temi che hanno portato alla sconfitta i partiti socialdemocratici anche in quei Paesi dove sono stati tradizionalmente forti, come in Scandinavia. La destra può proporre «soluzioni» - come ad esempio, un nazionalismo xenofobico - che per la sinistra equivalgono ad anatemi. Occorre anche tener presente che i partiti di centrosinistra hanno faticato a far passare delle riforme anche in quegli ambiti dove sono stati tradizionalmente forti. Sono diventati impopolari a causa della loro incapacità di coinvolgere l' elettorato nella riforma dei sistemi del welfare, pensionistici e dei mercati del lavoro. In una certa misura, ciò riflette una mancanza di volontà politica. Per Gerhard Schroder in Germania, Lionel Jospin in Francia e Romano Prodi in Italia nel suo ultimo periodo di governo, è stato impossibile far approvare programmi di riforme. Personalmente, avevo sperato che Brown sarebbe stato in grado di avviare un programma per il centrosinistra, la cui influenza sarebbe andata ben oltre la Gran Bretagna, come era riuscito a fare Tony Blair quando i laburisti salirono al governo nel 1997. Ora appare chiaro che Brown, anche se si riprendesse a livello nazionale, non sarà in grado di farlo. Ritengo che oggi occorra una nuova sintesi per i partiti di centrosinistra. La destra ha preso l' iniziativa, anche se vedo poche possibilità che vada oltre l' attuale generazione di politici. Traduzione di Guiomar Parada.

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