Quando si discuterà del Programma?
26 settembre 2004
Sembra un caso, ma pare che buona parte della sinistra europea sia contemporaneamente divisa al proprio interno. E’ così sicuramente in Italia e in Francia, anche se le motivazioni francesi sono diverse, almeno apparentemente sembrano basate su problemi più programmatici, su un fatto concreto: la carta europea. Al contrario il centrosinistra italiano sembra impantanato da troppo tempo, sulla questione prettamente formale, prima sul partito riformista e ora sulla federazione e sulla leadership, che nonostante molti attribuiscano ufficialmente a Prodi, i fatti dimostrano altro. Ora anche l’Ultimatum del Professore, affinché finiscano le “resistenze assurde” al progetto di una federazione di forze riformiste, con annessa minaccia di non presentarsi come candidato Premier alle prossime politiche, non fa altro che innescare ancor di più le polemiche già bollenti. Le dichiarazioni di Prodi hanno creato dissensi sia all’interno della Margherita (già spaccata tra rutelliani e prodiani) sia nei Ds. Mussi del correntone parla addirittura di una berlusconizzazione dell’Uomo del centrosinistra. All’appello di Prodi risponde Fassino, che lo rassicura, trascinandosi dietro a sforzo Rutelli, la Sbarbati, che però sembra dimenticarsi di firmare la dichiarazione ma perde per strada l’appoggio di Boselli. Il segretario dello Sdi riconosce nella dichiarazione l’intento di superare problemi e incomprensioni ma crede che non faccia altro che coprire due visioni distinte, che sarebbe meglio analizzare e trattare apertamente. “se Prodi ha scelto la linea della battaglia finale- dichiara Boselli- è perché la federazione non può essere solo un tavolo dei segretari… deve essere un vero soggetto politico al servizio di un grande progetto riformatore”. Ora un dubbio, forse con qualche venatura di qualunquismo, come direbbe qualcuno. Ma agli elettori soprattutto agli “indecisi” cosa interessa tutto ciò? Quello che emerge palesemente è che nel centrosinistra si litiga, ammesso e concesso che da questo tipo di dialogo nasca qualcosa, non è molto chiaro su cosa si litiga: l’organizzazione? L’ampiezza della coalizione? Gli assetti istituzionali? e le linee programmatiche invece? In realtà quello che a prima vista sembra essere, è che gli scontri si appiattiscono su posizioni e motivazioni quasi personali e nessuno faccia chiarezza sul programma. A questo punto, paradossalmente si potrebbe dire, ben vengano liti e dissensi come quelli sulla fecondazione assistita o la guerra, perché almeno così sono chiare le posizioni, anche se con drammatiche spaccature, permettono alla gente di confrontarsi con opinioni su cose concrete che la toccano veramente da vicino.
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