QUANDO I BUOI DICEVANO CORNUTI AGLI ASINI di Nicola Cariglia

23 aprile 2018

QUANDO I BUOI DICEVANO CORNUTI AGLI ASINI di Nicola Cariglia

Di Maio e Salvini assomigliano sempre più a Renzi e Berlusconi, i quali, a loro volta, avevano fatto proclami mirabolanti per poi, messi alla prova, confondersi con gli esponenti della vituperata “prima repubblica”.

Lo abbiamo ripetuto mille volte. In politica, la capacità di compromesso è quasi tutto. In un sistema come il nostro, proporzionalista per indole del corpo elettorale, è una capacità non disponendo della quale sarebbe meglio darsi all’ippica. E, dunque, figurarsi se condanniamo o anche soltanto ci meravigliamo delle contorsioni alle quali assistiamo per i tentativi di formare un governo.

Ma Salvini e Di Maio? Quelli che “guai ai vecchi riti della politica”? Stanno facendo le stesse cose dei due “innovatori” che li avevano preceduti e che, pure loro, avevano lucrato attraverso gli stessi giuramenti di fare vedere agli italiani “cose mai viste” e di non fare mai vedere “cose già viste”. Insomma, Di Maio e Salvini assomigliano sempre più a Renzi e Berlusconi, i quali, a loro volta, avevano fatto proclami mirabolanti per poi, messi alla prova, confondersi con gli esponenti della vituperata “prima repubblica”. Non appena a portata di governo, hanno lestamente scolorito i punti più accattivanti (e meno realizzabili) dei loro programmi: per Salvini la flat tax è diventata un obsoleto intento di perequazione fiscale e la guerra santa agli immigrati un pio intendimento di più accurata regolamentazione degli ingressi; per Di Maio, la Nato non è più il diavolo, ma occorre un confronto al suo interno, e il reddito di cittadinanza assomiglia sempre di più ai vecchi e clientelari sussidi.

Naturalmente, lo scandalo non è cercare i giusti compromessi per arrivare a formare un governo. Lo scandalo è la totale mancanza di trasparenza. Chi ha deciso e attraverso quali discussioni ciò che fino al 4 marzo era pervicacemente escluso sia dai 5 Stelle, sia dal centrodestra? Quale sarà, se avverrà, l’onesto compromesso e a cosa rinuncerà dell’originario programma ognuno degli interlocutori?  Ma anche sul piano più generale, il rapporto con gli elettori lascia a desiderare, perché è proprio l’idea di una possibile alleanza che veniva esclusa per principio.

Insomma, tra i vecchi partiti che facevano accordi e compromessi, senza averli mai esclusi e gli asini di oggi che dicevano cornuti ai buoi, salvo puoi tentare di accordarsi, i politicamente disonesti sono questi ultimi. Che, oltretutto, sono tornati ad insultarsi non appena allontanatasi la chimera del potere.

C’è da sperare che onestamente lo riconoscano tanti elettori che generosamente avevano concesso la loro fiducia, senza farsi incantare quando nuovamente cencio comincerà a parlare male di straccio.

Per non fare perdere ulteriore tempo al Paese correndo dietro agli specchietti per le allodole.

Vai all'Archivio