PSI, IL PERCHE’ DEL RIFIUTO di Angelo Sollazzo

13 gennaio 2014

PSI, IL PERCHE’ DEL RIFIUTO di Angelo Sollazzo

Iniziativa Socialista rinuncia ad entrare nella Direzione PSI Il Consiglio Nazionale del PSI ha proceduto alla elezione del membri della Direzione Nazionale del Partito. La componente di opposizione interna, “Iniziativa socialista”, ha votato contro tale deliberato e ha rinunciato ai suoi rappresentanti, spettanti per il risultato del Congresso nazionale recentemente tenutosi a Venezia. La Direzione è rimasta priva di una sua componente e quindi monca. Nel corso dei molti interventi degli esponenti della corrente di minoranza è stato contestato il sistema di gestione del Partito e la volontà di umiliare la minoranza. Un partito socialista, da sempre sostenitore dei diritti dei più deboli. non doveva permettersi di applicare regolamenti e deliberati decisamente antidemocratici. Al Congresso di Venezia alla minoranza, nonostante le norme illegittime previste, era stata garantita la rappresentanza dei voti congressuali per il plenum del Consiglio, eletti e di diritto. Per la Direzione si è voluto modificare arbitrariamente tale indirizzo , con la pretesa che la percentuale veniva applicata solo sugli eletti diretti, che rappresentano la metà dell’organismo. La reazione di Iniziativa socialista non poteva essere evitata ed è stata annunciata la determinazione a rifiutare del tutto la propria rappresentanza il Direzione. Quanto è avvenuto è particolarmente grave poiché si insiste su una concezione padronale del Partito, dopo che i socialisti, per primi, avevano sollevata la questione dell’applicazione dell’art.18 della Costituzione sulla democrazia interna e sulla trasparenza dei partiti. L’opposizione non ha votato,lasciando l’aula, la riconferma del Tesoriere ed ha contestato, come antistatutario, il Commissariamento del Comitato regionale del Lazio. Nessuna scissione, che rasenterebbe il ridicolo in un micro-partito, ma la volontà di continuare la battaglia interna per modificare assetti e comportamenti, per cambiare la linea politica, con una virata decisamente a sinistra a cominciare dal collocarsi all’opposizione del Governo Letta.

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