PRESIDENZIALI FRANCESI: MÉLENCHON E LA SUA “FRANCIA RIBELLE” di Pietro Marino da Liberopensiero.it
29 marzo 2017
Ex-socialista, fondatore nel 2008 del Partito di Sinistra, di orientamento ecosocialista, eurodeputato del GUE/NGL dal 2009, il sessantacinquenne Jean-Luc Mélenchon ha partecipato per la prima volta alle presidenziali francesi nel 2012, sostenuto dal Fronte di Sinistra – coalizione che racchiude il Partito di Sinistra, il Partito Comunista Francese e altre formazioni della sinistra radicale e anticapitalista –, classificandosi quarto con l’11,1%.
In queste elezioni, Mélenchon è sostento da “La France Insoumise” (La Francia Ribelle), che, a differenza del Fronte, non è una semplice coalizione di partiti, ma un “movimento cittadino”, con piattaforma online, tramite la quale gli iscritti possono commentare e suggerire modifiche agli 83 punti del programma, “L’Avenir En Comun”
Mélenchon presenta la sua proposta politica – un felice mix tra socialismo, neo-giacobinismo, ambientalismo, democrazia partecipativa e antiliberismo – tramite un linguaggio ascrivibile al populismo di Sinistra.
La svolta rispetto alla vecchia coalizione è chiara fin dal nome: non compare più il richiamo ad una parte politica – la Sinistra – ma ad una parte della società francese, quella “ribelle”, che non intende sottomettersi più alle “oligarchie economico-politiche”, alla “monarchia presidenziale”, alle lobby, alle multinazionali, ai trattati europei e di libero scambio e alla finanza, che “hanno confiscato il potere politico”, il quale deve tornare completamente al popolo. Tramite assemblea costituente e referendum, il popolo francese scriverà una nuova Costituzione, per dare vita ad una Sesta Repubblica egualitaria, democratica, sociale ed ecologica.
- La Sesta Repubblica
Grazie all’introduzione di referendum costituzionali, sui trattati europei e per revocare l’elezione di un parlamentare, la nuova Francia sarà fortemente democratica. La salvaguardia della “cosa pubblica” passa per l’ineleggibilità dei condannati per corruzione, l’allontanamento dei lobbisti dalle “stanze del potere” e l’obbligo per i funzionari che vogliono lavorare nel settore privato di dimettersi prima dal loro incarico pubblico. Mélenchon prevede il trasferimento di parte dei poteri presidenziali al Parlamento. La Sesta Repubblica poggia su diritti sociali, civili, libertà personali e emancipazione: sono previsti ius soli, permesso di soggiorno per 10 anni, lotta alle discriminazioni sessuali – piena parità dei generi, abbattimento di sessismo e patriarcato, adozioni per coppie sposate o meno, omosessuali o eterosessuali –, razziali – rafforzamento dei mezzi di soccorso per evitare annegamenti, costruire rifugi e centri di accoglienza dignitosi, sistemando altrove i minori e i loro familiari –, economiche, sociali e legate alle disabilità. La Sesta Repubblica avrà tra i suoi valori la protezione dei beni comuni e dell’ambiente. Verranno costituzionalizzati e resi effettivi il diritto alla casa e quello al lavoro.
L’urgenza sociale e il progresso umano
La piazza della Francia Ribelle, il 18 marzo.
Per Mélenchon, l’economia deve essere al servizio del progresso umano – lavoro, giustizia sociale, salute, cultura, formazione e ambiente – e libera dalle multinazionali, dai privati e dalla globalizzazione finanziaria. I settori di interesse sociale e ambientale saranno potenziati e difesi dalle privatizzazioni. Tramite la statalizzazione e socializzazione delle grandi imprese e delle grandi banche, saranno possibili il finanziamento delle PMI, nuove politiche di credito basate su criteri sociali ed ecologici – ritirando gli aiuti alle aziende anti-ecologiche e anti-sociali – e una politica commerciale internazionale alternativa ispirata alla Carta dell’Avana, per tutelare diritti sociali e politiche di occupazione.
Lavorare meno, lavorare tutti: il tempo lavorativo deve essere ridotto a 32 ore settimanali con salario minimo netto di 1326€ e pari pensione, a 60 anni. Tempo lavorativo e tempo sociale devono essere armonizzati: i lavoratori devono essere liberi nei momenti della giornata utili per occuparsi dei figli o di altre attività. I lavoratori avranno maggiori poteri, come il diritto di veto sui licenziamenti. Per incentivare la sicurezza, va inserito il numero di infortuni sul lavoro come criterio per l’assegnazione di appalti. Verranno istituiti una quota massima di contratti precari per azienda (1% PMI; 5% GI) e il pieno diritto all’occupazione: ai disoccupati di lungo periodo deve essere assicurata dallo Stato un’occupazione connessa alla propria qualifica. Tutti i lavoratori, francesi e non, devono essere regolarizzati e avere parità di salario.
Per abbattere le diseguaglianze, Mélenchon propone tetti massimi agli stipendi, l’uguaglianza sociale di genere – congedo genitoriale, sanzioni contro le imprese che non rispettano parità di accesso e salariale – e un piano contro la povertà: assicurare reddito, alloggio e servizi di prima necessità come sanità, istruzione, acqua, luce, gas e accesso al digitale.
Le coperture per queste riforme deriveranno dalla “rivoluzione fiscale”: «i soldi ci sono» ed «essere miliardari è immorale», per cui bisogna tassare progressivamente chi ha di più – Mélenchon prevede una scala fiscale di 14 gradi (fino a 100%) e una tassa sui beni di lusso. È inoltre necessario combattere l’evasione fiscale e ciò che è contro il benessere sociale e ambientale. Va ridotta l’IVA sui beni di prima necessità.
Consumo, produzione e vendita della cannabis vanno legalizzati e regolamentati, con tassazione, divieto di vendita ai minori e utilizzo dei ricavi per controllo, prevenzione e disintossicazione.
- L’imperativo ecologico
Economia e industria dovranno vivere una conversione ecologica al 100% entro il 2050, grazie al lavoro di un coordinamento di professionisti: a partire dall’imperativo «non prendere in natura più di quanto si possa ricostituire o produrre più di quanto essa possa sopportare», verranno eliminati carbone, combustibili fossili e nucleare – garantendo l’occupazione ai dipendenti nello smantellamento degli impianti. Per salvaguardare l’ambiente, Mélenchon propone di penalizzare l’abuso e lo spreco di acqua e energia. Nel settore della ristorazione, invece, bisognerà ridurre i cibi animali, aumentare i vegetali e perseguire l’obiettivo del 100% biologico. L’utilizzo di imballaggi e usa-e-getta va ridotto, obbligandone riciclaggio o compostaggio e istituendo corsi scolastici e universitari professionali sul riutilizzo dei materiali. La biodiversità va difesa tramite agricoltura biologica e vendita diretta, sradicamento del maltrattamento degli animali, gestione pubblica, democratica e sostenibile dell’acqua e de-mercificazione della foresta francese – la più grande d’Europa –, sviluppando un’industria ecosostenibile del legno, in grado di creare posti di lavoro. La Francia Ribelle propone lo sviluppo di una rete di trasporti pubblici ecosostenibili e in grado di raggiungere i dipartimenti rurali e ogni quartiere, utilizzando i fondi che vengono attualmente utilizzati per grandi opere inutili.
- Sovranità, indipendenza e pace
In campo internazionale, Mélenchon ha una linea finalizzata alla salvaguardia della pace, della giustizia sociale, dell’ambiente e della sovranità popolare. Ciò si traduce nell’abbandono delle «follie imperiali degli USA e il loro strumento di tutela militare: la NATO» e del FMI, prospettando la costruzione di una rete “altermondialista”, con ALBA, con i BRICS e sostenendo il progetto cinese di una valuta globale, contro la globalizzazione finanziaria e il dominio del dollaro.
Una piena sovranità popolare e la costruzione di una società solidale passano per la disobbedienza ai trattati europei, al patto di stabilità, ai trattati di libero scambio, alle richieste di liberalizzazione e privatizzazione e la sorveglianza dei flussi di capitale per prevenire evasione fiscale e attacchi speculativi. Per l’UE vengono prospettati due piani:
- Radicale rifondazione dell’Unione in senso democratico, sociale ed ecologico – ovvero i punti-chiave del programma nazionale declinati in ambito europeo –, il divieto alla BCE di tagliare liquidità, la svalutazione dell’Euro portandolo in parità con il Dollaro, l’istituzione di una clausola di non regresso dei diritti sociali e l’utilizzo dello strumento referendario per le decisioni europee;
- Nel caso di fallimento delle trattative per il Piano A la Francia prevede: l’interruzione del suo contributo al bilancio dell’UE; la ripresa del controllo della politica bancaria da parte della Banca di Francia; un sistema monetario alternativo all’Euro, da adottare insieme a tutti i partner europei che avevano condiviso il Piano A. Non un’uscita unilaterale nazionalista – come proposto dalle destre euroscettiche – ma un superamento condiviso con altri Paesi, nell’ottica di un progetto politico, sociale, economico, ambientale e culturale comunitario alternativo, basato su cooperazione, collaborazione e bene comune, invece che su concorrenza e competizione.
Stando agli ultimo sondaggio Mélenchon è in crescita dopo la straordinaria manifestazione del 18 marzo - 130.000 persone in piazza nell’anniversario della Comune di Parigi – con il 14% dei consensi, superando il concorrente socialista Hamon (11%), il quale starebbe perdendo i consensi della parte del partito che preferisce il centrista Macron. La Sinistra radicale spera nel sorpasso sui socialisti, per poterne assorbire il voto alle successive legislative.
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